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Viaggio nell'Italia insolita e misteriosa

Aggiornamento: 22 feb

Brescia, città dalle due cattedrali, del rinoceronte e delle leggende


di Ivano Barbiero



Continua a zizzagare al Nord [1] il nostro instancabile viaggiatore Ivano Barbiero che oggi ci porta dentro i misteri e le curiosità della "leonessa d'Italia": Brescia, anticamera delle Prealpi, raggiunta con un "balzo" di duecento chilometri in autostrada verso nord, lasciando la "turrita" Bologna, detta anche "la dotta, la grassa, la rossa".

Di Brescia, 200 mila abitanti, secondo comune lombardo dopo Milano per popolazione, colpisce la ricchissima storia, oltre tremila anni dalla sua origine, i suoi monumenti dichiarati dall'Unesco patrimonio dell'umanità, le sue piazze e il patrimonio religioso, esplicitato dalla presenza di due cattedrali, una invernale e l'altra estiva. Non anticipiamo altro per lasciare al lettore il gusto della scoperta.


È una delle poche città italiane che annovera due cattedrali, una estiva e l’altra invernale. Brescia è nota per la sua ricca storia, il suo patrimonio culturale e parecchie curiosità.

Una delle caratteristiche più interessanti è infatti la presenza di due cattedrali, situate una accanto all'altra nella Piazza Paolo VI, precedentemente nota come Piazza del Duomo. Queste sono conosciute come il Duomo Vecchio (o Cattedrale invernale di Santa Maria Assunta) e il Duomo Nuovo (Cattedrale estiva di Santa Maria Assunta). Il Duomo Vecchio, essendo più antico, era utilizzato principalmente durante i mesi invernali, quando il clima rigido rendeva più confortevole celebrare le funzioni in un ambiente più raccolto e riscaldato. Il Duomo Nuovo, invece, era utilizzato durante i mesi estivi, quando la sua ampia navata e la grande cupola permettevano una migliore circolazione dell'aria e una maggiore luminosità. Oggi, entrambe le cattedrali sono ancora in uso e rappresentano un importante punto di riferimento per i bresciani e per i visitatori che desiderano approfondirne la storia e l'arte della città.

Il primo edificio sacro, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, conosciuto anche come “Rotonda” per la sua forma circolare che ricorda il Santo Sepolcro di Gerusalemme, è un esempio di architettura romanica. È stato costruito tra l'XI e il XII secolo anche se poggia su fondamenta di epoca precedente, probabilmente legate a una basilica paleocristiana. L'esterno, in pietra scura, è semplice e austero, in contrasto con la ricchezza decorativa del Duomo Nuovo. L'interno è dominato da un grande spazio centrale sormontato da una cupola; qui si trovano capolavori come il Sarcofago di Berardo Maggi, vescovo e signore di Brescia nel XIII secolo, e il Tesoro delle Sante Croci, una collezione di reliquie e oggetti sacri di grande valore storico e artistico.

C’è anche una cripta, che risale all’838, come nuovo ambiente della nuova Chiesa di Santa Maria (allora non ancora rotonda). Il 9 aprile di quello stesso anno, il vescovo Ramperto (carolingio), vi fece traslare le reliquie dell’antico Vescovo Filastrio (IV sec.). Nell’agosto 875, sempre in questo luogo, vi fu deposto l’imperatore Ludovico II, il giovane, morto a Ghedi, imbalsamato e poi portato nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano.

Il 15 settembre 1943, sempre nella cripta, avvenne la riunione costitutiva del C.L.N (Comitato di Liberazione Nazionale) durante la Resistenza sotto la protezione del vescovo Giacinto Tredici.

Il Duomo Nuovo, costruito tra il XVII e il XIX secolo, rappresenta invece un esempio di architettura barocca. La sua costruzione iniziò nel 1604, su progetto di Giovanni Battista Lantana e fu completata solo nel 1825, dopo varie interruzioni e difficoltà finanziarie. È la sede vescovile della Diocesi ed è un esempio di architettura barocca con influenze neoclassiche.

La facciata, in marmo bianco di Botticino, è imponente e maestosa, caratterizzata da colonne corinzie e un grande timpano triangolare. L'interno è a croce latina, con una navata centrale ampia e luminosa, affiancata da cappelle laterali. All'interno si trovano numerose opere d'arte, tra cui dipinti di artisti come Moretto, Romanino e Palma il Giovane. La cupola, una delle più alte d'Italia, è un elemento distintivo del panorama cittadino.

La presenza di due cattedrali nella stessa piazza è un fenomeno curioso ed affascinante che riflette la stratificazione storica e culturale di Brescia. Le due chiese, pur essendo molto diverse per stile e periodo di costruzione, sono complementari e rappresentano un simbolo di continuità della fede e della tradizione cristiana nella città.

Nella stessa piazza troviamo anche il Palazzo del Broletto e la Torre del Pegol, due importanti monumenti storici, simboli del potere civile e della storia medievale cittadina. Il primo è un edificio risalente al XII-XIII secolo ed era il centro del potere civile e amministrativo durante il Medioevo. Il nome "Broletto" deriva dal termine latino “brolo”, che indicava un giardino o uno spazio recintato, e in seguito passò a designare il luogo dove si riunivano le autorità cittadine. Si tratta di un palazzo che presenta una struttura massiccia e imponente, tipica dell'architettura medievale lombarda. Ha un cortile interno porticato, che era il cuore delle attività amministrative e giudiziarie. La facciata è caratterizzata da finestre ad arco e decorazioni in cotto. Oltre a essere sede del governo cittadino, il Broletto ospitava anche tribunali e uffici amministrativi. Nel corso dei secoli, l'edificio ha subito diverse modifiche e restauri, ma mantiene ancora intatto il suo fascino. Oggi è un importante punto di riferimento culturale e storico, spesso utilizzato per mostre, eventi e manifestazioni.

Il “Pegol” è una torre medievale e il suo nome deriva probabilmente dal termine dialettale bresciano che indicava una misura o un peso, suggerendo che la torre avesse una funzione legata al commercio o alla fiscalità. È un classico esempio di architettura militare medievale, con una struttura slanciata e massiccia, costruita in pietra e mattoni, con feritoie e finestre strette tipiche delle torri difensive. La torre aveva probabilmente una funzione di controllo e difesa, oltre a essere un simbolo del potere civico. Alcune fonti suggeriscono che fosse utilizzata anche come prigione o come luogo di stoccaggio per merci e documenti.

A pochi passi da questi luoghi si trova piazza della Loggia, uno degli angoli più suggestivi e ricchi di storia. Questo spazio, profondamente segnato dalla dominazione veneziana, è un vero e proprio gioiello architettonico e culturale. Al centro della piazza si erge il maestoso Palazzo della Loggia, un capolavoro rinascimentale costruito tra il 1492 e il 1574. La sua facciata in marmo bianco è un esempio di eleganza senza tempo. Il progetto iniziale fu affidato a Jacopo Sansovino mentre per il piano superiore venne consultato più volte Andrea Palladio. Tiziano, invece, fu incaricato di realizzare tre grandi tele ottagonali per decorare il soffitto del salone principale. Un anno dopo il completamento dei lavori, un incendio distrusse il tetto in piombo, che fu ricostruito nel Settecento da Luigi Vanvitelli e poi sostituito nuovamente nel 1914 con una copertura che riprendeva il design originale. Oggi, il palazzo è sede del Comune di Brescia.

Brescia è conosciuta come la "leonessa d'Italia", un soprannome che celebra il coraggio e la resistenza dimostrati durante il Risorgimento, in particolare durante le Dieci Giornate di Brescia (23 marzo - 1° aprile 1849), quando la città si ribellò eroicamente al dominio austriaco. Questo episodio storico fu immortalato dal poeta Giosuè Carducci, che definì Brescia “la forte, la ferrea, leonessa d’Italia”. Una targa commemorativa, che riporta queste parole, si trova sulla facciata del Palazzo della Loggia

Sul lato sud della Piazza si affacciano i due Monti di Pietà, vecchio e nuovo, del XV e XVI secolo.

Nel 1484 duranti scavi di sistemazione della piazza furono rinvenuti numerosi marmi ed epigrafi di età romana che la Municipalità volle inserire nelle facciate degli edifici con la chiara intenzione di valorizzare il passato romano della città, dando vita al cosiddetto Lapidarium.

Dall’altra parte della piazza si erge maestosa la Torre dell’Orologio Astronomico, uno dei simboli più iconici e carichi di storia. Questo straordinario capolavoro, ancora perfettamente funzionante, è uno degli orologi più antichi d’Europa e domina il panorama cittadino con la sua imponente presenza. In cima alla torre, una campana di bronzo risuona grazie ai colpi battuti dagli automi noti come “Mac de le ure”, figure meccaniche che sembrano quasi prendere vita. Costruito nel 1546 dall’orologiaio Paolo Gennari, su progetto di Gianfrancesco Gambara, l’orologio è un vero e proprio gioiello di ingegneria e arte rinascimentale. Non si limita a segnare il passare del tempo: è un sofisticato strumento scientifico e astrologico che mostra le fasi lunari, i segni zodiacali e la posizione del sole e della luna nel cielo. Il suo quadrante, riccamente decorato con motivi rinascimentali e figure allegoriche, cattura l’attenzione di chiunque si trovi al suo cospetto. Al centro, un grande disco rappresenta la Terra, attorno al quale ruotano le lancette delle ore e dei minuti, mentre un secondo quadrante più piccolo, posto sopra, illustra le fasi lunari con una sfera dorata che simboleggia la luna.


I bresciani lo chiamano affettuosamente “El Relòi de la Loggia”, un soprannome in dialetto che significa semplicemente “L’orologio della Loggia”. Questo nome riflette il profondo legame emotivo che la comunità locale ha con questo monumento, che non è solo un orologio, ma un vero e proprio simbolo dell’identità e della storia della città. In cima alla torre, due statue in rame, conosciute come “I Mori”, battono le ore su una campana, diventando icone indissolubilmente legate all’orologio stesso. Nel corso dei secoli, la torre e il suo meccanismo hanno subito diversi restauri, l’ultimo dei quali completato nel 2018, per preservarne la precisione e lo splendore.

La piazza che ospita la torre è arricchita da due eleganti fontane in marmo, aggiunte nel XVIII secolo, che contribuiscono a creare un’atmosfera di armonia e bellezza. Quella posta alla sinistra della torre, guardando verso l’orologio, è avvolta da un’aura di mistero. Si dice infatti che sia una fontana maledetta: durante la sua costruzione, numerosi incidenti e eventi tragici, tra cui l’attentato del 1974, hanno alimentato leggende e superstizioni. Alcuni credono che la fontana porti sfortuna, ma per molti è semplicemente un simbolo della città. C’è persino chi sostiene che bere la sua acqua garantisca un ritorno a Brescia negli anni a venire. Non una maledizione nel senso tradizionale, dunque, ma piuttosto un’affascinante credenza locale che aggiunge un tocco di magia a questo luogo già ricco di storia e fascino.

Sul lato sinistro del palazzo, vicino alla Torre dell'Orologio, c'è un piccolo foro nella parete che, secondo la leggenda, sarebbe stato fatto da un proiettile durante una rivolta popolare. Si dice che chi riesce a infilare una moneta nel foro avrà fortuna. Ebbene, ogni tanto qualcuno ci prova.

Piazza della Loggia è anche un luogo di memoria per la strage del 28 maggio 1974, quando un attentato terroristico causò la morte di 8 persone e il ferimento di molte altre. Una targa commemorativa ricorda questo tragico evento. “Qui, il 28 maggio 1974, una bomba fascista uccise 8 persone e ne ferì 102, durante una manifestazione antifascista. Brescia ricorda le vittime e rinnova il suo impegno per la democrazia, la libertà e la giustizia”.


Se avete ancora voglia di una foto scaramantica, potete andare fino alla vicina piazza del Foro dove si trova l'opera "The Weight of Time" di Stefano Bombardieri. È una scultura che raffigura un rinoceronte a grandezza naturale, sospeso in aria. Questo animale è realizzato in resina e fibra di vetro, materiali che permettono di ottenere un effetto realistico pur mantenendo la leggerezza necessaria per la sospensione.

La scultura fa parte di una serie di opere di Bombardieri, nativo di Brescia ma ormai affermato a livello internazionale, che esplorano temi come il tempo, la fragilità della vita e il rapporto tra uomo e natura. Il rinoceronte, animale potente e maestoso, viene rappresentato in una posizione innaturale (sospeso), evocando un senso di precarietà e vulnerabilità. Questo contrasto invita lo spettatore a riflettere sul peso del tempo e sulla transitorietà dell'esistenza.

Rammentiamo che il dialetto bresciano è considerato uno dei più particolari e difficili da comprendere in Italia. Ha influenze celtiche, longobarde e venete, e alcune parole sono così specifiche che non hanno equivalenti in italiano. Ad esempio, il termine “sgrafoign” indica qualcosa di brutto o malriuscito, ma non esiste una traduzione precisa nella nostra lingua.

Ricordiamo ancora che in Italia, ci sono diverse città che hanno due cattedrali, spesso a causa di ragioni storiche, religiose o politiche. Eccone alcune: Ravenna ne ha una cattolica (la Cattedrale della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo) ed una ortodossa (la Basilica di Sant'Apollinare in Classe). Ma è la Puglia ad avere il maggior numero di città con due cattedrali: si comincia da Barletta, con la Cattedrale di Santa Maria Maggiore e la Concattedrale di Santo Sepolcro, poi Trani, dove troviamo la Cattedrale di San Nicola Pellegrino e la Concattedrale di Santa Maria Assunta; Bisceglie, invece si ammira la Cattedrale di San Pietro Apostolo e la Concattedrale di Santa Margherita e a Monopoli la Cattedrale della Madonna della Madia e la Concattedrale di San Nicola di Mira, mentre Molfetta ha la Cattedrale di San Corrado e la Concattedrale di Santa Maria Assunta e Andria possiede la Cattedrale di Santa Maria Assunta e la Concattedrale di San Riccardo; infine, Lecce, quasi al fondo del "tacco" della penisola, mette in mostra il suo gioiello barocco (inizialmente romanico) della Cattedrale di Santa Maria Assunta e la Concattedrale di Santa Croce. Spostandoci in Calabria, a Tropea si trova la Cattedrale di Santa Maria dell'Isola e la Concattedrale di Santa Maria di Romania, mentre a Cosenza i fedeli si ritrovano nella Cattedrale di Santa Maria Assunta e la Concattedrale di San Giacomo.


Note

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