Verso il Giorno della Memoria Un ponte per credere nel futuro
Aggiornamento: 4 giorni fa
di Piera Egidi Bouchard
Può aiutarci ad aprire un sentiero di speranza nei nostri pensieri di oggi, angosciati da tante guerre e distruzioni, questa semplice storia di umanità tra nemici, una storia vera: due uomini, un medico ebreo, il dottor Sieperstein, internato con la moglie e la bambina piccola in diversi lager in Ucraina, e un comandante tedesco, Alfred Grube, che riescono ambedue a salvare quante più persone possibili, riuscendo a non farsi scoprire.
E sono due donne, la figlia del medico, Susanne Ruth Raweh, ormai una donna alle soglie dei novant’anni, e Isabel Grube, la nipote del comandante, a restituirci e farci riscoprire questa vicenda, e raccontarcela dal vivo, narrata in una coinvolgente graphic novel - "Zwei Menschen-Il ponte" - con il tratto partecipe e intenso di un disegnatore valdese, Max Cambellotti che, interpellato da “Susie” – disegnatore per passione e non per professione per tanti libri e giornali della chiesa – accetta di ripercorrere con la sua vivida matita questa storia, che si rivolge soprattutto ai giovani, che “non sanno”.[1]
Susie, infatti, per anni è andata nelle scuole torinesi a testimoniare della Shoah, e contemporaneamente in Germania Isabel, la nipote del comandante Grube, cerca di ricostruire le testimonianze sull’attività di aiuto condotta da suo nonno nei lager.
Dopo la guerra i “Zwei Menschen”, le due persone, non avranno più modo di incontrarsi, ma rimangono comunque tracce di scambi epistolari in varie occasioni: in una in particolare, del 1947, quando l’amministrazione di una città in Germania dovrà aprire un’indagine sul passato del comandante Grube, candidato ad un incarico pubblico, al fine di far luce sul suo ruolo durante il passato regime. Ben volentieri il dottor Sieperstein avrà modo di testimoniare in favore del suo “complice” tedesco.
Il comandante - sappiamo da una documentazione raccolta in appendice - doveva essere da sempre molto critico del regime nazista, se per anni non venne richiamato alle armi, in quanto “indegno del servizio militare”, e fu utilizzato poi per la Todt dal 1942 per la costruzione di una strada tra Ucraina e Russia.
Con grande perseveranza, Isabel riesce a mettersi in contatto con Susie, che aveva citato il nome di Alfred Grube in un incontro con una scuola, essendo poi riportato su internet il suo discorso... E inizia così una lunga amicizia. Le due donne si incontrano a Torino, e poco per volta viene rievocata tutta la vicenda (in appendice sono anche trascritte le loro chat, oltre a tavole cronologiche sinottiche che situano la storia della famiglia Sieperstein negli eventi della Seconda Guerra Mondiale e nelle date dell’Olocausto; e infine a utilissime cartine geografiche – di cui Max Cambellotti è specialista – sugli spostamenti della guerra).
“ Ho capito che l’uscita del libro in questo momento sarebbe stata molto difficile - commenta il disegnatore, che prima di mettersi al lavoro si è dedicato per un anno allo studio della documentazione fornitagli dalle due autrici – Ma il senso generale di questa storia è che viene valorizzato il rapporto umano. E’ “il ponte” del sottotitolo, non si ragiona mai per schieramenti, come oggi si tende a fare, in una drammatica semplificazione: dall’incontro di questi due uomini, ognuno scopre nell’altro la persona e la vera umanità.”
[1] Zwei Menschen-Il ponte, Un racconto di Susanne Ruth Raweh e Isabel Grube, disegnato da Max Cambellotti, Voglino Editrice, Torino, 2024.
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