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Marco Travaglini

Un libro per voi: "Storia della Val Formazza"

a cura di Marco Travaglini


Incuneata nel cuore della più importante catena montuosa europea in quelle  “Alpi Somme" da cui partono le acque nelle quattro direzioni dei venti, la valle Formazza ha una storia singolare e affascinante, irripetibile in qualsiasi altra valle dell'arco alpino. Prima e più importante delle colonie walser, nido d’aquila di questo grande popolo di montanari che disseminò di comunità i due versanti dell’arco alpino, la Pomattertal rappresenta l’estrema propaggine settentrionale del Piemonte al confine con la Svizzera. Enrico Rizzi, storico delle Alpi e autore di saggi sulla storia dei Walser e del Monte Rosa, pubblicando per l’editore Grossi una ricca Storia della Valle Formazza ha consegnato ai lettori un lavoro monumentale, frutto di anni di ricerche, raccogliendo documenti e testimonianze. Un’opera davvero completa che illustra la storia ricca e spesso imprevedibile della Valle Formazza. “La nostra posizione strategica, praticamente un cuneo nel cuore delle alpi centrali – afferma la vulcanica sindaca di Formazza, Bruna Papa – ha consentito al nostro territorio di essere per secoli un’arteria di traffici mercantili, di scambi e contatti con il nord delle Alpi più di qualsiasi altra vallata dell’arco alpino”. Una valle molto particolare “sospesa tra sud e nord” a far da cerniera e punto d’incontro anche per motivi artistici, religiosi e civili. La presenza dei passi attraversati nei secoli dai someggiatori con i loro animali da soma carichi di merci lungo le vie europee del sale, del vino e dei formaggi, la sua invidiabile posizione strategica, hanno fatto della più antica colonia fondata dai walser nel medioevo, una "piccola repubblica" contesa agli elvetici che cercavano un altro sbocco verso il Mezzogiorno, allargando e rettificando il confine meridionale della Val Leventina. Territorio aggregato al ducato di Milano seguì le vicende di tutto il restante della Val d'Ossola rimanendo sotto la dominazione spagnola fino al 1714, e passando poi sotto le dominazioni austriaca (1714-48), sabauda (1748-97), francese (1797-1814) e infine italiana.

Retta per secoli autonomamente con il proprio tribunale valligiano e rustiche magistrature democratiche, la val Formazza ha sempre coltivato la sua fiera indipendenza, la sua lingua germanofona, lo stile delle sue case di legno, le antiche tradizioni e un ricchissimo paesaggio naturale che ha nella superba cascata della Toce il suo monumento più suggestivo, ammirato nei loro viaggi alpini da naturalisti e scienziati, poeti e artisti come Saussure, Dolomieu, Coolidge, Ermanno Olmi, Carlo Rubbia.

Un luogo che Mario Rigoni Stern  raccontò nel suo libro L’ultima partita a carte descrivendo  il suo corso sciatori in alta Val Formazza del gennaio 1939 : “Mi ricordo ancora bene che vicino alla diga di Morasco avevamo fatto una gara sci-alpinistica partendo dalla Cascata del Toce. Nella neve si viveva e si moriva. Un aspirante che era con noi era rimasto sotto una valanga durante un allenamento. Noi sciavamo, bevevamo il vin brulé, vincevamo la coppa, ma poi, nel gennaio del 1943 eravamo andati a morire per il freddo, nella neve, in guerra”.

Tornando al libro di Rizzi va detto che lo storico autore di molti libri sui walser nelle quasi cinquecento pagine di quest’opera importante, corredata di foto e documenti, non tralascia nulla nel ricostruire la storia della valle e dello spirito libero e indipendente della sua popolazione rappresentato dal Thalbuch e dall’ordinamento comunitario di alpi e boschi. Il Thalbuch venne concesso ai liberi valligiani nel 1486 dal duca di Milano, sulla base delle autonomie coloniche originarie importate dal Vallese in capo alla comunità colonica valligiana. L’aspetto più rilevante era legato al riconoscimento di un Tribunale autonomo o Consiglio della Valle indipendente dai poteri centrali, con competenza civile e criminale minore: un modello poi ripetuto dai walser di alcune colonie svizzere dei Grigioni e nelle principali colonie del Vorarlberg austriaco. L’ordinamento comunitario di alpi e boschi, fondato sulla divisione in quartieri di beni comuni, corrispondenti agli insediamenti sparsi nella valle è tuttora in vigore ed assegna ai vari consorzi la proprietà comunitaria dell’intero territorio della valle.

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