Un libro per voi: "Il profeta del lungo termine"
- Beppe Borgogno
- 5 giorni fa
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Aggiornamento: 4 giorni fa
a cura di Beppe Borgogno

Poche scene violente, ma una ben ramificata trama criminosa e una atmosfera certamente inquietante. Quello di Michele Paolino "Il profeta di lungo termini" [1] è un romanzo noir, il quinto per lui, ancora una volta profondamente immerso in una Torino che l’autore, anche questa volta, descrive affascinante, ma smarrita, sempre orfana di qualcosa e piuttosto sguarnita, che perciò rischia di diventare vittima di complotti e di smanie di potere. Una atmosfera che è insieme sfondo della trama del romanzo e pretesto per i viaggi e le fughe nella storia della città, che ancora una volta l’autore ci propone.
La vicenda, intanto. Tutto parte da un aereo da turismo che precipita nella campagna dalle parti di Rivoli, con un carico insolito: oltre a diverse borse piene di denaro, al suo interno vengono ritrovati quadri di genere erotico di notevole valore e alcune tavole simili ad ex voto, dal contenuto assolutamente inquietante. E, particolare non irrilevante..., due cadaveri, quello del pilota e di un passeggero, il cui corpo però sparisce immediatamente per ricomparire sulla scalinata della Gran Madre, scambiato per quello di un muratore senza documenti, vittima di un incidente sul lavoro.
Così parte l’indagine, anche questa volta affidata ad una giovane luogotenente del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri e ad un vicecommissario di Polizia che sembra uscito da un film degli anni ’50. A questa coppia così assortita tocca sfidare un complotto criminale che ha come protagonisti un faccendiere collegato con tanti poteri, un avvocato spregiudicato, un potente imprenditore dell’hi-tech, appassionato della filosofia del “lungotermismo” alla Musk , manipolatore di dati, nonché creatore di campagne fake per chi lo paga di più. La vicenda si dipana così attraverso una rete di intrighi e complicità che coinvolgono anche le istituzioni, sfiorando persino la violazione delle norme relative alle sanzioni emesse dall’Unione Europea dopo l’avvio della guerra in Ucraina.
La luogotenente Serena Valente e il vice ispettore Mimmo Pescatore, per avere ragione degli autori del piano criminale, usano invece i metodi più tradizionali di indagine e nemmeno tanta tecnologia, sostenuti però da una grande caparbietà e da un fortissimo senso del dovere, fino a mettere a rischio la loro stessa vita. E si giovano dell’aiuto, cercato o casuale, della vasta famiglia di un altro poliziotto, di un vecchio prete della Consolata, di una moglie che il romanzo colloca fino lì “in secondo piano”. Per sapere chi avrà la meglio, ovviamente, bisogna arrivare fino in fondo come in ogni noir che si rispetti.
Ma lungo le pagine del romanzo i lettori si troveranno spesso a passeggiare per la città, nella sua atmosfera magica e metafisica insieme. E a leggere di tanti luoghi e personaggi che ne ricordano la storia, dalla colonia romana del I secolo avanti Cristo, all’assedio francese del 1706 e anche oltre. Paolino ci racconta, certamente attraverso una documentazione puntuale, di giardini e di chiese, di storie e personaggi, di cultura, curiosità e tradizioni. Sono pagine che arricchiscono la struttura del romanzo, cercando di non appesantirne la trama.
Va detto che Michele Paolino è un appassionato della città, di cui è stato a lungo amministratore, come Presidente della Circoscrizione San Paolo e come Consigliere Comunale. Borgo San Paolo è stato anche, spesso, il crocevia delle storie che Paolino ci ha raccontato nei suoi romanzi, uno dei quali scritto con la “complicità” dell'ex sindaco Sergio Chiamparino. E a Borgo San Paolo c’è una bocciofila di cui Paolino è uno degli animatori. Un posto dove non di rado si può gustare un buon bollito, e perché no, chiacchierare piacevolmente dei suoi romanzi con l’autore. Buona lettura e chissà, forse anche buon appetito.
Note
[1] Michele Paolino, Il profeta del lungo termine, Capricorno Edizioni
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