Un libro per voi: "Il grande Gualino"
di Marco Travaglini
Imprenditore coraggioso e raffinato mecenate, elegante viveur dal fiuto per gli affari, Riccardo Gualino (1879-1964) ha segnato il secolo scorso come pochi altri hanno saputo fare. Nato sul finire dell’Ottocento da una ricca famiglia biellese, Gualino fu presto protagonista nel mondo delle imprese. Acquisì banche, in società con Giovanni Agnelli fondò la SNIA, diventò azionista di riferimento e vicepresidente della Fiat, lanciò i filati artificiali senza tralasciare gli interessi nella chimica e nel settore alimentare. Ed esattamente cento anni fa, nel 1923, decise di investire nel settore alimentare. Fu una grande intuizione che salvò anche gli antichi produttori torinesi di cioccolato a rischio di fallimento. Li convinse, infatti, a unirsi in una sola società, denominata UNICA (Unione Nazionale Italiana Cioccolato e Affini) e a costruire un grande stabilimento a Torino, lungo corso Francia, che arrivò ad occupare circa duemila addetti.
Nel 1928 venne inserito nella rosa dei cinque uomini più ricchi d’Europa. Conobbe successi e vertiginose ascese e, all’opposto, rovinose cadute senza perdere mai lo spirito d’avventura o rinunciando alle sue idee visionarie. Poi arrivò la bufera. Il 19 gennaio 1931 Gualino entrò nel mirino del fascismo per il suo atteggiamento critico verso la dittatura e fu arrestato dall'Ovra, condannato al confino e letteralmente "depredato" e "spolpato" delle sue proprietà industriali e immobiliari che furono poste all'asta o acquistate a prezzi di realizzo da soci, grandi imprenditori e istituti bancari. E il fiore all'occhiello del cioccolato, la Unica fu acquistata dalla Venchi, marchio che divenne Venchi Unica per quasi mezzo secolo, fino al fallimento nel 1978.
Personaggio straordinariamente unico, dunque, al quale è stata dedicata da Giorgio Caponetti un’importante biografia pubblicata da Utet: “Il grande Gualino. Vita e avventure di un uomo del Novecento”. Gualino fu un visionario per l’epoca al punto da puntare sul cinema in tempi non sospetti con la pionieristica Lux che, come si legge nella sua biografia , “nel dopoguerra produsse i film di Visconti e Lattuada avvalendosi anche dei giovani Carlo Ponti e Dino De Laurentiis”. La sua è una vita talmente piena da sembrare quasi inverosimile, tra incontri con personaggi celebri (da D’Annunzio ai Kennedy, da Curzio Malaparte a Winston Churchill, Liz Taylor e Solomon Guggenheim) e l’amore per le arti che divideva con l’inseparabile moglie Cesarina Gurgo Salice. Fu proprietario del palazzo Lascaris, attuale sede del Consiglio regionale, della bellissima villa che porta il suo nome in collina a Torino e ha lasciato una fantastica raccolta di capolavori che costituisce la collezione Gualino alla Galleria Sabauda).
La sua ultima dimora è al cimitero monumentale di Oropa, la “piccola Staglieno” delle Alpi, dove riposa nella tomba di famiglia con la moglie.
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