top of page
  • Vice

Un libro per voi: "Fronte sud", la memoria dell'aggressione all'Etiopia

Aggiornamento: 10 ago 2023

di Vice

"Fronte Sud", terzo romanzo di Ennio Tomaselli[1], lo si potrebbe considerare come un forte e coraggioso antidoto alla rimozione storica, a quella negletta abitudine a voler dimenticare, a riporre nei cassetti dell'oblio le pagine scomode di ogni popolo. Quello italiano non fa eccezione. Ed è merito dell'autore avere evidenziato, con una serie di flash back impiantata nella struttura narrativa principale, pagine di un passato criminale - di qui "Fronte Sud", linea di combattimento sulla mappa dell'Etiopia - che affondano nella "senile" avventura fascista in Corno d'Africa nel lontano 1935, atto ultimo, patetico e tragico, del nostro colonialismo straccione e fuori tempo, i cui precedenti risalivano al tardo Ottocento e alle ambizioni di un "posto al sole" del governo di Francesco Crispi.

In "Fronte Sud", Tomaselli riporta in campo con l'abituale caratterizzazione autobiografica il magistrato della Procura dei minori Salvatore Malavoglia, vittima di una brutale aggressione insieme con i suoi affetti. Un trauma che schiude il noir a un percorso personale introspettivo destinato ad approdare a una improvvisa e imprevista mescolanza tra passato e presente con l'irruzione in scena del professore: un etiope privo del visto d'ingresso. Un irregolare. Un "fantasma" per la società civile che però segue e invade i vissuti del protagonista fino a diventarne non soltanto lo specchio della memoria delle vicende del padre, volontario nella Milizia fascista in Etiopia, ma dell'intero Paese, che non ha mai fatto fino in fondo i conti con quel carico di eccidi, carneficine, rappresaglie individuali e collettive e deportazioni in lager ai danni del popolo etiope, che seguì l'ingresso da "trionfatori" delle truppe italiane in Addis Abeba il 5 maggio del 1936.

L'anno successivo, il 19 febbraio del 1937, l'attentato al Viceré d'Etiopia Rodolfo Graziani, futuro comandante dell'esercito di Salò e, nel 1953, protagonista di uno "storico" abbraccio ad Arcinazzo con il giovane sottosegretario Dc Giulio Andreotti. E qui la lettura di "Fronte Sud", attraverso il diario del padre, rivela la tensione catartica di Salvatore Malavoglia che affronta gli eventi successivi all'attentato: la sanguinosa "caccia al moro" culminata nell'uccisione di migliaia di etiopi e nell'eliminazione di almeno mille preti e diaconi di religione copta. Fu un'operazione ordinata da Graziani, condotta dal generale Pietro Maletti, padre di quel generale Gianadelio Maletti che ritroveremo nel Sid (servizio segreto italiano), personaggio inquisito dalla magistratura negli anni Settanta per le coperture offerte agli stragisti di Piazza Fontana, e al centro di un oscuro e torbido disegno di depistaggi e sostegno all'eversione neofascista nel periodo della Strategia della tensione.

Ed è su quel mosaico di eventi sbiadito che Tomaselli calca la mano, affrontando un tema scomodo per la Storia patria: l'immagine degli italiani "brava gente", imposta dalla scrittura nazionale, spiazzata soltanto alcuni decenni fa dalle ricerche e libri dello storico Angelo Del Boca, primo a denunciare la condotta spietata della guerra in Etiopia, vinta su un esercito tenace, ma tecnologicamente arretrato, che includeva bombardamenti a tappeto su città e villaggi, anche con l'uso di bombe all'iprite, un aggressivo chimico letale per esseri viventi vietato dalla Convenzione internazionale. Bombe, peraltro, utilizzate regolarmente in Libia a cavallo tra gli anni Venti e Trenta per stroncare l'indomita guerriglia delle popolazioni locali che si opponeva all'occupazione italiana.

"Fronte Sud" cerca così la strada del romanzo storico. Esperimento non del tutto pienamente riuscito per la difficoltà di incrociare più piani narrativi, ma apprezzabile per l'intenzione di stimolare il lettore a valicare l'asticella del presente che spesso si trasforma in una gabbia emotiva, esattamente come è prigioniera la politica di oggi, volubile e ostinatamente orientata a consumare "tutto e subito", priva di quella visione d'insieme con cui offrire una prospettiva non faziosa e parziale degli accadimenti ai cittadini.

In "Fronte Sud" gli italiani "brava gente", come in altre circostanze, prima e dopo, in particolare con l'occupazione dei Balcani dal 1941, si rivelarono esattamente l'opposto: persone malvagie, crudeli e violente né più, né meno, di tante altre. E al servizio consapevole e non di chi aveva appetiti irrinunciabili: la corona di Vittorio Emanuele III, che voleva fregiarsi del titolo di Imperatore; i generali alla ricerca di medaglie e nastrini da mostrare con il minimo rischio e, per alcuni, Badoglio e Graziani in primis, ottenere anche laute mance per un lavoro che si sarebbe rivelato oltremodo "sporco", mentre il regista dell'operazione, Benito Mussolini, si sarebbe goduto la suggestiva e infantile sensazione di potenza di fuoco con cui sfidare il mondo. Al popolo, invece, fu "concesso" il classico binomio su cui si cullano e reggono le dittature: illusioni e bugie. Una manipolazione perfetta, ma diseguale per le condizioni di vita riservate alle classi meno abbienti, operai e contadini, costrette ad aggiungere nuovi i buchi alla cinghia dei pantaloni per sostenere l'aumento vertiginoso del debito pubblico, quelle stesse classi che si ritroveranno l'anno successivo a sostenere i costi dell'intervento fascista a favore della sollevazione militare condotta da Francisco Franco contro la Repubblica spagnola e, nel 1940, l'ingresso in guerra a fianco della Germania nazista.

Tuttavia, il volto degli italiani, non è stato deturpato nel mondo. Accortezza machiavellica? Furbizia? Forse l'una e l'altra, sapientemente dosati nella costruzione di un'immagine umanitaria, caritatevole e straordinariamente calata in una quotidiana ipocrisia con cui tenere a bada le nostre coscienze. Un'immagine comunque in parte spazzata via negli anni dai comportamenti che in generale hanno contrassegnato le politiche di accoglienza dei migranti (al netto degli interventi delle organizzazioni no profit, delle chiese cristiane, delle amministrazioni illuminate): bambini, donne e uomini trattati, a secondo della "destinazione d'uso", come merce da sfruttare nel migliore dei casi, quando non abbandonati nell'enorme cimitero galleggiante che è diventato il Mar Mediterraneo.

In conclusione, "Fronte sud" ha il pregio di tenere incollato il lettore mutando lo scenario di capitolo in capitolo, senza che sia tralasciato il pathos del mistero, cercando di illuminare quegli angoli oscuri di un passato vergognoso che nessuno di noi potrà mai cambiare, se non riconoscendo orrori e errori e opponendosi a falsità e manipolazioni surrettizie nella sua ricostruzione storica.


Note


[1] Ennio Tomaselli, Fronte Sud, Manni Editore

46 visualizzazioni0 commenti

Comments


L'associazione

Montagne

Approfondisci la 

nostra storia

#laportadivetro

Posts Archive

ISCRIVITI
ALLA
NEWSLETTER

Thanks for submitting!

bottom of page