Un libro per voi: “Da qui all’Eternit”
di Vice|
Sceglie la strada del romanzo Giorgio Bona per inoltrare il lettore nel dramma dell’amianto a Casale Monferrato. Con il suo “Da qui all’Eternit”, edizioni Scritturapura, l’autore fa riemergere dal passato la storia del minerale “killer”, com’è stato definito negli ultimi decenni dall’informazione che si è occupata dei processi che hanno visto alla sbarra (in contumacia) i proprietari dell’Eternit. Eternit, un marchio commerciale famoso che ha segnato cupamente il destino di migliaia di persone e non soltanto nel Monferrato, ma nell’intera penisola, da Cavagnolo in provincia di Torino a Rubiera di Reggio Emilia, a Napoli Bagnoli e a Priolo, in provincia di Siracusa.
La storia investe come un ciclone donne e uomini colpiti dal mesotelioma pleurico, un tumore che si contrae per inalazione di fibre d’amianto, la cui incubazione può durare fino a trent’anni. È una malattia non lascia scampo, che si mangia voracemente e velocemente i polmoni. All’inizio, siamo negli anni Sessanta, i necrologi di Casale Monferrato avevano nomi di operai, di dipendenti della fabbrica che insieme al lavoro e al benessere nel territorio, si apprestava a lasciare dietro di sé una scia funebre.
Si moriva senza un vero perché. Fino a quando, e qui il romanzo di Giorgio Bona s’incrocia con la realtà, un medico confida all’amico, sindaco di Casale Monferrato, che l’intera città è a rischio mesotelioma. Ogni suo abitante, e non soltanto i dipendenti dell’azienda, potrebbe ammalarsi, perché l’inquinamento prodotto dall’Eternit è dappertutto. Su Casale si è riversata una cascata di amianto-cemento, attraverso gli scarti di produzione che la società cedeva, che ha invaso strade private, cortili, tetti, sottotetti e persino oratori. L’intero ambiente è contaminato, comprese le sponde del fiume Po su cui per decenni l’azienda ha scaricato i suoi rifiuti tossici.
Il romanzo fa perno sul sindaco di Casale che i lettori conoscono con il nome di Michele Sodano dietro il quale c’è la figura autentica di Riccardo Coppo, prematuramente scomparso il 1° dicembre del 2014. Sodano-Coppo è il personaggio che spariglia le carte. Dopo anni in cui l’azienda ha fatto il bello e il cattivo tempo, negando la correlazione mesotelioma-amianto, ricattando anche i sindacati e i dipendenti con l’eventuale perdita del posto di lavoro, il sindaco firma nel dicembre del 1987 l’ordinanza n. 83.
È un “ordine” che non lascia spazio a mediazioni o compromessi, perché dichiara fuorilegge la produzione e la commercializzazione dell’amianto. A Casale cale il sipario sull’Eternit. E dal Monferrato parte una “rivoluzione” ambiental-industriale che contagerà, seppur in ritardo, l’intero Paese. Soltanto all’inizio degli anni Novanta, infatti, lo Stato metterà al bando il minerale. Decisivo il ruolo del Registro Tumori di Torino che certifica la morte amianto-correlato a Casale Monferrato è venti volte superiore all’aspettativa.
Accanto al sindaco ruota una serie di personaggi quasi tutti reali: padroni e dirigenti dell’Eternit, operai, sindacalisti, amministratori locali, semplici cittadini, mentre prende corpo, pagina dopo pagina, una straziante storia d’amore tra due giovani, quasi a simboleggiare il potere distruttivo della malattia che continua a pendere come una spada di Damocle sulla comunità casalese.
Giorgio Bona, Da qui all’Eternit, Romanzo sull’amianto a Casale Monferrato, Scritturapura – Scritturapura.it – 146 pagine – 15,00 euro
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