Un libro per voi: "Compagne" di Livia Turco
Aggiornamento: 26 mar 2023
di Piera Egidi Bouchard
Sarà stato un caso che quest’ultimo saggio di Livia Turco s’intitoli “Compagne”[1], riecheggiando i due volumi di vita vissuta, interviste di donne della Resistenza, scritti alla fine degli anni 70 da Bianca Guidetti Serra? Certamente no, ho pensato leggendo questo appassionante piccolo libro, in cui si ripercorre, come dal sottotitolo “Una storia al femminile del Partito comunista italiano”. Anche qui si parte da lontano, anzi, da più lontano, perché il primo capitolo affonda negli anni della nascita del Pcd’I, fino a ripercorrere tutto il secolo, arrivando allo scioglimento del Pci, e contiene non solo una storia, ma tante storie, affetti, legami: “ Nonostante la lontananza nel tempo, l’essersi perse di vista, l’aver forse imboccato strade politiche e umane diverse negli anni che ci separano dalle fine del Pci, quel ‘compagna’ resiste... – scrive l’autrice nella premessa - [...] E’ una parola mai sopita. Appena la pronunci riporta a galla un denso grumo di sentimenti, volti, parole, fatiche, successi, sconfitte. Perché per milioni di donne quella parola ‘compagna’ ha significato scoprire il senso della propria vita all’interno di una storia collettiva”.
Ecco: si svolge in appena 200 pagine la serrata rievocazione di “una storia collettiva” in un secolo: come controluce ai grandi avvenimenti internazionali, alle vicende del Partito comunista italiano, attraverso le tappe dei suoi congressi, conferenze, dibattiti, documenti, nell’alternarsi delle diverse personalità, veniamo ad apprendere la storia meno visibile, anzi, spesso misconosciuta, delle battaglie delle donne nella società, nel territorio, nelle amministrazioni, nei sindacati, nel Parlamento e anche dentro l ‘insieme del partito, che con gli anni viene trasformandosi, proprio anche attraverso l’apporto, disciplinato ma anche critico, delle nuove istanze portate avanti dalle masse femminili e dalle loro dirigenti.
Livia Turco - attualmente presidente della Fondazione Nilde Iotti, a cui si dedica con molte importanti iniziative - è stata una delle figure più significative, la prima a entrare a far parte della Segreteria nazionale del Pci, responsabile nazionale delle donne poi anche del Pds, fino al 1994, e dal 1996 al 2001 tra i tanti incarichi ministra della Solidarietà sociale nei governi dell’Ulivo e ministra della Salute (2006-2008). Compaiono le dirigenti, in questa rievocazione storica, ma anche il lavoro di tante donne disseminate nel loro percorso di emancipazione e liberazione, le loro lotte, le posizioni sostenute nello scandirsi dei congressi e delle conferenze, le leggi conquistate, che fanno del nostro paese uno dei più avanzati d’Europa. Fino ad arrivare, in anni più recenti, all’incontro con il movimento femminista e le sue intellettuali, che modificherà non poco anche il “modo di far politica “ e le scelte del partito. L’ultimo lascito, con cui si conclude questo libro, è quella “Carta delle donne” di cui Livia Turco fu appassionata promotrice, qui seguito in tutto il suo iter, e di cui verifichiamo ancora oggi quello che lei stessa titola “l’onda lunga”, e di cui dice: “Sono stata ministra, e nella mia cassetta degli attrezzi c ‘era la Carta delle donne.”
E significativamente, nella sordità spesso dei militanti di base, che venendo alle riunioni in sezione lasciavano a casa le loro mogli perché “tanto non capisce”, vengono sottolineate le posizioni illuminate e l’appoggio politico dato da personaggi del calibro di Gramsci, Togliatti, Enrico Berlinguer. Tutte posizioni riportate nell’attento lavoro di documentazione con cui è costruito questo libro di scorrevole e appassionante lettura, certamente, ma condotto con severo sguardo anche critico, che non tralascia le difficoltà e i nodi di questa storia corale.
“Abbiamo vissuto una stagione intensa, di grande passione politica" - conclude l‘autrice - e "abbiamo scoperto che la relazione tra donne crea complicità e amicizia, comporta nuove esplorazione di noi stesse. Crea anche molto dolore. Non è un pranzo di gala. Ma è la strada vincente. Abbiamo capito troppo tardi l’importanza di praticare la disparità, diventare capaci di sceglierci, di misurarci più esplicitamente con il potere e di giocare la partita in prima persona. Sentirci leader, e non solo alleate del leader (...) Lo dico sempre a mio figlio che sono stata fortunata perché ho vissuto la politica come passione. E quella vissuta con la Carta delle donne è stata una passione speciale, che viene prima e che va oltre le altre esperienze politiche. Perché ho sperimentato che il Patto tra donne è possibile ed è bello. A una giovane direi: provaci anche tu, perchè noi ci siamo anche tanto divertite.”
Note
[1] Livia Turco,”Compagne”, Donzelli, 2022
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