Ucraina: Occidente diviso tra propaganda e costi economici
- Michele Corrado
- 22 set 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 23 set 2024
di Michele Corrado*
La situazione di lenta evoluzione delle operazioni nel Teatro ucraino sta iniziando a diventare un reale “problema” per noi occidentali. Per i russi è una delle varie iniziative politico- militari che negli anni hanno contraddistinto la dirigenza sovietica e poi russa, come l’avventura afghana e la “stabilizzazione” cecena, che portano a ritenere la normalità di tali azioni nella loro visione strategica della politica “estera”.
Ora, visto il completo coinvolgimento delle nazioni che appartengono alla Nato in questa nuova avventura russa, si sta lentamente apprezzando il concetto che sostenere militarmente un Paese di medie dimensioni come l’Ucraina in uno scontro armato globale contro una Grande Potenza ha dei costi insostenibili.
Insostenibili almeno per il nostro modo di vedere (e intendere) questo nuovo scenario. Oltre alle motivazioni economiche, siamo sempre alla scoperta di nuove caratteristiche delle operazioni militari aeroterrestri che caratterizzano il conflitto ucraino che si pensava si potessero vedere solo in certi prodotti cinematografici hollywoodiani.
L'uso dei missili a medio raggio
L’ultimo ad appassionarci è l’uso di vettori missilistici di medio raggio (attorno ai 500 km), di fabbricazione occidentale che gli ucraini richiedono incessantemente. È bene in ogni caso provare a chiarire la ragione e l’utilità di tali sistemi d’arma e le ritrosie occidentali al loro impiego.
La ragione: gli ucraini, essendo sotto costante bombardamento su tutto il loro territorio da oltre due anni, aspirano ad avere tali capacità a scopo sia di rappresaglia, sia di distruzione di obiettivi non altrimenti battibili, sia propagandistico.
L’utilità: sono vettori di uso di livello operativo, non tattico, nel senso che sono dedicati ad obiettivi a notevole distanza dalle truppe a contatto che non producono effetti immediati sulle operazioni correnti. Possono essere utilizzati contro aeroporti, centri di comando permanenti, industrie che hanno produzioni di particolare importanza a fini bellici o infrastrutture significative anche solo a livello mediatico.
Tali missili, essendo prodotti di alta sofisticazione, per essere utilizzati hanno bisogno di operatori specializzati e satelliti per la precisione dell’impatto finale; tutti assetti che gli ucraini non hanno ed i russi conoscono. Quindi l’utilizzo di questi missili potrebbe avvenire solo con un coinvolgimento diretto dei produttori ed utilizzatori di tali sistemi d’arma, come ad esempio gli inglesi.
Ora i russi insistono sul concetto che tale procedura determinerebbe una discesa in campo diretta di paesi Nato e quindi cercano di sottolineare tale aspetto. Nella pratica, ai fini dei risultati sul campo, nulla cambierebbe, vista la strategia utilizzata dai russi fondata sul tempo e la pazienza che stanno portando ad una molto lenta, ma inesorabile, spinta offensiva nel Donbass, che rappresenta per loro l’obiettivo strategico minimo di tutta l’Operazione Militare Speciale voluta da Putin e in corso in Ucraina.
Obiettivo Donbass
Fintanto che i russi riusciranno ad alimentare la progressione sul terreno conquistando ulteriori territori ed a non risentire delle perdite subite, non vi saranno possibilità positive sul campo per gli ucraini. Lo "sforzo principale" russo è nel Donbass, e nel momento in cui non riuscissero a mantenerlo, vi sarebbe il collasso completo del fronte.
Gli ucraini, visti i rapporti di forze, possono solo provare a ritardare l’avanzata delle truppe russe sperando in un loro futuro logoramento che impedirebbe il raggiungimento dell’obiettivo finale materializzato dai confini amministrativi del Donbass.
Anche rinnovate capacità degli ucraini di effettuare azioni offensive, di qualsiasi tipo, all’interno del territorio russo non produrranno effetti significativi sulle operazioni in corso in quella regione. E questo sta diventando il vero problema per noi occidentali, il vedere profilarsi un lento spettro di sconfitta nonostante le immense risorse impiegate.
*Col. (Aus.) Esercito Italiano
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