Travolti da militarista passione
Aggiornamento: 17 ore fa
di Menandro

Alcuni anni dopo l'ingresso dei nazisti a Parigi, la scrittrice tedesca Anna Seghers definì il 1940 "l'anno in cui il mondo si mostra paurosamente invecchiato". Chissà che cosa si scriverà del 2025, anno il cui inizio è per molti un mondo irriconoscibile nel vedere che tanti, soprattutto i vecchi, sembrano travolti da un'ondata di senile militarismo, pur non conoscendo, per loro fortuna, neppure un'oncia di guerra guerreggiata dal vivo. Se non la guerra fredda, più commentata che vissuta sulle barricate, sempre con la spocchia di essere dalla parte della verità e mai segnati dal dubbio di non essere al centro del mondo o che la storia non coincida esclusivamente con l'Occidente e i suoi valori, sempre diventati tali perché conquistati dalle classi meno fortunate e mai elargiti dai potenti.
Ma, oggi, l'idea di armarsi fa tendenza. E se non ci si iscrive al partito del riarmo, rischi di essere meno chic, anche se non hai proprio idea di che cosa possano produrre sulla carne quelle armi invocate e mai conosciute, naturalmente. Come in un famoso Carosello degli anni Sessanta, "basta la parola". Tanto chi la pronuncia, non dovrà usarla: "So' mica Jo Condor...". Armiamoci e partite.
I "nuovi" militaristi dai muscoli di cartone, che non saprebbero distinguere un paracarro da un catarifrangente e che prima di quest'ondata di frenetica aggressività verso il nemico ritrovato immaginavano che la tuta mimetica (per assonanza) fosse quella di un circense, ardono dal desiderio di scendere in piazza per l'Europa sabato, 15 marzo. Dopo i girotondi, i forconi, le sardine, adesso l'Italia conosce l'appello di Repubblica, un giornale prestigioso, e di Michele Serra, una persona perbene, che evidentemente non devono essere del tutto convinti di questa Europa, se spingono le masse a chiederne un tagliando, a neppure un anno dalle elezioni. Nessuno se lo chiede, però. Che importanza può avere dinanzi al Parlamento europeo che ieri ha votato la sua personalissima rincorsa alla distruzione del valore autentico e condiviso dell'Europa che è stata la Pace, figlia legittima e di più padri, senza scandalo in società, del Manifesto di Ventotene?
Non sappiamo quante pagine abbia letto la signora Ursula von der Leyen di quel Manifesto, ma temiamo che non ne abbia assorbito lo spirito, se oggi lavora a colpi di miliardi di euro per far uscire l'Europa dalla Pace, mentre i padri fondatori spingevano per il contrario e in maniera durevole.
Di questo 2025, al netto delle stravaganze di quanti hanno fatto carriera in un partito dalla vocazione pacifista, sebbene abituati a tradire il segretario o la segretaria di turno insieme con i soliti "coraggiosi" nell'ombra, una cosa la si può dire anche adesso: "è l'anno in cui il mondo si mostra pericolosamente spendaccione".
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