Tradizioni perdute: la posbìa di San Nicola in terra di Calabria
Aggiornamento: 6 dic
di Gaetano Errigo
Il 6 dicembre, secondo il calendario liturgico, è il giorno di San Nicola. In Calabria, o almeno in diverse località della parte più meridionale della regione, la tradizione (ormai scomparsa come le altre) avrebbe voluto che la giornata iniziasse con una benedizione speciale: la posbìa.
Non saprei ricostruire l'etimologia del nome, che a occhio ritengo possa avere una radice greca, ma posso tranquillamente parlare di questa pratica della quale, probabilmente, sono stato uno degli ultimi ad essermi, felicemente, sottoposto. Una fortuna che debbo alla mia tenace curiosità per tutto ciò che sa di vecchio e di antico, e alla felicità di mio padre a vedere che c'era qualcuno che avrebbe volentieri vissuto le piccole cose di quel vecchio mondo semplice, ormai scomparso.
E così, un anno, e così per qualche anno a venire, decise di accontentare la mia curiosità (ed anche quella di mia sorella e mio fratello) divenendo il sacerdote di quella liturgia popolare, e così si mise all'opera dalla sera prima. Prese un recipiente di creta dove fece bollire il granoturco in chicchi, dopodiché, non possedendo noi un lucernaio da aprire per esporre al vento notturno la pietanza, la lasciò raffreddare, per tutte le ore buie del riposo, sotto il buco della cappa del camino.
Già, serviva un buco che mettesse in contatto il contenuto del recipiente d'argilla con l'esterno. Perché sarebbe successo qualcosa! In effetti, durante la nottata, San Nicola sarebbe passato, solcando il cielo, e si sarebbe fermato a benedire il prodotto della terra, bollito, orinandovi sopra.
Bene, il 6 dicembre mattina, a colazione c'era la benedizione di San Nicola, sottoforma di una semplice e dolce poltiglia di granoturco che, dopo la visita dell'antico Vescovo di Myra, è diventata posbìa e che, anticamente, veniva offerta anche agli animali, sia domestici che di allevamento.
Comentarios