Torino, non c'è pace... tra gli aceri di corso Belgio
Aggiornamento: 22 lug 2023
di Aida dell'Oglio*
Partiamo dalla politica comunale. Leggo dall'Albo pretorio della città di Torino, che si può trovare on line ancora per pochi giorni, come ha ricordato anche il prof. Pietro Terna in un suo recente articolo [1], che la Giunta Lo Russo ha approvato, nelle sue linee guida, l'Atto di indirizzo del Nuovo Piano Regolatore Generale della Città di Torino, presentato in Commissione dall'Assessore Paolo Mazzoleni e che il Progetto preliminare, dopo un periodo di dialogo con i territori, verrà redatto tra novembre e dicembre di quest'anno.
Il nuovo piano regolatore della Giunta Lo Russo
Ne sono compiaciuta, per più di una ragione. Era dal lontano1995 che non veniva redatto un Piano regolatore, come si può leggere nel n° 33 (2015) della rivista 'Politiche piemontesi' dell'IRES, Istituto di ricerche economico sociali della Regione Piemonte, in un editoriale redatto dai ricercatori dell'IRES Carlo Alberto Dondona e Davide Barella. I due tracciano una sintesi delle profonde trasformazioni della città a partire dal 1987, proseguite con il PRG del 1995 e poi continuate in occasione dei Giochi olimpici del 2006. Quel Piano aveva messo a disposizione degli Amministratori della Città di Torino, una serie di strumenti che hanno permesso di mutare radicalmente il tessuto cittadino, in modi sostanzialmente positivi.
Dal 2015 sono trascorsi ancora otto anni, durante i quali abbiamo potuto vedere due opere “incompiute”: la nuova Stazione di Porta Susa e il Grattacielo della Regione Piemonte, due opere che non sembrano ancora integrarsi positivamente nel tessuto urbano circostante. Dai precedenti PRG era rimasta fuori la zona di Torino Nord: la città oltre corso Regina Margherita, benché ci fosse stato qualche intervento privato, da Casa Aurora del GFT (Gruppo finanziario tessile ) nel quartiere Aurora alla La Nuvola Lavazza. Ma si è trattato di alcuni punti isolati, non di un piano organico. Adesso, invece, il sindaco Stefano Lo Russo e l'assessore Mazzoleni ci prospettano un piano meno rigido, che guarda al futuro, che si apre a quanto sta accadendo nel mondo. Nei loro progetti si intravvede una città multiforme, che sa interpretare i mutamenti sociali e realizzare rapide trasformazioni.
L'incomunicabilità dell'assessore Tresso
"Una Torino che torna ad essere grande, un punto di riferimento e una guida nel lavoro, nella solidarietà, nella ricerca, nell'innovazione, nella qualità della vita, nella lotta ad ogni forma di discriminazione e nella promozione di nuovi modelli di sostenibilità e giustizia ambientale". Nel testo si parla di tante cose belle da realizzare, del rapporto più stretto tra le amministrazioni e i cittadini, delle aree da valorizzare, degli spazi verdi da ampliare e migliorare. Sarebbe troppo lungo, richiederebbe un intero saggio, analizzare ognuno dei punti sopra menzionati. Più modestamente mi soffermerò su due punti: la qualità della vita e i nuovi modelli di sostenibilità e giustizia ambientale.
E' noto che in questi giorni nel quartiere Vanchiglietta, in corso Belgio, è in atto un braccio di ferro tra i cittadini e l'amministrazione comunale, nei panni dell'Assessorato al Verde pubblico, per la salvezza degli alberi che "fronteggiano" il cemento e ossigenano la città. I cittadini del quartiere hanno avuta la notizia ufficiale l'8 giugno attraverso un articolo apparso sulla Stampa e soltanto il giorno successivo in un incontro tra l'assessore competente Francesco Tresso e i cittadini. Non era previsto dibattito, ma soltanto domande scritte. In quella sede, l'Assessore ha ribadito quanto già appreso dall'articolo: gli alberi sono malati, sono giunti a fine ciclo di vita e i rami impediscono la circolazione dei tram. In sintesi: corso Belgio fa parte di un progetto di “riqualificazione ambientale” che prevede l'abbattimento di 241 aceri negundo e la successiva piantumazione di pyrus cinesi. L'operazione è prevista in due fasi: la prima, dall'inizio di corso Belgio a corso Brianza, dal 12 giugno a fine lavori; la seconda da corso Brianza a corso Antonelli, da ottobre in avanti.
Pareri discordi sulla salute degli alberi
Agli amministratori locali, però, è stato contestato che nessuno degli alberi di corso Belgio risulta in classe D, che è quella, a partire dalla quale è permesso l'abbattimento; quasi nessuno di essi è ancora giunto a fine vita, essendo stati piantati nel 1949, ma molti sono assi più giovani e l'acer negundus ha un ciclo che può giungere ai 150 anni; quanto ai pericoli per la circolazione dei tram, è stato ricordato che i rami possono essere potati. Infine, negli spazi della discussione, si è fattao spazio anche l'argomentazione del dottor Stella, a suo tempo primario del Reparto Grandi ustionati di Torino, secondo il quale l'abbattimento degli alberi provocherà conseguenze nefaste sulla salute dei cittadini. In primo luogo, per il mancato assorbimento dell'anidride carbonica, oltre all'aumento della temperatura sia delle abitazioni, non protette dalla presenza degli alberi, sia degli asfalti che ricoprono i marciapiedi. Ne conseguirà un incremento delle malattie respiratorie che per effetto di trascinamento produrranno un aumento dei decessi delle persone anziane.
Insomma, un evidente contrasto tra le "buone intenzioni" annunciate dall'Amministrazione comunale e una realtà che singolarmente nega il confronto con i cittadini sui diritti più elementari e sul senso della qualità del vivere tradotto nel quotidiano. Dunque, una scissione di comportamento che non è l'ideale biglietto da visita per lo stesso Nuovo piano regolatore che la Giunta dà l'impressione di voler imporre, anziché condividere, come affermato nei preliminari del progetto. Di qui la protesta e il presidio di corso Belgio, in particolare nel tratto fino a via Andorno, sul quale il Comune ha deciso, in seconda istanza, di intervenire sperimentalmente, forse perché gli aceri lì presenti sono ancora tutti in classe B... Evidentemente un taglio radicale delle piante è persino da preferire al famoso motto "prevenire è meglio di curare". Un chiaro avviso anche ai naviganti, soprattutto se anziani e in non perfette condizione di salute.
*Comitato "Salviamo gli alberi di corso Belgio"
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