Torino: "C'era una volta Gaza", foto per dire "basta alla guerra" e continuare a credere nel futuro
- La Porta di Vetro
- 22 ore fa
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Domani, 13 aprile, ultimo giorno per visitare la mostra fotografica a cura di Paolo Trainito "C'era una volta Gaza" presso la sala polifunzionale "Volere la Luna", in via Trivero 16 (quartiere Parella) a Torino. Alle 17, è annunciato anche un incontro di iniziativa solidale con la popolazione gazawa. Paolo Trainito, classe 1975, novarese, da anni fotografo per passione, con la sua immagini racconta la Gaza che non c'è più, quella del suo viaggio nel giugno del 2022. La Gaza odierna è un ammasso di detriti e macerie e, per usare le parole accorate pronunciate da monsignor Pizzaballa rilasciate a un radiogiornale Rai del mattino, l'opinione pubblica non può immaginare il dramma che si consuma quotidianamente tra la popolazione civile, che non può essere confusa con il terrorismo, ha ricordato il Patriarca di Gerusalemme, mentre nelle dichiarazioni di funzionari Onu il territorio devastato dalla guerra appare come una zona di uccisione "post-apocalittica".
In effetti, la situazione nella Striscia di Gaza, sottoposta a continui bombardamenti israeliani, rende persino superato l'uso della parola dramma o dell'aggettivo drammatico, anche di fronte al bilancio delle delle vittime giornaliere, almeno 21 persone e 64 ferite nelle ultime 24 ore, secondo il ministero della sanità di Hamas. Dalla rottura della tregua del 18 marzo decisa da Tel Aviv, sarebbero stati uccisi circa 500 bambini palestinesi, e complessivamente 1.500 persone, da attacchi aerei e bombardamenti israeliani, ha affermato Mahmoud Basal, portavoce della Difesa civile di Gaza. Perentoria la denuncia delle Nazioni Unite: i recenti attacchi israeliani su Gaza hanno ucciso solo donne e bambini. Che ha denunciato anche nuovi episodi di violenza in Cisgiordania nei confronti dei palestinesi. Stephane Dujarric, portavoce delle Nazioni Unite ha detto che le in sole due settimane le forze israeliane hanno ucciso nove palestinesi, tra cui due bambini, e ferito almeno 130 persone.
Intanto a Tel Aviv e in tutto Israele proseguono le proteste contro il governo Netanyahu e la richiesta, come quella di 250 riservisti dell'intelligence di fermare la guerra.
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