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Tempi lunghi in ospedale per Papa Francesco, la sua lezione sulla sofferenza personale

Luca Rolandi

di Luca Rolandi


@Sergio D'Afflitto

La salute del Papa ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma (foto @Sergio D'Afflitto) non migliora. Anzi: i risultati degli esami «effettuati nei giorni scorsi e nella giornata odierna hanno dimostrato una infezione polimicrobica delle vie respiratorie che ha determinato una ulteriore modifica della terapia». Lo comunica la Sala stampa della Santa Sede. Tutti gli «accertamenti effettuati sino ad oggi sono indicativi di un quadro clinico complesso che richiederà una degenza ospedaliera adeguata». Il Portavoce della Sala Stampa Vaticana Matteo Bruni ha però rassicurato, si legge sull'Osservatore Romano di oggi, 17 febbraio, che “Francesco è di buon umore” e si è dedicato alla lettura di «alcuni quotidiani». Al momento non ci sono previsioni sulle dimissioni dall’ospedale, ha aggiunto il portavoce vaticano, comunicando in seguito l’annullamento dell’udienza generale di mercoledì prossimo. La certezza, ora, è «il riposo assoluto» stabilito dallo staff di dottori.

Questa la cronaca che riguarda un uomo di 88 anni, con diverse problematiche di salute, che sarebbero ordinaria amministrazione se il suo nome non fosse Jorge Mario Bergoglio. Si avvicina il dodicesimo anno del suo pontificato e la sua vecchiaia diventa una incognita sul futuro della sua guida magisteriale. Eppure, nella vita degli uomini e le donne di tutti i tempi, il periodo del tramonto della vita, sempre più prolungato dagli effetti del benessere nel primo mondo apre a prospettive e interrogativi forti. Senza dimenticare che cosa accadde nel febbraio del 2013 con le dimissioni di Papa Benedetto XVI e poi appunto l’elezione il mese successivo di Bergoglio. Tuttavia il tema della salute,  oltre quella di Francesco, pone diversi interrogativi tra i quali banalmente se, come e per quanto tempo ancora continuerà la sua nella chiesa universale e il mondo e su come affrontare il tema del limite umano in campo sociale e naturalmente teologico.

Nel gennaio del 2023, nell’udienza con i rappresentanti della Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle Professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, il Papa affermava: “La salute non è un lusso! Un mondo che scarta gli ammalati, che non assiste chi non può permettersi le cure, è un mondo cinico e non ha futuro”. “Vi esorto a guardare sempre ai valori etici come riferimento indispensabile per le vostre professioni”, aggiungeva. “I valori infatti, se ben assimilati e uniti al sapere scientifico e alle necessarie competenze, permettono di accompagnare nel migliore dei modi le persone che vi sono affidate”. “Ma anche voi, professionisti sanitari - disse ancora Bergoglio -, siete persone, e avete bisogno di qualcuno che si prenda cura di voi, attraverso il riconoscimento del vostro servizio, la tutela di condizioni adeguate di lavoro e il coinvolgimento di un numero appropriato di curanti, affinché il diritto alla salute venga riconosciuto a tutti".

Malattia personale, il singolo di fronte al male, l’affidamento a Dio padre, con il passaggio della Croce per ogni credente è segno distintivo della testimonianza cristiana. Ma non solo la sofferenza è causata da un male personale, fisico o psicologico, interiore o esteriore. Francesco dunque allarga l’orizzonte al tema della malattia e sottolinea il concetto di malattia globale da combattere, arginare perché non è naturale ma determinata da scelte. "Non possiamo pretendere di essere sani in un mondo malato. Le ferite causate alla nostra madre terra sono ferite che sanguinano anche in noi", denuncia il Papa. La cura degli ecosistemi avverte, "ha bisogno di una visione del futuro. Il nostro atteggiamento verso il presente del pianeta dovrebbe impegnarci e renderci testimoni della gravità della situazione. Non possiamo tacere davanti al clamore quando verifichiamo i costi molto elevati della distruzione e dello sfruttamento dell'ecosistema".

Da qui il monito di Francesco: "Non è tempo di continuare a guardare dall'altra parte indifferenti ai segni di un pianeta che viene saccheggiato e violato, per l'avidità di profitto e in nome, molte volte, del progresso. È dentro di noi la possibilità di invertire la marcia e scommettere su un mondo migliore e più sano, per lasciarlo in eredità alle generazioni future. Tutto dipende da noi se lo vogliamo davvero".

Bergoglio ricorda l'enciclica Laudato si': "E così, tutti insieme, per diventare più consapevoli delle cure e della protezione della nostra casa comune, così come dei nostri fratelli e sorelle più fragili e scartati nella società".  Un Papa anziano, malato ma non domo e sempre profetico inizia la sua ultima parte di pontificato che lascia aperte le porte della Speranza giubilare ma pone degli interrogativi sul dopo di lui.


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