Si muove a caso o è nel caos il governo Meloni sui migranti?
di Libero Ciuffreda*
Finalmente il governo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è reso conto che non sono sufficienti gli spot elettorali per gestire complesse situazioni di instabilità politiche e di estrema povertà che coinvolgono tutta l’area del Sahel, una fascia di territorio dell’Africa subsahariana, estesa tra il deserto del Sahara a nord, la savana sudanese a sud, l’oceano Atlantico a ovest e il Mar Rosso a est. Non è mai troppo tardi.
Potremmo dire che l’Africa bussa alle porte dell’Italia e quindi dell’Europa e lo fa a dispetto degli slogan muscolari, in ordine decrescente: "faremo un blocco navale"; "non li faremo partire"; "li andremo a prendere"; "aiutiamoli a casa loro".
La conferenza stampa che si è tenuta dopo il consiglio dei Ministri di ieri, 28 agosto, con gli interventi del sottosegretario Alfredo Mantovano e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ha confermato che il Governo continua a considerare il fenomeno migratorio come un’emergenza da affrontare attraverso accordi bilaterali con paesi non democratici, Tunisia e Libia, luoghi di veri e propri lager, ove gli elementari diritti umani vengono costantemente violati, calpestati, ovvero attraverso un cosiddetto piano Mattei, di cui poco è noto ai parlamentari, tanto meno ai cittadini.
Sono più di 100 mila i migranti che dall’inizio dell’anno sono giunti a Lampedusa, più di 27 mila i morti nel mar Mediterraneo. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha richiamato alla responsabilità ciascuno di noi ed i politici in particolare: “I fenomeni migratori vanno affrontati per quel che sono: movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere”.
Anche il Sinodo dell’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi che si è appena concluso a Torre Pellice, che attende il Capo dello Stato giovedì 31 agosto, in un ordine del giorno approvato all’unanimità ha innanzitutto ribadito l’inalienabile diritto di migrare di ciascun individuo, consapevole che ogni confine reso invalicabile favorisce l’illecito traffico di persone gestito dalle mafie.
Il Governo di oggi, così i precedenti, considerano emergenza ciò che da decenni accade e che potrebbe accadere ancora per anni, se non sapremo rispondere con lucidità e saggezza ai bisogni di un continente che ribolle, vittima di sfruttamento e impoverimento neocolonialista, privato oltre che delle preziose materie prime, anche delle sue migliori intelligenze, che spesso hanno cercato, e cercano, fortuna proprio in quei paesi che hanno contribuito a renderlo più povero. Contraddizione doppiamente disumana.
La domanda vera è questa ed è sempre la medesima: le politiche dell'Unione Europea, e quella italiana in particolare, salvo il diritto di migrare di ogni persona, saranno davvero in grado di aiutare i migranti a non dover partire dai loro Paesi?
* Membro del Consiglio della FCEI (Federazione Chiese Evangeliche in Italia)
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