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SETTIMANA FINANZIARIA Le Borse reggono mr. Typhoon

a cura di Stefano E. Rossi

a cura di Stefano E. Rossi


La volatilità è la caratteristica della settimana nei mercati finanziari globali. Hanno manifestato tutti repentine oscillazioni sui singoli comparti, rivelandosi ultra-sensibili al rischio settoriale o geografico, assecondando umori talvolta poco coerenti, perché vittime dei timori più che dell’intuito che dovrebbe distinguere gli operatori.

Alcuni esempi: l’automotive e gli alimentari sono scesi, presi di mira per la minaccia dei dazi Usa, mentre il prezzo oro, per la stessa causa, si è impennato, facendo registrare una salita che, cumulata a quella da inizio anno, lo porta a un +9,21% sul Dollaro. Per le valute è ancora peggio: dopo le dichiarazioni di una settimana fa, il Peso messicano è crollato in pochi minuti verso il Dollaro del 5%, risalendo solo alla fine della stessa giornata per il raggiungimento di un accordo tra le due nazioni. L’Euro si sta continuando a indebolire. In serata, chiude la settimana a 1.032, con fasi di oscillazione nervosa durante le contrattazioni.

Il nuovo corso della politica americana sforna, ogni minuto, validi motivi per aggiornare le quotazioni dei settori presi di mira, fa rivedere gli equilibri tra le forze economiche globali, porta a misurare d’istinto le minacce ai mercati e a singole realtà industriali, per poi sparigliare le carte all’improvviso, indietreggiando repentinamente come l’onda di una mareggiata in una giornata cupa e tempestosa. A una ridda di dichiarazioni e contro-dichiarazioni di simile portata, oltretutto da parte del più influente esponente della politica mondiale, il mondo della finanza internazionale probabilmente non era sufficientemente preparato.

O si calma lui, o dovremo farci il callo noi, si sente serpeggiare nelle stanze dei più quotati broker. Le dichiarazioni tecniche degli addetti ai lavori non si risparmiano. Il loro consiglio, sempre, è quello di restare sul mercato, semmai di riposizionarsi senza disinvestire. La ricomposizione più opportuna che, questa settimana, sta prevalendo nelle loro considerazioni è: meglio tenere un pochino di tutto. Nel bene e nel male, si dovrebbe restare a galla, finché il tutto non si calma.

Però, nonostante il quadro d’incertezza, gli indici azionari non sembrano subire ripercussioni o inversioni di rotta. Infatti, la Borsa di Milano ha raggiunto per la prima volta nuovi massimi dalla crisi del 2008, lo shock finanziario che aveva portato al fallimento Lehman Brothers. Completa il quadro favorevole di questa settimana il valore degli indici di borsa mondiali, con chiusure tutte in positivo, fatta eccezione per l’Indonesia, alle prese con cali nel settore petrolifero. Si può allora affermare che, in genere, le attese per il futuro non siano del tutto negative. Perfino le guerre più vicine all’Occidente, quella mediorientale e quella a est dell’Europa, sembrerebbero prossime a una composizione mediamente condivisa dalle parti. Quindi, benché l’incertezza turbi il clima finanziario globale, nel complesso, parrebbe che gli affari per le imprese non siano andati poi così male. A meno che la situazione sia in divenire e qualcosa sia rimasto semplicemente in sospeso. Un po’ proprio come lo strano inverno che l’anno nuovo ci ha portato. Molte foglie sono già cadute dall’albero, ma ne stiamo vedendo tante altre ancora appese, che ben presto si staccheranno.

Tornando alle vicende di casa nostra, ci ha colpiti il dato 2024 della produzione industriale, scesa di 42 milioni di Euro, con punte fra il meno 9 e il 16% su moda e auto. Si è riacceso anche il risiko bancario, con una nuova Ops, quella di Bper Banca sulla Popolare di Sondrio. L’obiettivo dichiarato riguarda il piano industriale. Risulterebbe la motivazione prevalente in effetti, se si tiene conto delle caratteristiche dell’operazione: offerta per l’acquisto della quota di controllo, ma con opzione di accettarne l’esito anche al solo superamento del 35%. Anche questa è un’operazione di mercato non concordata ed è sintomo di una sana vivacità del sistema finanziario italiano. Infatti, come sta avvenendo da molti anni, le nostre banche stanno procedendo su un percorso di concentrazione per il rafforzamento dell’intero settore, che, se confrontato con le altre realtà europee, si sta dimostrando uno dei pochi punti di forza del nostro Paese.

La settimana in Piazza Affari è stata caratterizzata dal proseguimento della corsa del titolo Iveco sulla notizia di risultati consolidati 2024 oltre le aspettative, nonché dello spin off, cioè della dismissione, del comparto dedicato al settore difesa, con probabile cessione a Leonardo. L’azione Iveco ha cumulato da inizio anno una crescita di quasi il 50%. Esauriti i benefici delle rivelazioni più recenti, sono da considerare con estrema attenzione ulteriori attese e prospettive di guadagni.


Il Borsino della settimana – rassegna dei migliori e dei peggiori titoli.

I Tori: IVECO +18,10%, Telecom Italia +13,11%

Gli Orsi: Nexi -7,85%, Campari -6,08%

FTSE MIB: +1,01% (valore indice: 37.055)

 

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