Scuola: la neocensura del ministro Valditara
di Antonio Balestra
In queste ore sta avendo una eco importante la lettera della Dirigente Scolastica di Firenze, rivolta ai propri studenti, a seguito del vile pestaggio da parte dei neofascisti fuori dal Liceo Michelangelo del capoluogo toscano. Risonanza amplificata dalla reazione del ministro Giuseppe Valditara che ha bollato come inopportuna la lettera, arrivando a minacciare provvedimenti disciplinari della Dirigente nel caso in cui la stessa dovesse insistere sulla stessa linea.
Ho provato ad analizzare con massima attenzione la lettera per cercare di capire quali corde la Dirigente Scolastica abbia potuto toccare per giustificare una così netta censura da parte del dicastero di Viale Trastevere. Due sono gli elementi che vengono sottolineati con massima forza nel breve testo ormai diffuso in maniera capillare in rete. In primo luogo Annalisa Savino nel rivolgersi ai suoi studenti, citando Gramsci, li mette in guardia dall’indifferenza quale comportamento complice dell’affermazione dei fascismi. Viene richiamata l’importanza di non sottovalutare quegli episodi apparentemente secondari, in qualche maniera nascosti e rimossi, che portano alla normalizzazione della violenza come forma di affermazione delle proprie idee. Il fascismo è nato “ai bordi di un marciapiede qualunque “ sotto gli occhi indifferenti di chi riteneva che fosse un problema inesistente o meritevole di non essere considerato. Nato ai bordi di un marciapiede simile a quello di Firenze dove giovani studenti sono stati picchiati selvaggiamente da neofascisti di azione studentesca vicina a FdI.
Ma il richiamo più vigoroso è al presente, pericolosamente simile a quei momenti in cui i fascismi ed i totalitarismi hanno trovato terreno fertile per affermarsi. Deve essere risultato particolarmente fastidioso al nostro Ministro il richiamo alla chiusura come elemento caratterizzante questo momento storico-politico della nostra Italia: la chiusura verso gli altri, la chiusura nel proprio recinto, la chiusura verso i diversi, l'esaltazione delle frontiere. Fastidioso per un politico noto per alcuni dei suoi libri dai titoli sicuramente evocativi quali «L'impero romano distrutto dagli immigrati», «Immigrazioni. Tutto quello che dobbiamo sapere» e «Immigrazione. La farsa umanitaria». Insomma uno schiaffo alla visione sovranista della società ripiegata sulla nostalgia di un periodo passato con il forte richiamo a non sottovalutare il pericolo come accaduto nel passato. Perché il fascismo può nuovamente rinascere ai bordi di un marciapiede qualunque sotto gli occhi complici degli indifferenti.
Il Ministro Valditara ha chiesto con fermezza che la politica esca fuori dalle scuole. Questa affermazione suona alquanto bizzarra detta da un Ministro che il 9 novembre, dimenticando la ricorrenza della giornata contro il fascismo e l'antisemitismo, istituita dalle Nazioni unite per commemorare la Notte dei cristalli, prende spunto dalla celebrazione della caduta del muro di Berlino per ricordare il Comunismo come una delle piaghe più profonde dell'Umanità in una visione ristretta ed unilaterale.
Poi sarebbe interessante capire cosa significa far uscire la politica dalle scuole? La difesa dei valori dell’antifascismo dovrebbe essere principio guida per ogni cittadino, così come l’affermazione dei principi fondamentali della nostra Carta Costituente che si riconosce proprio nella negazione del fascismo.
Ma riprendendo l’invito della Dottoressa Savino a non esser indifferenti, non possiamo ignorare come l’affermazione dei totalitarismi sia sempre passata dal controllo della scuola e della cultura. Sarebbe ad esempio interessante sapere dal nostro Ministro chi abbia dato indicazioni ad alcuni Prefetti di monitorare le iniziative nelle scuole per celebrare e ricordare il 10 febbraio, giornata del ricordo, la tragedia delle foibe. Con quale intento e con quale finalità?
Dovremmo ricordare al Ministro che le scuole dipendono dal suo dicastero e non dal Ministero dell'Interno e che l'art. 33 della nostra Costituzione sancisce la libertà dell'insegnamento che deve rimanere libero da ogni condizionamento politico.
La presa di posizione del Ministro Valditara nei confronti della Dirigente Scolastica ha avuto una risposta immediata da parte di alcuni settori della scuola e della società civile. Non è mancato il comunicato della CGIL scuola. E’ in atto in queste ore una raccolta firme di solidarietà alla Dirigente Scolastica da parte di colleghi e di docenti. Ma questa non può e non deve essere una difesa corporativa, ma l’occasione per una seria riflessione sul rischio che in qualche maniera possa essere messa in discussione la libertà di pensiero e l’autonomia delle scuole, caposaldo fondamentale per una scuola libera ed interprete dei principi della nostra Costituzione.
Se oggi si alza preoccupante l’attenzione verso il pericolo di nuovi fascismi è grazie al coraggio di persone come la Dirigente scolastica Annalisa Savino. Perché forse da oggi guarderemo con minore indifferenza e maggiore preoccupazione quello che accade ai bordi di marciapiede qualunque delle nostre città.
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