Sciopero e rilancio di Mirafiori. I sindacati chiedono un incontro
Aggiornamento: 17 nov 2023
"Piazze piene e fabbriche vuote" è il commento dei sindacati Cgil e Uil che hanno proclamato lo sciopero di oggi, 17 novembre. Grandi manifestazioni si sono svolte in Lazio, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise. In provincia di Reggio Emilia, dove lo sciopero è stato generale e non ha interessato soltanto alcune categorie come nel resto della regione in cui è prevista una nuova fermata il 24 novembre, la mobilitazione ha avuto il suo epicentro nel capoluogo di provincia dove si sono raccolte 10 mila persone che hanno dato vita a un lungo serpentone nel vie del centro.
Ma la soddisfazione dei sindacati, in particolare quelli dei metalmeccanici, a Torino si scontra con una realtà in cui predomina la depressione per l'assenza di concrete prospettive nel settore automobilistico: a Mirafiori non c'è bisogno di scioperare per vivere la fabbrica come perennemente vuota. E' l'effetto della desolazione al potere in una città che apprende con incurabile (sembra) fatalismo le notizie peggiori che le propina il Gruppo Stellantis a trazione sempre più francese.
La più recente ha rimasticato la sua politica industriale che persegue in Italia: il 3 novembre scorso, la direzione del gruppo ha inviato una email a 15 mila dipendenti invitandoli a prendere in seria considerazione l'ennesimo incentivo in cambio di dimissioni volontarie. Una "occasione", è stato sottolineato, che vale fino al 31 dicembre, come la promozione di un elettrodomestico. Un altro taglio, e neppure mascherato, che si aggiunge all'esodo di 350 lavoratori nel 2022 a Torino, nello specifico. La stessa cifra dell'anno precedente, quasi a fare tendenza nella progressiva liquidazione della forza lavoro.
E' la notte color nero pece della città ex capitale dell'auto. C'era una volta la Bertone, storica carrozzeria il cui stabilimento (inattivo) di Grugliasco, costruito nel 1959 ed acquistato da Marchionne nel 2009 per la produzione di modelli Maserati, è stato messo in vendita su un sito immobiliare. Un film già visto, ma senza lo stile che assicurava Bertone. Va da sé che la sorte di 115mila metri quadrati, se non vi saranno rapide offerte, è segnata: andranno ad ingrossare l'anticamera dei reperti di archeologia industriale destinati al peggio.
Vendite immobiliari e nuovi modelli
La decisione dell'amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares peraltro era nota da tempo e il gruppo non aveva fatto mistero di volersi liberare dell'immobile entro il 2024, trasferendo gli ultimi duecento operai a libro paga in corso Agnelli, a Mirafiori. Né ha provocato reazioni dei sindacati che nel 2019 avevano siglato un accordo per concentrare le attività produttive e i dipendenti - ritenendo impossibile difendere due fabbriche nella stessa area - nell'ultimo stabilimento della storia Fiat da cui ancora escono auto, appunto Mirafiori, sempre più somigliante a Fort Alamo sotto assedio, con la differenza che se i morti di quella resistenza sono diventati eroi immortali della nascita del Texas, agli ultimi operai, mortificati da anni di cassa integrazione, la sottrazione della loro vita psichica non dà diritto ad entrare nel mito.
E c'era una volta la Fiat... Per scongiurare il De profundis, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno chiesto la convocazione a breve termine dell'Osservatorio nazionale, l'organismo previsto dal Contratto nazionale specifico di primo livello, per capire, almeno a grandi linee, che cosa vi è dietro l'angolo per l'automotive e per Mirafiori, almeno per Mirafiori, visto che dei dintorni oramai non c'è più traccia.
Il 24 novembre sciopero regionale in Piemonte di otto ore
Risponderà Tavares, che già ha mostrato di snobbare il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso? E darà finalmente alla fabbrica un nuovo modello da aggiungere sulle linee che attualmente producono 500 elettrica, Maserati sportiva e Maserati berlina (di quest'ultima si attende la nuova versione elettrica) o gli operai si ritroveranno in cassa integrazione anche nel periodo natalizio?
Sono domande che i sindacati di categoria di Cgil e Uil riproporranno venerdì prossimo, 24 novembre, con lo sciopero regionale in Piemonte. Otto ore di astensione dal lavoro con una mobilitazione che avrà il suo momento pubblico nel corteo che da Porta Susa si dirigerà piazza Castello, davanti alla sede della Regione Piemonte. Dal palco parleranno il Segretario generale della Cgil Maurizio Landini, a conclusione di un comizio che sarà aperto da Ivana Veronese, Segretaria confederale della Uil; nel mezzo gli interventi delle delegate e dei delegati di fabbriche e di aziende.
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