Salvatore Todaro, l'ufficiale gentiluomo nella vita e sul mare
Aggiornamento: 1 set 2023
di Marco Bandioli*
Tra i film italiani in gara alla 80^ edizione della “Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica” della Biennale di Venezia, concorre la pellicola dal titolo “Comandante”. Ed è un film storico, di Storia patria, che narra un episodio eroico di guerra sul mare avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale che ha affascinato e continua ad affascinare, non poteva essere altrimenti, tutti i cadetti all'ingresso dell'Accademia Navale. Un fascino positivo nella temperie della guerra che non va inglobato nella trita retorica degli "italiani brava gente", ma che può all'opposto illuminare le nuove generazioni sulla tragedia che rappresenta ogni conflitto bellico. Protagonista (il film non è ancora in distribuzione), è l'allora Capitano di Corvetta Salvatore Todaro della Regia Marina italiana (interpretato da Pierfrancesco Favino), un ufficiale che si distinse non solo per il suo valore e coraggio di Comandante di sommergibili, ma anche per il suo stile di vero gentiluomo.
Il film che racconta il suo altruismo
Prima di diventare un Ufficiale sommergibilista ebbe un trascorso come “osservatore aereo” sugli idrovolanti ed in tale contesto, a seguito di un incidente in mare subì una frattura alla colonna vertebrale che lo obbligò a portare, di nascosto e per tutta la vita, un busto. Le sue audaci e coraggiose imprese connesse alle sue capacità e virtù militari gli fecero attribuire numerose decorazioni, nonché una medaglia di bronzo al valor militare, tre medaglie d'argento al valor militare e una medaglia d'oro al valor militare “alla memoria” (morì sul colpo raggiunto da una scheggia alla tempia mentre era a bordo del peschereccio armato Cefalo a La Galite, in Tunisia, nel dicembre del 1942, in missione di sorveglianza dell'attività delle forze anglo-americane). Attualmente a lui è stata dedicata la nuova classe di sommergibili U-212A denominata appunto “Classe Todaro”, nonché il sommergibile capoclasse “Comandante Salvatore Todaro” (S 526).
In occasione della prima del film alla Mostra del Cinema, la Marina Militare ha ridislocato a Venezia il sommergibile “Romeo Romei” (S 529) della “classe Todaro”. Per inciso i nostri attuali “sommergibili” sarebbero più propriamente da chiamare “sottomarini”, in quanto sono mezzi progettati per operare “quasi esclusivamente” nelle profondità marine o comunque sotto la superficie del mare.
Come premessa, è opportuno ricordare che allo scoppio della 2^ Guerra Mondiale il Capitano di Corvetta Todaro era il Comandante del sommergibile Cappellini di stanza nella base oceanica di BETASOM (a Bordeaux) le cui missioni operative consistevano nell'attaccare e bloccare i rifornimenti nemici lungo le rotte oceaniche tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
L'affondamento del "Kabalo"
L'episodio di cui tratta il film è relativo a quella che viene chiamata “la vicenda del Kabalo”: nella notte del 15 ottobre 1940, nel corso di una perlustrazione a circa 700 miglia dall'isola di Madera (al largo della costa nord-occidentale del Marocco), intercettò il piroscafo belga Kabalo e, dopo il lancio di tre siluri andati a vuoto, rispose al fuoco nemico impiegando il cannone di bordo la cui azione portò al rapido affondamento del Kabalo.
Dopo l'affondamento di una nave, la regola di guerra prevede che il sommergibile si allontani il più velocemente possibile per non essere intercettato, anche casualmente, da forze nemiche eventualmente presenti in zona. Todaro invece, nonostante il mare grosso, ordinò di trainare con una cima l'unica scialuppa con a bordo i superstiti del Kabalo in attesa del miglioramento del tempo, rimanendo però così con il sommergibile in superficie. Il tempo non migliorò per ulteriori 2 giorni ed addirittura la cima che trainava la scialuppa si spezzò: per non lasciare al proprio destino i superstiti Todaro decise di accoglierli tutti a bordo della torretta del sommergibile sino al loro sbarco, che avvenne dopo 2 giorni, in modo occulto ed in piena notte sulla costa delle isole Azzorre.
Le critiche dell'ammiraglio tedesco Dönitz
Pur non essendo una novità per il Comandante Todaro salvare uomini delle navi che aveva affondato, questa volta l'episodio apparve su tutti i giornali del mondo per sottolineare il lodevole comportamento dei marinai italiani. Todaro fu tuttavia accusato di aver affondato una nave di un paese neutrale, il Belgio, paese invaso dalla Germania nazista con la quale aveva firmato una resa incondizionata il 28 maggio del 1940. In realtà, il Kabalo era un mercantile “militarizzato ed armato” del Convoglio britannico OB.223 e trasportava materiale bellico.
L'Ammiraglio Karl Dönitz criticò aspramente il comportamento dell'ufficiale italiano, così difforme dai Comandanti tedeschi (almeno nella Seconda guerra mondiale) e, nel merito, leggenda (o verità?) vuole che Todaro diede a Dönitz una risposta perentoria: “Un Comandante tedesco non ha, come me, duemila anni di civiltà alle spalle”. Questo è, in termini sintetici, quanto avvenne.
Non avendo visto il film non si possono dare ovviamente pareri nel merito. Sicuramente la parte tattico-navale sarà ben curata in quanto sono state date delle consulenze specifiche. Tuttavia nel tempo si sono viste in televisione alcune rivisitazioni storiche di eventi militari non perfettamente aderenti ai fatti o perlomeno non pienamente aderenti a quanto riportato dalla documentazione ufficiale. Questo per “necessità cinematografiche” o per “letture storiche” talvolta discutibili o stucchevolmente di parte.
In aggiunta c'è anche l'italica propensione a filtrare il tutto attraverso aspetti leziosi e melensi che risultano poi del tutto marginali sia nel contesto generale che nel contesto specifico. Niente di male ovviamente, ma bisognerebbe chiedersi quale sia l'aspetto che si ritiene evidenziare per poter dare il famoso “messaggio comunicativo”, palese od occulto che voglia essere. Diamo fiducia... e come disse l'ammiraglio Nelson con il cannocchiale in mano: “staremo a vedere!”
*Contrammiraglio Marina Militare Italiana (r)
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