Rubio e la cenere delle religioni
di Stefano Garzaro

Al tempo delle guerre con l’Iraq, fu gioco facile per il dittatore Saddam Hussein scagliare maledizioni contro i cristiani bollati come nuovi “crociati”, mettendo nel mazzo Cia, Navy Seal, Black Watch, bersaglieri, associazioni umanitarie, ordini mendicanti. In guerra non c’è tempo per i distinguo, né tanto meno per rileggere la pagina di Matteo dove il cristiano Gesù chiama “beati” i costruttori di pace [1]. Poi le guerre finiscono, ma le etichette e gli slogan restano, perché la guerra non lascia soltanto cicatrici fisiche. Ed è probabile che sia destinata a trasformarsi in una cicatrice simbolica anche la crocetta di cenere sulla fronte di Marco Rubio: il 5 marzo, mercoledì delle Ceneri, il segretario di Stato di Trump si è presentato infatti in video alla Fox News con la crocetta che viene da un’antica tradizione cristiana di digiuno e penitenza, ormai considerata archeologia antropologica: la crocetta veniva tracciata in fronte il primo giorno di Quaresima usando le ceneri dei rami d’ulivo, per ricordare che siamo nati dalla polvere e che la polvere sarà il nostro destino. Una lezione d’umiltà, oltre che di biologia. La crocetta di Rubio non è stata però un sigillo di essenzialità e fraternità, quanto piuttosto la proclamazione che il mondo è diviso in buoni, gli Stati Uniti d’America (e per certi versi anche la Russia), e in kattivi, come i palestinesi e i poveracci in genere.
Un’abitudine mai morta
Gli occidentali ingenui, illusi che la laicità e la separazione tra politica e religione fosse una conquista irreversibile, hanno provato un brivido. Con quale coraggio – si sono chiesti – un segretario di Stato mescola le carte e si presenta alla Fox con la crocetta in fronte? Vuoi vedere che Dio sta davvero con lui?
Dal tempo di Costantino imperatore, i governi hanno sempre accarezzato il pelo alla religione, qualsiasi religione purché vincente. E spesso alla religione è piaciuto farsi lisciare, sebbene con discrezione. Rubio e il suo presidente non conoscono discrezione, quindi fanno entrare sfacciatamente la religione nel business politico: se ho il consenso di Dio sono a cavallo, perché di conseguenza raccolgo il consenso delle masse sfiduciate e sbandate che cercano nuove sicurezze e nuovi sogni.
Non a caso Trump ha istituito l’Ufficio della fede per riportare la religione negli Stati Uniti. Quale religione? Quella del presidente. A capo dell’Ufficio ha nominato la telepredicatrice Paula White con il suo messaggio martellante: la ricchezza è segno di benedizione divina e mettersi contro Trump, il gran ricco, è mettersi contro Dio.
Sia chiaro, la tesi non è inedita e non è stata inventata oggi, ma è la versione liofilizzata al gusto Rubio della teologia della prosperità, germogliata nel 1905 con il saggio L’etica protestante e lo spirito del capitalismo del filosofo Max Weber. Semplificando, per Weber la ricchezza, cioè il benessere generato dal lavoro, è il segno della grazia divina che premia i predestinati. Se perciò sei povero, significa che Dio non ti ama abbastanza e che sei pure kattivo.
Tre obiezioni doverose
A questa serissima paccottiglia si oppongono tre antichi pensieri: teologico, biblico e persino mitico.
Una prima dura risposta è già stata espressa dagli stessi teologi protestanti chiamati in causa un secolo fa da Weber. I protestanti - chiariscono quei teologi - sono cristiani e si rifanno all’Evangelo, dove è scritto esattamente il contrario di ciò che affermano Weber e Trump: Dio, anche a costo di non essere capito, sta dalla parte dei poveri. Dio stesso ha dichiarato di aver scelto i poveri in centinaia di versetti dalla Genesi all’Apocalisse. Se non bastasse, Gesù era ostinatamente povero e amico non solo dei poveri, ma anche dei malati fisici e mentali, degli stranieri, delle meretrici, dei bambini, dei legalmente impuri secondo la religione del suo tempo. Quindi la teologia della prosperità per i cristiani è peggio di un’eresia: è una bestemmia, un insulto rivolto direttamente a Dio.
La seconda obiezione, quella biblica, è diretta a chi va orgogliosamente in televisione con le crocette in fronte, e arriva ancora da Matteo: «Quando digiunate, non assumete un’aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché non appaia agli uomini che tu digiuni, ma solo al Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». [2]
La terza obiezione, seppure leggendaria, nasce dalla storia di Core, personaggio della tradizione ebraica, cristiana, islamica e anche dei Testimoni di Geova. Nella Bibbia, Core contesta ai suoi capi Mosè e Aronne il diritto di guidare il popolo nel deserto. Invidioso e presuntuoso, Core non accetta che Dio abbia affidato il potere profetico e sacerdotale a quei due avventurieri anziché a lui, ricco e scaltro. Per attaccare Mosè, Core fonda un partito, quello dei mugugnatori. Durante una drammatica assemblea all’aperto, tuttavia, il terreno si spalanca sotto i piedi di Core e dei suoi compagni inghiottendoli tutti, e si richiude su di loro mentre Dio lancia fulmini terribili.[3]
Secoli più tardi la storia di Core viene integrata dal Corano, dove il personaggio si chiama Qarun. Costui, arrogante e avido, è così ricco che occorrono sette cammelli soltanto per trasportare le chiavi di tutti i suoi forzieri. Nella sua presunzione, Qarun è convinto che il merito di tanta ricchezza sia soltanto suo e delle sue straordinarie capacità personali. Il finale sarà identico a quello della Bibbia, con la terra che si spalanca per inghiottire Qarun e i suoi.[4]
Trump, Rubio, attenti: prima di mostrarvi alla Fox leggete la Bibbia, e anche il Corano.
Una conclusione
Il gesto di Rubio non ha scatenato soltanto valanghe di meme nei social. Non sono mancati infatti cristiani che hanno apprezzato: ecco finalmente un uomo pio e coraggioso che esce allo scoperto. Dimenticando però che la cenere sparisce e l’etichetta resta, e che l’accostamento fra il cristianesimo e tutto ciò che verrà da qui in poi dalla politica di Rubio – dalla Palestina alla Groenlandia – sarà inciso sulla pietra.
Le religioni dei tempi nostri, con le chiese vuote, dimostrano come secoli di privilegi e di legami con il potere alla fine hanno un prezzo, salato. Come in un brutto romanzo sembra però che le nostre religioni non l’abbiano capito, tant’è che si stanno infilando ancora una volta in un vicolo cieco. E se toccasse proprio ai laici venire in soccorso delle religioni, ripulendole dalle tossine?
Note
[1] Matteo 5, 9.
[2] Matteo 6, 16-18.
[3] Libro dei Numeri, 16: . 1 Ora Core figlio di Izear, figlio di Keat, figlio di Levi, e Datan e Abiram, figli di Eliab, figlio di Pallu, figlio di Ruben, 2 presero altra gente e insorsero contro Mosè, con duecentocinquanta uomini tra gli Israeliti, capi della comunità, membri del consiglio, uomini stimati; 3 radunatisi contro Mosè e contro Aronne, dissero loro: «Basta! Tutta la comunità, tutti sono santi e il Signore è in mezzo a loro; perché dunque vi innalzate sopra l'assemblea del Signore?...
[4] Corano, Sura al-Qasas, 28, 76-82.
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