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Rinasce il Museo d'Artiglieria e sorge la Cittadella del Demanio

Aggiornamento: 10 nov 2022

di Vice

Si è aperta una nuova pagina per l'uso degli spazi istituzionali a Torino. La pre-intesa raggiunta ieri l'altro, 8 novembre, da tutti gli attori istituzionali coinvolti nel trasferimento del Museo Nazionale di Artiglieria dalla Caserma Amione (corso Lecce, nei pressi di piazza Rivoli) al Mastio della Cittadella (sede storica) e nel contemporaneo avvio dei lavori per ristrutturare la caserma vuota e adibirla a nuova Cittadella del Demanio segna l'avvio entro il 2023 di un processo di razionalizzazione strategico degli immobili storici (e di risparmio economico) per il futuro della città, già programmato nelle sue linee guida nel 2018. [1]

Per il Museo d'Artiglieria, nell'anno del Centenario dell'Associazione nazionale Artiglieri d'Italia (Anarti) è un salvifico ritorno all'antico, dopo l'esilio forzato nella Caserma Amione (nelle foto) che comunque ha permesso di custodire, conservare, ampliare, l'immenso patrimonio di armi, grazie alla passione di chi lo ha diretto, dal luogotenente dell'Esercito Enrico Galletti, oggi responsabile pro tempore in attesa della nomina del nuovo direttore, al colonnello Michele Corrado e al ten. colonnello Gerardo Demo, direttore ad interim negli ultimi due mesi.

Ma, nello stesso tempo, il Ministero della Difesa sa quanto "l'ospitalità" nella Caserma Amione si sia rivelata una soluzione d'emergenza precaria, diventata ordinaria, che ha penalizzato la funzione culturale, evocativa e didattica della struttura.

Il Museo d'Artiglieria, che non ha eguali in Italia, fu creato nel 1843 da Re Carlo Alberto su insistenza del generale Vincenzo Morelli (cui è dedicata una caserma in corso Unione Sovietica a Torino, per decenni sede di un reparto della Divisione Cremona) accoglie ricche collezioni d’armi bianche e da fuoco d’epoca, di artiglierie, di collezioni di uniformi, di bandiere, di una biblioteca con oltre 10mila volumi.


Note

[1] Il cronoprogramma decollerà, infatti, il prossimo gennaio. La decisione è stata presa in una riunione cui hanno partecipato i principali attori dell’operazione che rientra in un progetto (slittato più volte, anche a causa della pandemia) di ricollocazione e concentrazione di risorse e di strutture che coinvolge il Ministero della Difesa, il Demanio Nazionale, il Comune di Torino. In altre parole, si darà finalmente corso al progetto di realizzazione del Demanio nazionale (dovrebbe ospitare una ventina di amministrazioni pubbliche, Tar e Avvocatura di Stato inclusi, per complessivi duemila dipendenti. In



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