Resistenza madre dell'Europa unita nelle parole di Mattarella
di Stefano Rossi
Il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella* a Cuneo per celebrare il 78° anniversario della liberazione italiana dall’occupazione nazifascista, si è aperto con la nota citazione di Piero Calamandrei che esorta a visitare le montagne, le carceri, i campi dove i partigiani versarono il proprio sangue come luoghi dove è nata la Costituzione. Cuneo e la sua provincia sono i luoghi per eccellenza dove è nata la Costituzione, in questo senso. Nelle valli e sui monti cuneesi la Resistenza è stata un esteso movimento di popolo, e quei territori sono stati i più colpiti dalle deportazioni e dalle rappresaglie nazifasciste.
È importante leggere il discorso del Presidente della Repubblica del 25 aprile, non solo come momento celebrativo, ma come un’occasione per rinfrescare e consolidare una memoria condivisa del tempo in cui popolo italiano si è riscattato dalla vergogna fascista: “la Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per affermare il riscatto nazionale”. La scelta delle parole è essenziale: la Resistenza non è stata soltanto lotta di liberazione dall’occupazione nazista, ma rivolta morale contro il fascismo italiano, contro il regime che sospese la libertà e i diritti, che promulgò le leggi raziali e che trascinò l’Italia in una guerra ingiusta ponendola dalla parte sbagliata della Storia.
La Resistenza fu un movimento, ricorda Mattarella, che “mobilitò gli operai delle fabbriche […] coinvolse i contadini e i montanari”, riunì sotto l’obiettivo del riscatto nazionale tutte le fazioni politiche antifasciste, dai comunisti ai cattolici, dagli azionisti ai monarchici, e tutti gli strati della società. Fu il moto che diede impulso alla scrittura di una nuova Costituzione italiana e alla definizione delle regole di convivenza basilari che ancora oggi compongono il contesto e i limiti in cui lo Stato opera. Una Costituzione democratica e liberale, della giustizia sociale, dei diritti e delle autonomie locali.
Mattarella ricorda però che i padri e le madri costituenti andarono oltre. Non si limitarono a dare all’Italia un nuovo ordinamento: lo fecero nel contesto di una soluzione che avrebbe dovuto scongiurare per sempre la guerra tra i popoli europei. In questo senso, il contributo del Partito d’Azione fu determinante, non solo grazie ai confinati di Ventotene, ma anche a esponenti di spicco della Resistenza piemontese come Duccio Galimberti e Antonino Rèpaci, che proposero una Costituzione europea come elemento chiave per il perseguimento della pace in Europa, superando le sovranità nazionali che erano state, per citare Einaudi, “fonti di guerre senza fine”, soluzione poi riflessa nell’articolo 11 della Costituzione italiana. O come Mario Alberto Rollier che individuò lo schema federale come quello adatto alla nascente comunità europea, in base al quale le specificità linguistiche, culturali e storiche fioriscono nel progetto comune e lo rinforzano, anziché indebolirlo.
“Un sogno che ha saputo realizzarsi per molti aspetti in questi settant’anni. Anche se ancora manca quello di una “Costituzione per l’Europa”, nonostante i tentativi lodevoli di conseguirla”.
Alcune delle utopie sognate dalla Resistenza negli anni più bui della guerra sono diventate realtà e garantiscono agli europei pace, sicurezza e progresso – con i limiti e le contraddizioni di un andamento progressivo e tuttora incompiuto – come la moneta unica o la cittadinanza europea, preconizzate proprio da Galimberti nel suo progetto di Costituzione europea del 1943.
Altre di queste utopie ci sono state consegnate, e sembra uno scherzo del destino che il progetto di una Costituzione europea, o di una politica estera e di difesa unica, promosso da persone che vivevano sotto i bombardamenti, tra le stragi e le rappresaglie di una spaventosa guerra fratricida, sia considerato impraticabile oggi che l’Europa è unita sotto tanti punti di vista e il processo di integrazione ha garantito pace e progresso per ottant’anni ai suoi membri.
La Presidenza della Repubblica ci ricorda che quei progetti sono invece necessari, e che spetta a tutti noi raccogliere l’eredità della Resistenza e realizzare pienamente la sua lezione, in Italia, in Europa e nel Mondo, soprattutto con la mente e il cuore rivolto alla pace.
*Foto tratta dal sito ufficiale del Quirinale
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