top of page

PUNTURE DI SPILLO. Wanted: Amazon e BlackRock, "accumulatori seriali" di dati

Aggiornamento: 3 giorni fa

a cura di Pietro Terna


Amazon scommette cento miliardi sull’intelligenza artificiale, mentre BlackRock,[1] con il suo portafoglio di partecipazione da oltre dieci trilioni, acquista per tre miliardi e briscole una azienda specializzata in dati finanziari. I giganti della tecnologia giocano a poker con l’IA e con i dati, puntata minima da un miliardo di dollari, grandi bluff e per ora poche vincite. Si comportano come se nei dati ci fossero immensi forzieri colmi di monete d’oro in cui sguazzare, come han visto fare a zio Paperone. La realtà è ben più complessa e al momento i loro profitti richiedono l’impiego di lavoro mal pagato in ogni parte del mondo, che si tratti di inscatolare e consegnare prodotti a domicilio o di programmare codici informatici. Ci stiamo affidando a una miscela esplosiva fatta di aspettative eccessive,[2] concentrazioni pericolose e enormi disuguaglianze.

«Mal pagato, meglio di niente» mi sento spesso replicare. A parte che può essere anche la terribile giustificazione del tragico caporalato dei braccianti in agricoltura a uno o due euro all’ora, la trappola della disuguaglianza è anche la trappola del sottosviluppo. I dati che seguono sono attendibili,[3] senza esagerazioni estreme: un’ora di lavoro di un programmatore pakistano vale meno di un decimo di quella del suo collega americano; sì, ma la vita costa di meno; no, perché tutti i beni di consumo durevole, a iniziare dal computer con cui lavora, sono anche per lui i prezzi americani o molto più cari.

Ritorniamo agli accumulatori seriali di dati, [4] a iniziare da Amazon (a lato, la sede a Seattle, foto Wikipedia) che immagina di pianificare l’economia del mondo intero (forse escludendo la Corea del Nord e Cuba, ma solo forse) avendo conoscenza perfetta della domanda finale delle famiglie – e anche lavorando per indirizzarla con tutte le forme di intervento pubblicitario e finanziario immaginabili – e producendo esattamente quei prodotti. Ho scritto producendo e non commerciando perché l’attività di Amazon si fonda in gran parte su fornitori direttamente controllati o eterodiretti, in una rete inestricabile di collegamenti.[5] 

In una ricerca su Amazon condotta[6] nel 2022 del torinese Centro Einaudi,[7] la lista di fornitori esclusivi[8] rilevata in quel momento è a dimensione di asilo infantile rispetto l’intreccio mondiale che si coglie ora. L’accumulatore seriale (di dati) Amazon scommette ora sull’intelligenza artificiale, come business e come servizio per la propria gestione delle informazioni che detiene. Forbes, la rivista statunitense di attualità economica e finanziaria che tutti gli anni pubblica la classifica degli uomini più ricchi del mondo, esprime[9] non pochi dubbi: «Le azioni di Amazon salgono del 30%, ma la sua scommessa da 100 miliardi di dollari sull'intelligenza artificiale potrebbe non dare i suoi frutti». Intanto peggiorano le condizioni di lavoro, come denuncia una ricerca[10] condotta da ricercatori dell’Oxford Internet Institute, ben segnalata da MagIA,[11] rivista web co-promossa dall’Università di Torino.

L’altro accumulatore seriali di dati – e di… patrimoni, in questo caso – presente in questo spillo è BlackRock, uno dei fondi di investimento più grandi in assoluto. Con Vanguard e State Street a fine 2021 erano i principali azionisti di circa il 90% delle società quotate sull'indice S&P 500, in particolare farmaceutica, armamenti, idrocarburi ed elettronica. Tra Amazon e questi dinosauri del capitale, il Mondo è sottomesso a una struttura a-democratica che si nutre di dati. Controprova? BlackRock si è mangiato con un piccolo esborso di 3,2 miliardi di dollari il fornitore di dati Prequin, come riporta[12] il Wall Street Journal. Per contro, il colosso dei colossi, pare di manica assai stretta con gli stipendi[13] in India.

Tutto si concentra, quindi, dal commercio alla finanza, con grandi rischi, come titolava[14] già nel 2013 l’Economist, con «Il monolite e i mercati» riportando una immagine che ricorda l’inizio di «2001, Odissea nello spazio». Decisamente inquietante, come sono inquietanti i palazzi in stile monolite delle sedi centrali di BlackRock (nella foto, la sede di Manahttan) ae Amazon. Gli sbagli dei giganti colpiscono il futuro di tutti. Anche l’intelligenza artificiale degli LLM (Large Language Model) sbaglia, ma consoliamoci: sta aumentando la capacità di interpretarne il funzionamento.[15]

Aspettative e scommesse si alternano nella speranza di arpionare il futuro, annota il nostro piccolo baccelliere di musica che con il suo nom de plume cita Guccini[16] in Addio. Meglio sarebbe puntare sulla forza delle idee, scrive, e introduce la storia di un trauma. È il 16 agosto 1977, siamo a Graceland, Memphis, Tennessee. La dimora del re del rock and roll, Elvis Presley. Elvis è stanco. Ha 42 anni ma sembra più vecchio. Ha vizi e debolezze, assume antidolorifici e amfetamine. Anche artisticamente mostra i segni del tempo. È diventato una star di Las Vegas, roba da vecchi, lui che era stato il brivido dei ragazzi degli anni ‘50, Elvis the pelvis. Elvis in questa mattina del 16 agosto 1977 muore. Lascia più orfani che eredi. I più colpiti sono i rocker venuti fuori fra i ‘60 e i ‘70. Fra questi c’è Neil Young.

Per Neil Young gli ultimi anni sono stati difficili. Dopo il successo dell’inizio del decennio, consumato fra CSN&Y e alcuni bellissimi dischi da solista, ha avuto una crisi umana e professionale. Alcuni suoi amici, come il chitarrista Danny Whitten e il roadie Bruce Berry, sono morti di eroina e lui ne ha avvertito la perdita con un senso di colpa. Per giunta Elvis era stato il suo idolo di ragazzo degli anni Cinquanta. Musicalmente per la prima volta si sente invecchiato. Una generazione nuova sta arrivando. È il punk dei Sex Pistols, annunciati dai Ramones.

A questo punto Young, invece di arroccarsi su posizioni conservatrici, reagisce diventando lui stesso punk. Scrive una canzone come My my hey hey [17] nella quale mette le sue paure e le sue speranze. Nei versi «it’s better to burn out than fade away» e «the king is gone but is not forgotten» trova una risposta ai traumi, alla morte di Elvis e ai lutti che aveva subito, e nuove energie per continuare. Ne seguono un disco intitolato Rust never sleeps e una tournée di grande successo. Grazie alla forza delle idee, Neil Young ha attraversato gli ultimi quarant’anni da protagonista, è stato fondamentale per il grunge ed è ancora oggi una delle figure più importanti della musica rock.

 

Note


[3] Da https://www.salaryexpert.com, sito che consente di negoziare lavoro online nel mondo, città per città.

[5] Si veda ad esempio quanto illustrato a https://consulterce.com/amazon-exclusives/

[7] https://www.centroeinaudi.it/, centro di ricerca e documentazione

[9] https://www.forbes.com/sites/petercohan/2024/07/01/amazon-stock-up-30-but-huge-ai-bet-may-not-restore-27-growth/, «Amazon Stock Is Up 30% But Its $100 Billion AI Bet May Not Pay Off», aggiornato al 2 luglio mentre scrivo.

97 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page