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a cura di Pietro Terna

Punture di spillo. "Torino, il bilancio comunale non è contabilità, è politica"

Aggiornamento: 26 mar 2023

a cura di Pietro Terna

Il 27 marzo inizierà l’iter del bilancio di previsione del Comune di Torino: il Consiglio lo trasmetterà alle Commissioni competenti per le diverse materie, in primis quella proprio dedicata al bilancio. Ne tratteremo qui nella Porta di Vetro con l’analisi delle cifre e delle relative considerazioni contabili per riflettere non solo sul Comune come ente, ma su Torino in generale. Come prima tappa del percorso ecco alcuni punti chiave, utilizzando le informazioni emerse su un quotidiano dopo la presentazione preliminare del sindaco Stefano Lo Russo, venerdì scorso, alla maggioranza.


Nel suo primo bilancio, quello per il 2022, il sindaco aveva incassato il fondamentale aiuto del Governo con il “Patto per Torino”: oltre un miliardo e cento milioni[1] da utilizzare distribuiti in 20 anni. Fondi aggiuntivi per mettere in sicurezza il bilancio, allontanandolo dalla ricorrente minaccia del pre-dissesto e dai vincoli di spesa che di fatto stavano paralizzando l’azione del Comune. Così si è tornati ad assumere, dopo che per effetto dei pensionamenti il personale è sceso dalle 12mila unità del tempo delle Olimpiadi invernali, nel 2006, alle 7mila di oggi.

Ora, spero vivamente che nessuno dei lettori dello spillo reagisca con “bene bene, meno impiegati pubblici, meglio per tutti”. Un grande comune è un importante elemento della Pubblica Amministrazione, con l’esigenza di personale sempre più competente per affrontare i problemi della società, della convivenza, del funzionamento dell’economia. Pochi dati, per chiarire: in Italia c’è un dipendente pubblico ogni 17,4 abitanti, invece in Gran Bretagna ogni 12,5; in Francia 11,1; in Svezia 7,1; negli Stati Uniti 14,4. La Germania è simile a noi, ma non conteggia la sanità perché il sistema sanitario si basa prevalentemente sul rimborso delle spese sostenute per curarsi nel settore privato.


Dalla Linea 2 Metro agli investimenti del PNRR

Ritorniamo al bilancio. Il “Patto per Torino”, che è stato un grande successo, purtroppo limita quasi totalmente la possibilità di stipulare mutui. I mutui sono la strada quasi vincolata che gli enti locali devono percorrere per realizzare gli investimenti o per finanziare le spese straordinarie, come ad esempio sarebbe quella di una massiccia ripartenza della manutenzione delle strade dopo troppi anni di blocco della spesa. No ai mutui, ma in ogni caso il Comune di Torino può avviare una stagione estremamente importante di investimenti grazie ai fondi del PNRR e di altri provvedimenti straordinari europei e nazionali, per ben 800 milioni, cui si aggiungono i 1.800 per la linea 2 della metropolitana.[2] Occorre mobilitare con la massima rapidità i progetti, i provvedimenti operativi e soprattutto i bandi di gara per le opere fisiche da realizzare. Tutti i servizi comunali sono sotto pressione per restare nei termini strettissimi del PNRR, con in primo piano l’attività del Dipartimento Fondi Europei e PNRR, direttamente collegato alla direzione generale e quindi al sindaco.

Una situazione che nessun amministratore del passato avrebbe immaginato, con i fondi per gli investimenti che provengono da misure totalmente esterne rispetto al percorso di amministrazione della Città, come se stessimo gestendo una olimpiade invisibile, con il quadruplo delle risorse del 2006 e con tempi ben più stretti.


Analizzeremo nel dettaglio la spesa del Comune per il 2023, ma sin d’ora annotiamo che accanto agli investimenti materiali e immateriali, ad esempio per il grande tema della rigenerazione urbana che affronta il disagio delle periferie, ci sono due temi straordinari che devono essere tenuti in primo piano. Da un lato la politica industriale per Torino, politica che non è fatta di programmi operativi e di finanziamento, ma di coordinamento e di promozione, a stretto contatto con le forze economiche e con gli atenei, anche per razionalizzare la straordinaria moltiplicazione di poli tecnologici e di centri di innovazione che è fiorita a Torino, per ora senza risultati corrispondenti all’impegno profuso. Non apro il capitolo del centro per l’intelligenza artificiale che ha attraversato il cielo di Torino come una meteora e non è da confondere con il programma PNRR per l’IA che vede la presenza della città tramite il suo Politenico.

Pacchi alimentari: non si è nella Napoli di Achille Lauro

Dall’altro lato il tema della lotta alla povertà, sul piano educativo, dell’assistenza, della socialità. Tiziana Ciampolini, consigliera di maggioranza in Sala Rossa per la lista Torino Domani, anticipa quella che sarà la sua linea di massimo impegno in tema di bilancio: “Il futuro delle nostre comunità è minato dalla povertà intergenerazionale: il 59% dei giovani che provengono da famiglie vulnerabili – come già il Rapporto Caritas Italiana 2022 evidenziava – non riusciranno ad emanciparsi da quella situazione di fragilità per la mancanza di lavoro e ciò genererà nuova povertà. Le risorse delle famiglie si stanno esaurendo, vediamo con preoccupazione lo stravolgimento in atto delle misure contro la povertà: ci riferiamo all’unica misura di contrasto alla povertà presente nel nostro Paese, il Reddito di Cittadinanza che per la brevità di sperimentazione e per procedure di assegnazione non ben assestate, ha raggiunto solo il 44% degli aventi diritti e solamente il 22% delle persone che si rivolgono ai servizi Caritas. Se da un lato un aggiustamento della misura era necessaria, l’introduzione del MIA (Misura di Inclusione Attiva che di fatto sarà escludente per chi non troverà lavoro) e del Reddito Alimentare (che non sarà un supporto economico come il nome fa presagire ma una mera distribuzione di pacchi alimentari per chi versa in povertà economica), introdurranno misure punitive per le persone che non trovano lavoro e, come estrema ratio, distribuiranno pacchi alimentari come compensazione”.


L’appello all’Amministrazione della Città è di non tagliare le politiche che permettono ai poveri di uscire dalla povertà, non tagliare i servizi essenziali per le famiglie in un momento storico in cui la povertà sarà ancora più dura e più pesante e rischia di generare ulteriore povertà. La risposta del bilancio comunale sarà da esaminare con l’attenzione che si riserva alle scelte strategiche.


Come finale, il magister musicae degli spilli vuole rasserenarci, ragionando di stagioni: è appena arrivata la primavera, il che vuol dire che ci dirigiamo a passi incerti verso l'estate. E l'estate è stagione lontana dai bilanci. Il mese del ripensamento, come dice Guccini, sarà settembre. Ascoltiamo Summertime nella versione[3] di Miles Davis del 1959: 3 minuti e 17 secondi di bellezza.


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