Punture di spillo: tatto e leggerezza mancati, dal Governo al Giornale e a Musk
a cura di Pietro Terna
Fine febbraio 2019: in una riunione, promossa dalla Porta di Vetro, con giovani e meno giovani discutevamo di reddito di cittadinanza, allora da poco attivato in Italia. Dopo l’introduzione di due giovani studiose, dal fondo della sala un giovane partecipante sintetizzò la situazione in pochissime parole: “Ora ho la possibilità di rifiutare un lavoro in cui mi dànno uno stipendio tanto basso che, pagati i trasporti, resta ben poco”.
Non esattamente i “fannulloni da sistemare” del violento titolo del Giornale del 1° novembre riportato nella figura, perché non è sufficiente raccontarlo. Sempre il Giornale riferisce di una sorpresa del Pil, con un tesoretto per le bollette: una sintesi da far rabbrividire anche uno studente distratto del primo anno di economia.
Un aumento del Pil un po’ maggiore del previsto – e sono solo stime provvisorie a tre quarti dell’anno – non fa piovere monete o banconote nelle casse del Tesoro, ma consente di giocherellare con i decimali del rapporto debito/Pil, sperando che i nostri creditori e l’occhiuta Europa non vada a vedere il bluff. In realtà è ben altro che aggiusta il rapporto e si chiama inflazione, che fa crescere il Pil nominale e non il debito pregresso.
Torniamo al reddito di cittadinanza e ai “fannulloni da sistemare”. Certo ci sono delle persone che l’hanno chiesto e ottenuto in modo irregolare e truffaldino e devono essere sanzionate. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di aiuti a chi è in grande difficoltà, secondo una scala di intervento rigorosa, ben spiegata in una pagina online[1] del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, non ancora… rimossa.
Non è reddito di cittadinanza, ma reddito di soccorso e ora lo toglieranno! Sarà ridimensionata anche l’indennità di disoccupazione, la Naspi. Per legge, dunque, non ci saranno più persone da aiutare, non ci saranno più poveri! Altro che l’annuncio dei 5 Stelle del settembre 2018 quando Di Maio, dal balcone di palazzo Chigi, proclamava: “oggi aboliamo la povertà”! Ora non c’è proprio più, lo garantisce il governo della presidente Giorgia Meloni.
Fuor di sarcasmo, la normativa in essere non è perfetta, anzi, ma è stato un passo nella direzione giusta, considerando che ogni persona, per il fatto di essere nata, ha tra i suoi diritti fondamentali, quello della libertà dal bisogno. In “Libertà attiva. Sei lezioni su un mondo instabile” di Ralf Dahrendorf, sociologo e politologo di autentica impostazione liberale, leggiamo (p.19 della edizione 2005, della Economica Laterza):
“La disuguaglianza non è più compatibile con la libertà quando i privilegiati possono negare i diritti di partecipazione degli svantaggiati, ovvero quando gli svantaggiati restano nei fatti del tutto esclusi dalla partecipazione al processo sociale, economico e politico. A ciò esiste un solo rimedio, la dotazione elementare garantita a tutti. In essa rientrano i diritti fondamentali di tutti i cittadini, ma anche un livello di base delle condizioni di vita, forse un reddito minimo garantito, e comunque la prestazione di certi pubblici servizi accessibili a tutti”. Tra i servizi, il primo è la scuola, e cancellerei quel “forse”. Da questa base si può ragionare in modo innovativo, senza pregiudizi.
Purtroppo diventa sempre più difficile discutere con pacatezza, tra generazioni, tra portatori di opinion, tra chi sopporta il peso di situazioni di disagio e chi ha il privilegio della tranquillità economica. Forse una risposta viene dai momenti associativi, dalle formazioni civiche impegnate nella politica locale, cui chiediamo tanta disponibilità all’ascolto. Poco servono purtroppo le formule gridate dei dibattiti televisivi e i cosiddetti social, che non sono un male in sé, anzi, ma spingono all’abbandono chi tenta di ragionare in modo pacato e costruttivo.
Ho molto usato Twitter negli ultimi mesi, per esporre opinioni, informazioni, partecipare a discussioni, con qualche utilità. Ora rischia di cambiare tutto: è arrivato a comandare un protagonista del web che definire eccentrico è poco: Elon Musk, sudafricano con cittadinanza canadese naturalizzato americano. Come nuovo “padrone” di Twitter ha esordito con i licenziamenti e, tanto per chiarire il nuovo clima, rilanciando una falsa notizia[2] assai fuorviante sull’assalto contro il marito della leader del congresso americano, Nancy Pelosi. Poi, dopo qualche ora, ha cancellato quel tweet.
Twitter, con una enorme platea di partecipanti e una limitata presenza della pubblicità, era un enigma economico; ora, schiacciato da Musk, che cercherà di estrarne soldi e di strumentalizzarlo come strumento di potere, molto probabilmente crollerà, come tante altre cattedrali di argilla del mondo delle cosiddette big tech. A proposito di Meta, casa madre di Facebook, il Financial Time del 1° novembre titolava[3] “Meta doubles down on its risky big bet - Investors unhappy with billions spent on metaverse have themselves to blame”.
A scommettere su Musk, che per l’operazione Twitter ha raccolto capitali nel mondo intero, c’è anche Unipol, unico nome[4] per l’Italia. Avete letto bene, Unipol, quella[5] delle Coop, quella che negli anni Sessanta era definita la "cassaforte" del Pci, il partito comunista italiano… Confesso che fatico a capire, anzi, non capisco proprio. Proverò ancora, ma intanto cercherò un nuovo spazio per le mie “esternazioni”, tentando con https://mastodon.it.
Che sia tutto un nonsense? Il super-consulente musicale degli spilli dedica a Elon Musk, alle sue avventure spaziali e alle sue stravaganze terrestri, proprio il meraviglioso e etereo[6] Nonsense di Goffredo Petrassi (Nonsense: per coro a cappella, da "The book of nonsense" di Edward Lear):
C'era un vecchio di Rovigo
cui doleva d'esser vivo;
quindi, presasi una sedia,
vi morì sopra d'inedia,
quel doloroso vecchio di Rovigo.
Note
[1]https://www.redditodicittadinanza.gov.it/schede/come-si-calcola [2]Tra le tante possibili fonti scelgo il serissimo Guardian, che lascia libero l’accesso alle notizie: https://www.theguardian.com/commentisfree/2022/oct/31/elon-musk-paul-pelosi-tweet-twitter [3]Meta raddoppia la sua rischiosa mega scommessa - Gli investitori insoddisfatti dei miliardi spesi per il metaverso devono biasimare se stessi. [4]https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/10/28/twitter-unipol-unico-co-investitore-italiano-di-musk_957164bf-89f5-4211-a6a4-62936d059f77.html [5]https://it.wikipedia.org/wiki/Unipol [6]https://www.youtube.com/watch?v=ccgEPOkjI30
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