Punture di spillo. Se i memi trumpiani puzzano d'imbroglio
Aggiornamento: 7 giorni fa
a cura di Pietro Terna
Un meme,[1] scrive Wikipedia, è «un elemento culturale che si propaga, per imitazione, da un individuo a un altro; può assumere la forma di un'idea, un'immagine, una persona, uno stile o un comportamento e si diffonde tramite le relazioni interpersonali o attraverso i mezzi di comunicazione di massa. I memi, così come i geni, hanno le proprietà di replicarsi, mutare, ed essere soggetti a selezione naturale». Un esempio banale, il segno V di vittoria. Con i memi si trasmettono informazioni potentissime, già acquisite durante l’infanzia.
Che c’azzecca, avrebbe esclamato Antonio Di Pietro, una volta pubblico ministero e ministro, con The Donald che fa un sacco di soldi lanciando il meme coin $Trump, con la scritta FIGHT-FIGHT-FIGHT, il suo faccione, il pugno chiuso e in basso la sua firma puntutissima?[2]
Proveremo a spiegarlo, non è semplicissimo; soprattutto non lo è capire perché le persone spendono dei soldi per avere… niente. Ma intanto una novità possiamo sottolinearla: nel passato i principi e i re ritiravano le monete d’oro e d’argento dei loro territori e le rimettevano in circolo dopo averle grattate un po’ sui bordi, per raggranellare metalli preziosi, era il signoraggio. Ora abbiamo un signore che si crede imperatore del mondo e due giorni prima dell’insediamento mette in vendita una sua immaginetta – virtuale, ben s’intende – e incassa soldi a palate: questo è progresso!
Persino il prudente Washington Post, tenuto d’occhio dal miliardario Bezos (Amazon), ha arricciato il naso: «Prima del suo insediamento, il presidente eletto Donald Trump ha lanciato e promosso una nuova impresa di criptovalute, sollevando nuovi interrogativi etici sui suoi tentativi di monetizzare i crescenti legami politici dell'amministrazione entrante con il settore».[3]
Frase assai contorta per dire che quella cosa lì non si doveva fare. Intanto, anche Melanie Trump ha lanciato il suo meme coin, affari in famiglia…
Guardiamo da vicino la truffa: il meme sarebbe il ricordo, il ricordino si direbbe in altre occasioni, del giorno (in)fausto in cui Trump ridiventa imperatore. Bene, stampiamo un’immaginetta e distribuiamola. No, questa è roba vecchia. Creiamo dei codici numerici che corrispondano ciascuno univocamente a una copia virtuale dell’immaginetta. Non ci avete capito niente? Allora siete del tutto nella norma, solo che voi non avete dato dei soldi veri a qualcuno affinché vi vendesse quel codice numerico unico.[4] Vediamo anche la questione dei soldi: ci sono dei siti[5] dove potete osservare il mercato di quegli strani oggetti. Dove sta il vantaggio per chi li crea? Intanto, che se ne vendesse anche uno solo, i soldi incassati sarebbero tutto profitto e qui si parla di miliardi di dollari. Inoltre, chi lancia un meme coin crypto – termine che indica che il codice numerico usa tecniche matematiche crittografiche – ne detiene la maggior parte con l’impegno di non vendere per qualche tempo, nel caso del $Trump, due anni. Calcolo ingenuo: moltiplico quella scorta per il valore momentaneo di quelli in circolazione e so quanto sono ricco. Paperon de Paperoni non si fiderebbe, i soldi li vuole lì, nel suo forziere gigante, non sotto forma di future vendite di un oggetto che in realtà non esiste.
Ma vi pare che una persona normale si lanci in una avventura del genere? Un po’ il gusto di truffare i gonzi deve averlo. E che lo faccia chi si crede imperatore del Mondo? Continuate voi la frase. Intanto i memi coin di Donald e Melanie seguono andamenti molto diversi come si può osservare nei rispettivi link della nota dedicata. Chi ha comperato il nulla ai massimi può chiedersi quanto è stato poco avveduto e anche la grande pesca di Donald forse così grande alla fine non sarà; certo non lo sarà quella di Melanie. I due sono rappresentati con un’aria contrariata nell’immagine artificiale che accompagna lo spillo e che li raffigura mentre, si direbbe, stanno osservando le quotazioni dei loro tesori nel tablet!
L’immagine è stata prodotta con Grok, l’IA di Musk,[6] quasi priva di freni come il suo padrone. Gli altri sistemi IA si sono tenacemente opposti alla mia richiesta di disegnare i due personaggi, figurarsi in pigiama.
Una breve digressione: esistono anche dei codici numerici che corrispondono al possesso di un’opera dell’ingegno, come un disegno, la riproduzione di alta qualità di un quadro, un motivo musicale. C’è stato un gran fiorire alcuni anni fa e, pur con tutti i dubbi, non si tratta di per sé di un imbroglio per spennare i polli, anche se qualcuno spennato alla fine c’è sempre.
Torniamo a Trump: nella prima ondata di decisioni della nuova presidenza ha aperto la strada all’IA senza controlli! Per fortuna le liti in famiglia sono già iniziate. Martedì scorso Trump ha annunciato una joint venture tra OpenAI, SoftBank e Oracle per impiegare almeno 100 miliardi di dollari in infrastrutture informatiche per alimentare l'intelligenza artificiale. In due messaggi su X, Musk ha subito osservato che l'impresa, chiamata Stargate, non ha i finanziamenti necessari. Ha scritto «Non hanno i soldi» come risposta a un post di OpenAI, e ha aggiunto «SoftBank ha garantito ben meno di dieci miliardi di dollari. Lo so per certo».[7] Personalmente, con Altman, boss di OpenAi, ha più di un conto aperto…
E TikTok? Giusto o sbagliato che sia, il social network cinese è stato vietato un anno fa dal Congresso americano per ragioni di sicurezza. Il divieto per gli utenti statunitensi, entrato in vigore pochi giorni fa, è stato subito cancellato dall’imperatore Trump annunciando su Truth, la sua piattaforma social:[8] «TikTok lo terremo in buone mani e gli permetteremo di crescere. Senza l'approvazione degli Stati Uniti, TikTok non esiste. Con la nostra approvazione, vale centinaia di miliardi di dollari, forse trilioni». Boom! Auguri a tutti.
Ecco il piccolo baccelliere di musica[9] che arriva a concludere lo spillo: abbiamo assistito a un’incoronazione in cui potere e profitto si sono pericolosamente incrociati. Il potere e il profitto si nutrono a vicenda. Stessa è la fiducia che li sostiene. Poca differenza fa che questa venga dai consumatori o da quella particolare categoria di consumatori che sono gli elettori. Potere e profitto sono il risultato di idee. Ora ci sono idee geniali, che cambiano in meglio la vita delle persone. E ci sono idee che la peggiorano. Tanto per fare un esempio, anche il gioco d’azzardo porta profitto e potere.
La musica si basa su delle idee, ha un grande potere e può portare molto profitto. Il meccanismo attraverso il quale dalla musica viene il profitto è però abbastanza misterioso. Ci sono musicisti geniali che si sono arricchiti e ce ne sono altri che sono morti in miseria. Così come ci sono molti mediocri che hanno fatto grandi fortune. E questo in tutte le epoche. Una particolare categoria di musicisti sono i cosiddetti musicians’ musicians. Si tratta di artisti che, pur poco conosciuti dal grande pubblico, hanno saputo guadagnarsi l’apprezzamento dei propri colleghi, in una sorta di peer review, che non garantisce fama e scatti di carriera, ma testimonia di una grande creatività.
Invitiamo ad ascoltarne uno dei più misconosciuti, Lenny Breau, uno dei più influenti interpreti della tecnica della chitarra fingerstyle.[10] Ebbe una vita travagliata, morì malamente a 43 anni, ma sapeva miscelare con proprietà jazz, country, flamenco, influenze classiche e sapori orientali. Non conobbe il successo e tantomeno il profitto, ma qui[11] mostra di poter inserire un po’ di tutto in un classico di Dylan come Don’t think twice, it’s al right. A modo suo era dotato di un grande potere.
Post Scriptum. A spillo concluso ho letto che Larry Ellison, fondatore di Oracle, citata sopra, azienda che ha inondato gli uffici di software costosissimo, ha dichiarato[12] che noi popolo staremo tutti attenti a comportarci bene, perché saremo controllati in ogni momento grazie alla sorveglianza dell’IA, ovviamente prodotta da lui medesimo. Sciocchezze megagalattiche, ma intanto… state accorti: avendo letto questo pezzullo siete certamente compromessi. O, per ricordare un grande artista, Fabrizio De André, "siete lo stesso coinvolti..." [13].
Note
[2] Sito ufficiale: https://gettrumpmemes.com
[4] Per approfondire: spiegazioni da parte di chi vuole venderci il servizio, https://www.binance.com/it/square/post/8359313150194; tecnicalità, ma se non le capiamo, stiamone lontani: https://it.wikipedia.org/wiki/Non-fungible_token
[5] I due meme coin: quello di Donald https://www.binance.com/en/price/official-trump, clic su 1Y per vedere tutta la storia e cercare di capire che cosa è successo ai furbi e ai gonzi, a seconda del momento in cui hanno comperato; quello di Melanie https://coinmarketcap.com/currencies/melania-meme/ sempre con clic su 1Y
[7] https://www.nytimes.com/2025/01/22/us/politics/elon-musk-trump-stargate-ai-announcement.html?smid=url-share
[9] Ri-ri-ribadisco: non è un mio pseudonimo! Semmai sono un po’ geloso quando di uno spillo la parte apprezzata è soltanto quella musicale.
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