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a cura di Pietro Terna

Punture di spillo. Persone e IA viste dal voto americano

a cura di Pietro Terna


Ieri, mercoledì 6 novembre mattino, ore 9:30, Adam Roberts,[1] caporedattore responsabile dell’edizione online dell’Economist, scrive: «Wow. Some comeback stories are the stuff of political legend. Donald Trump, a convicted felon who sought to subvert the 2020 presidential election, is poised to return to the White House. He will be the oldest man ever to be elected president in America».[2]

Sino all'ultimo abbiamo letto previsioni equilibrate, l'ultimissima da parte di una start-up che usa l'IA, costruendo agenti che incorporano un modello linguistico,[3] gli LLM resi celebri da ChatGPT: li mandano in giro a apprendere sulla rete e poi li interrogano! A lunedì sera prevedevano la vittoria di Harris. Una battutaccia: possiamo evitare le costose elezioni e le loro campagne elettorali? Parrebbe proprio di no.

I motivi – a parte la Costituzione che, in futuro, i bisnipoti potrebbero considerare superata sulla faccenda delle urne e delle matite copiative[4] – stanno in quello che ora definisco come il “pericolo inverso”: non è l’umanità che deve avere paura dell’IA, ma l’IA che deve avere paura dell’umanità insincera. Chi non è giovanissimo si ricorderà che quando la Democrazia Cristiana vinceva alla grande, in un tempo i cui i sondaggi erano di là da venire, pochi affermavano di aver votato DC. Con i sondaggi e Berlusconi, i votanti palesi dell’ex cavaliere dai pochi della DC erano diventati i pochissimi di Forza Italia. I sondaggisti venivano regolarmente smentititi, anche se avevano introdotto correzioni su correzioni alle loro metodologie.

Ora l’Economist, per settimane e con un’analisi certosina, ha pubblicato interessanti rielaborazioni[5] dei sondaggi stato per stato, rielaborandoli con l’analisi bayesiana, pilastro della statistica moderna, ideata dal rev. Thomas Bayes a metà del ’700 con il teorema che porta il suo nome[6] secondo cui, nel calcolo delle probabilità si tiene conto di tutte le informazioni certe di cui si dispone a priori. Per l’Economist la corsa è stata testa a testa, con un leggero vantaggio finale di Harris. Invece, con la montagna di menzogne di chi rispondeva ai sondaggi, nella notte italiana tra il 5 e 6 novembre la realtà è apparsa essere tutt’altra cosa.

Interessante l’analisi immediata del voto del Washington Post:[7] considerando i dati che riportiamo, occorrerebbe consentire il voto soltanto alle donne o ai giovani. A parte le battute, significativa la caduta del voto per Harris tra i 45 e i 64 anni, là dove ci sono i portatori della difficoltà economiche dell’America centrale, non toccata dalla prosperità.

Intanto il bitcoin, la moneta stravagante inventata da misteriosi hacker anarchici, è diventata la bandiera del turbo-ricco Trump, che ha dichiarato che la favorirà in ogni modo, anche bloccando la creazione[8] del dollaro digitale, naturale evoluzione della forma della moneta. Così il bitcoin ha raggiunto oggi il suo massimo storico. Dico io: così quando crollerà farà ancora più male a chi ci è cascato, certo non a chi ha guadagnato miliardi a danno dei creduloni.

Usando le tecniche dei sondaggi e quelle degli agenti intelligenti nel web, possiamo anche investigare i veri sentimenti delle persone sui grandi temi del Mondo, come il problema dei poveri, il cambiamento del lavoro con l'IA, la difesa della democrazia? Proviamo a pensarci, anche se è tanto difficile quanto interessante: il nostro futuro dipende da quello.

Un futuro che – come annota il provvidenziale baccelliere di musica che ci consente di concludere gli spilli con una boccata di buona aria, anzi di eccellente musica – dipende da catene imprevedibili di eventi.

Ray Bradbury, lo scrittore americano noto per Fahrenait 451, nel 1952 scrisse il racconto Rumore di tuono. Vi si immagina un futuro nel quale sia stata inventata una macchina del tempo e che, durante un viaggio in epoca preistorica, un turista sbadato pestando una farfalla scateni una catena di conseguenze tremende per la storia dell’umanità. Qualcuno fa risalire il concetto di effetto farfalla a questo racconto. L’effetto farfalla, noto in matematica e fisica, fa riferimento all’idea che minime variazioni nelle condizioni iniziali possano determinare variazioni rilevanti nel comportamento a lungo termine di un sistema.

Sappiamo come sono andate le cose fra Donald e Kamala, ma non sappiamo perché. In un confronto tanto serrato, ignoriamo quale fattore possa avere determinato l’effetto farfalla decisivo. E forse non ha nemmeno troppa importanza saperlo, a meno che non serva da monito: si vince per caso e non vale la pena di considerarsi toccati dalla divinità più che dalla buona sorte. A proposito di divinità, un’autentica dea della canzone italiana è Mina. La sua voce e il suo sdegnoso ritiro ne hanno alimentato il mito. Può permettersi di scegliere i collaboratori come fossero a loro volta toccati dal divino. Qualche anno fa chiese ad Ivano Fossati di scrivere le canzoni per un suo disco e di realizzarlo insieme a lei. Fossati si era ritirato da qualche anno ma ciononostante accettò.[9] Da questo bellissimo disco proponiamo di ascoltare un brano leggero e delicato, un piccolo cameo di grazia. Per inciso, si intitola Farfalle.[10]


Note

[2] Wow. Certe storie di ritorni sono entrate nella leggenda della politica. Donald Trump, un criminale condannato che ha cercato di sovvertire le elezioni presidenziali del 2020, è pronto a tornare alla Casa Bianca. Sarà l'uomo più anziano mai eletto presidente in America.

[4] Sono soprattutto utilizzate per l'espletamento delle operazioni di voto durante le elezioni: infatti, in passato, non essendo diffusa la penna a sfera, ed essendo poco agevole votare con penna e calamaio, fu individuato nella matita copiativa un mezzo uniforme e difficilmente cancellabile per esprimere il voto: https://it.wikipedia.org/wiki/Matita_copiativa#:~:text=Una%20matita%20copiativa%20in%20dotazione,1%20del%207%20gennaio%201946.

[9] Pare che la moglie di Fossati avesse minacciato il divorzio nel caso in cui non avesse accettato.


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