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a cura di Pietro Terna

PUNTURE DI SPILLO. Open AI: soap opera o drama, l'ombrello milionario è sempre aperto

a cura di Pietro Terna

Open AI è la company che ha creato ChatGPT, l’intelligenza artificiale di cui tanto si è detto e scritto negli ultimi mesi. È una complessa struttura, come si vede nel diagramma a blocchi che accompagna questo articolo.[1] Nell’intreccio tra non-profit, holding e profit company si è sviluppata la soap opera con il CEO (amministratore delegato) Sam Altman cacciato e reinsediato, mentre una parte del consiglio di amministrazione che lo ha licenziato con un colpo di mani pochi giorni fa è stata a sua volta allontanata. Su tutto ha vegliato Satya Nadella, dal 2014 amministratore delegato Microsoft. Poco drama e molti soldi…

Nel diagramma, molto pudicamente, si indica Microsoft come azionista di minoranza, ma è un azionista di minoranza che ha impiegato 13 miliardi di dollari in quell’avventura. Quando la vicenda si è iniziata con il licenziamento di Altman, il titolo Microsoft è caduto in borsa, poi Nadella ha comunicato che avrebbe assunto Altman direttamente in Microsoft e la borsa ha recuperato. L’assoluta maggioranza dei dipendenti di Open AI ha comunicato che avrebbe seguito Altman nella nuova attività. Ora Altman è reinsediato in Open AI, con tutta la fiducia di Microsoft e con una clamorosa vittoria di Nadella (foto in basso), che ne diventa il vero capo.

Su quello che è accaduto si sono avanzate molte ipotesi, da un eccesso di spese per la nuova versione di ChatGPT, a eccessivi oneri per il funzionamento, alla ricerca di mezzi da un fondo sovrano dell’Arabia Saudita per creare un concorrente di NVIDIA, il fornitore della super schede di calcolo necessarie per l’IA, a un esagerato interesse per il profitto senza badare agli aspetti etici (visione sentimentale dell’accaduto), fino al ritorno con il messaggio[2] in X (ex Twitter) scritto con un linguaggio che fa certo inorridire i cultori dell’inglese (la traduzione[3] è in nota): «i love openai, and everything i’ve done over the past few days has been in service of keeping this team and its mission together. when i decided to join msft on sun evening, it was clear that was the best path for me and the team. with the new board and w satya’s support, i’m looking forward to returning to openai, and building on our strong partnership with msft».

Tra motivazioni etiche, congiure tra colleghi, scelte di politica industriale e scelte sociali, la mia opinione è che vinca la seconda possibilità. Personalmente ne ho subite due di congiure, al di fuori dell’ambito accademico. La prima l’ho vista emergere, controvoglia ho abbaiato un po’ e si è dissolta; ho visto arrivare anche la seconda, ho ricevuto rassicurazioni che non c’era niente di ostile, ci ho creduto e invece c’era e me ne sono andato. Immagino che Altman (foto in basso) starà molto più attento in futuro.

Perché quel che è accaduto ci interessa tanto e quale lezione possiamo trarne? Ci interessa perché si tratta di uno straordinario passo avanti della ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale, con grandi ricadute pratiche nella vita[4] di molti di noi, forse di tutti. La lezione è che temi così importanti non possono stare in mani private o soltanto in mani private, trattandosi di ricerca fondamentale.

Stefano Terna (indovinate chi è) sostiene che come esiste il CERN[5] della fisica fondamentale, con il grande anello acceleratore di particelle a Ginevra, è urgente che nasca l’equivalente per il cervello e l’intelligenza artificiale, finanziato dal mondo intero, con a disposizione la strumentazione informatica necessaria. Il costo del CERN è dell’ordine del miliardo di dollari all’anno, sopportabilissimo per la comunità mondiale. È diretto e amministrato con grande rigore dalla comunità scientifica internazionale. Di un CERN del cervello si era detto al momento della vittoria del progetto Human Brain[6] come una delle navi ammiraglie (flagships) della ricerca europea, nel 2013, ma la simulazione del cervello promessa con troppa sicurezza dai promotori si è arenata nella palude di una pessima gestione.[7] È terminato da pochissimo tempo con un nulla di fatto, come sostiene l’autorevole The Lancet.[8] Il CERN di Ginevra deve essere esaminato come modello organizzativo. Non vorremmo altri drammi o commedie.

Il nostro Maestro di musica ricorda il Saint Louis Blues, scritto da William Christopher Handy (foto a lato) nel 1914: si dice fosse stato ispirato da una frase pronunciata da una donna che vagava sconvolta nelle strade di Saint Louis, «Ma man's got a heart like a rock cast in de sea» (Il mio uomo ha un cuore come uno scoglio nel mare), da cui venne il verso più iconico del brano. L’hanno suonato tanti: uno dei più grandi, Louis Armstrong.[9]È un’opera perfetta, figlia del suo tempo eppure moderna.

I drammi di Microsoft e OpenAI sono diversi da quelli della disperata signora di Saint Louis. Non serve un cuore come uno scoglio nel mare per fare una pantomima come quella che ha riguardato Sam Altman. Basta un senso della fiction nemmeno troppo sofisticata. Nulla contro la fiction, ma quando si tratta dell’interesse generale servirebbe più di concretezza. A proposito di concretezza, quando W. C. Handy mori nel 1958, St. Louis Blues gli fruttava royalties per 25.000 dollari l’anno (dollari pesanti, s’intende).


Note

[1] Fonte https://openai.com/our-structure [2] https://twitter.com/sama/status/1727207458324848883?t=Dms3joF7SRmHQQ--nGVv8w&s=19 [3] Amo Open AI, e tutto ciò che ho fatto negli ultimi giorni è stato al servizio di questo team e della sua missione. Quando ho deciso di unirmi a Microsoft la sera di domenica, era chiaro che quella era la strada migliore per me e per il team. con il nuovo consiglio e con il supporto di Satya (Nadella), non vedo l'ora di tornare a Open AI e di costruire la nostra forte partnership con Microsoft. [4] Richiamo lo spillo della scorsa settimana: https://www.laportadivetro.com/post/punture-di-spillo-ia-e-lavoro-tra-cyborg-e-centauri-dove-finisce-l-uomo [5] https://it.wikipedia.org/wiki/CERN [6] https://www.expertsvar.se/en/pressmeddelanden/human-brain-project-selected-as-european-flagship/ [7] https://www.scienzainrete.it/articolo/fra-successi-e-fallimenti-che-punto-siamo-con-simulazione-del-cervello-umano/camilla [8] What happened to the Human Brain Project? https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(23)02346-2 [9] https://www.youtube.com/watch?v=D2TUlUwa3_o



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