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a cura di Pietro Terna

PUNTURE DI SPILLO. "Non è un delitto unire l'IA a scienza e affari"  

Aggiornamento: 7 apr

a cura di Pietro Terna

 

Per gli studiosi il funzionamento dell’IA fondata con i modelli linguistici è fonte di continuo studio, non senza sorprese. Un recente lavoro[1] – presentato dal Santa Fe Institute[2] per gli studi sulla complessità – ne fa uso per capire come si svolge il flusso di informazione nel dialogo tra persone: “La conversazione richiede attenzione. Chi parla deve richiamare alla mente le parole, chi ascolta deve dare loro un senso, ed entrambi devono negoziare questo flusso di informazioni, il tutto in frazioni di secondo”. Ricorda moltissimo il funzionamento degli LLM (large/grandi, language/linguaggio, model/modello) basati sulle reti neurali artificiali di cui abbiamo parlato molte volte anche in questi spilli, soprattutto con riferimento al più noto tra questi meccanismi, vale a dire ChatGPT.

Ci sono gli irriducibili che sostengono che è tutta una sciocchezza e si fanno forza delle dichiarazioni di sciamani del pensiero come il pur grande Noam Chomsky[3] che avvicina ChatGPT alla banalità del male:[4] plagio, apatia e oblio. Detto tra parentesi, e con le corrosive allusioni di Woody Allen, della chiarezza del pensiero di Chomsky si può dubitare: Woody Allen immagina[5] una maîtresse di nome Flossie, pronta a soddisfare le più perverse richieste. “E se volessi due ragazze che mi spiegano Noam Chomsky?” “Certo, ma ti costerà parecchio”.

Le sparate come quella recente di Chomsky contro ChatGPT, indicato come meccanismo di plagio, sono oro per il marketing, che campa proprio sulle esagerazioni, negative o positive. Ecco il business aggressivo in arrivo, invece di una utile proliferazione di iniziative: nella ricerca, sul mercato e soprattutto nelle iniziative di politica industriale.

 Passando all’economia, il timore è che in Italia il campo dell’intelligenza artificiale non sia percepito come di stretta pertinenza della politica industriale, ma come un insieme di divagazioni più o meno pericolose di strani personaggi visti come un ibrido tra scienziati un po’ pazzi e misteriose macchine per fare soldi a Wall Street.

Il videomessaggio[6] di Giorgia Meloni per l'evento "L'Intelligenza Artificiale per l'Italia" è emblematico: “Noi eravamo abituati ad un progresso che aveva come obiettivo soprattutto quello di ottimizzare le capacità umane e che si concentrava essenzialmente sulla sostituzione del lavoro fisico, in un mondo nel quale l’uomo rimaneva comunque al centro e poteva anzi concentrarsi sui lavori di concetto, sui lavori di organizzazione. L’intelligenza artificiale ha ribaltato questo paradigma, perché ad essere soppiantato oggi non è più il lavoro fisico, ma rischia di essere l’intelletto umano, ovvero ciò che da sempre ha reso l’uomo insostituibile rispetto ad una macchina, insostituibile da una macchina. È una tecnologia che può sprigionare tutto il suo potenziale positivo solo se il suo sviluppo si muoverà in un perimetro di regole etiche che mettano al centro la persona, i suoi diritti e i suoi bisogni. Questa è la bussola che ha orientato e continuerà a orientare il nostro lavoro, a ogni livello. A partire chiaramente dalla Presidenza del G7”.

Un etto di progresso e due etti di frasi fatte, condite di preoccupazioni e paure. Poi tra Meloni e il sottosegretario Butti hanno fatto balenare un intervento di un miliardo di euro tramite la Cassa Depositi e Prestiti. Da tempo immagino che nei sotterranei della CDP ci siano pozzi di petrolio e miniere di diamanti, queste ultime per la transizione energetica… A vedere il palazzo dall’esterno non si direbbe, ma…

All’estremo opposto la Francia. Da Le Monde[7] del 13 marzo leggiamo l’articolo “Intelligenza artificiale: un piano d'azione per portare la Francia all'avanguardia” che riferisce di una commissione costituita da Macron per la quale l’IA è “un'opportunità per la Francia, per l'economia e per le persone che lavorano, a patto che ci prepariamo" con la proposta di investire 5 miliardi di euro all'anno per cinque anni, in particolare per finanziare il settore e la diffusione della tecnologia nelle aziende, ma anche per formare i dipendenti”. Un tono ben diverso dal nostro!

Certo occorre prudenza e il Financial Times del 25 marzo[8] titola “Beware AI euphoria”, attenzione all'euforia da IA, un po’ come si dice attenti al cane. Non si punta il dito contro l’IA, ma contro le esagerazioni della borsa e del marketing. Sullo sfondo, la grande immagine del progresso, verso la quale il nostro piccolo baccelliere di musica propone un altro “beware”.

Essere progrediti non vuol necessariamente dire essere civili. I due concetti percorrono strade diverse. La civiltà va coltivata. Il progresso è inarrestabile. Per questo vale la pena occuparcene. Senza rifiutarlo, né mitizzarlo a priori. Questo è vero soprattutto per le scoperte e le invenzioni che si presentano alla stregua di praterie sconfinate, potenzialmente in grado di fare tutto per tutti, come l’IA. Charles Lloyd è un saxofonista americano. Ha appena compiuto 86 anni e dieci giorni fa ha pubblicato un disco che, secondo un saggio adagio molto americano, si intitola The Sky will be there tomorrow. In mancanza di altro ci guida la consapevolezza che il cielo, lo stesso cielo stellato di Kant, sarà sempre al suo posto. E resta sempre la possibilità di trovare, nel profondo, la legge morale. Da questo disco ascoltiamo[9] il singolo Monk’s dance. Il brano, dedicato a Thelonious Monk, è una specie di gioiosa danza sghemba, simile a quelle che lo stesso Monk, abbandonato il pianoforte, improvvisava durante gli assoli dei suoi musicisti. Ricondotta a pattern, anche l’arte di Monk appare ripetibile. Non lo è il senso profondo. L’etica di una danza incerta e felice.


Note

[4] https://www.nytimes.com/2023/03/08/opinion/noam-chomsky-chatgpt-ai.html, “Here, ChatGPT exhibits something like the banality of evil: plagiarism and apathy and obviation.”

[8] Se sporadicamente si vuol leggere qualche articolo del Financial Times si può mettere il titolo del pezzo in un motore di ricerca e si ottiene un link che normalmente funziona una volta sola.

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