Punture di spillo: "Non permettiamo che si distrugga lo spirito di comunità!"
a cura di Pietro Terna
Quos vult Iupiter perdere dementat prius, ma salviamo la società.
Nello stesso giorno (20 dicembre) leggo nel Manifesto il titolo[1] “Enrica Morlicchio: «Tagliano ancora il reddito di cittadinanza per sfruttare di più il lavoro»” e su vari giornali[2] la notizia che si elimina lo Spid, sostituito, parrebbe, dalla carta di identità elettronica. Due notizie diversissime, ma accomunate da grande confusione e disinteresse per i cittadini, i più poveri e anche i meno poveri. Dell’intervista alla professoressa Morlicchio sottolineo la considerazione “La logica del risparmio è miope. I 958 milioni di euro che risparmieranno dal taglio complessivo sono poca cosa in un bilancio dello Stato e si perderanno nel giro di poco tempo”. Ritengo invece troppo razionale per essere vero il secondo comportamento attribuito al governo: “A pensar male si può dire che il governo ha tagliato di un altro mese il reddito di cittadinanza, da agosto a luglio, per liberare manodopera da sfruttare negli stabilimenti balneari e nella ristorazione”.
Seconda notizia: abolire lo Spid. Ma per quale motivo? Per via delle lamentele, in realtà vecchiotte e in gran parte superate, verso quel meccanismo, un po’ come per quelle contro l’uso dei pezzetti di plastica o dei telefoni per pagare? Abolire lo Spid non significa “liberi tutti” come per il contante, ma sostituirlo con qualcos’altro. Si è detto: con la carta di identità elettronica (CIE). Chi scrive è un po’ smanettone e non appena ha avuto la CIE ha ben annotato le due parti del codice segreto, metà ricevuto all’anagrafe e metà arrivato per posta (allarme per i possessori di CIE: avete fatto così?) e poi l’ha usata con l’apposita “app” nel telefonino, che deve essere dotato di “NFC”, tutto un po’ macchinoso... Non è chiaro quel che ho scritto? Chiedete chiarimenti a ChatGPT di cui ho scritto[3] la scorsa settimana. A proposito, questo spillo nelle mie intenzioni era da dedicare ancora a quel meccanismo di intelligenza artificiale, di cui certo ho indicato i limiti, ma non senza ammirazione per il lavoro che è stato fatto, mentre ho letto numerose critiche intimamente appagate dall’essere denigratorie… Ripropongo l’invito a provare di persona, a https://chat.openai.com/auth/login sapendo anche che, se si inizia il dialogo in italiano, l’IA risponde in italiano, cosa che non avevo notato scrivendo la scorsa settimana.
L'osceno chiacchiericcio della politica
Torniamo al tema principale, citando non a caso il detto Quos vult Iupiter perdere, dementat prius! (a quelli che vuole rovinare, Giove toglie prima la ragione). Abbiamo saputo che i negozi non erano più obbligati a accettare il bancomat e gli altri pagamenti elettronici, se non per importi abbastanza significativi, poi marcia indietro (pos, non pos); poi non Spid e di nuovo Spid; liberi tutti dal fisco con lo scudo anti-evasori, poi svanito (scudo, non scudo); le multe condonate oppure no (non multe, multe); pensioni minime aumentate oppure no; via le comodissime ricette dei medicinali, oppure no; anzi, nessuno voleva abolirle, ci si stava dimenticando che la norma semplificante ha una scadenza… Però, fermi tutti, una certezza c’è: l’esecutivo introduce gli aiuti alle società di calcio: i loro presidenti le hanno amministrato in modo così prudente e esemplare che un aiuto è proprio dovuto! E il bonus cultura per i giovani? Suvvia, ma che cosa è la cultura e chi sono mai ‘sti giovani?
Non importa chi sia il personaggio che fa questo o quello, l’autore di una scelta o dell’altra: è il quadro complessivo che sconcerta e ci allontana dalla casa comune dove dovrebbe albergare la buona politica. Ci fu un momento, un po’ più di 50 anni fa, in cui al centro c’era la voce dei giovani, certo con errori e esagerazioni, ma anche con le fondamenta del futuro a portata di mano. Ora al centro c’è un osceno chiacchiericcio e a pagare sono i più deboli.
Lavoriamo per costruire legami, non per distruggerli
Sul quotidiano Domani del 19 dicembre[4] lo studioso indipendente Gabriele Segre, direttore della Fondazione[5] Vittorio Dan Segre, sotto il titolo “Dare forma agli ultimi, questa è la vera missione della sinistra”, scrive:
Destra e sinistra sembrano avanzare proposte molto diverse e, a seconda della loro prospettiva, anche con una logica ragionevole, ma l’approccio di fondo è il medesimo: fare in modo che le persone bisognose abbiano un sostegno economico, in forma di deregulation o di aiuto diretto, immediato e senza troppi intermediari.
In tempi di crisi queste sono sicuramente soluzioni utili, ma il sospetto è che, per aiutare davvero a costruire una società che tuteli i deboli, anche in un momento di emergenza, strumenti tecnici come questi non siano sufficienti.
Il rischio, infatti, è quello di trasformare quei soggetti che ne hanno più bisogno in una “massa” di tante individualità indistinte, senza la minima soggettività politica.
Eppure il giovane disoccupato, il lavoratore che vede la fabbrica fallire, la coppia che non concilia asilo nido e stipendio, il pensionato che non può più pagare il gas, un tempo sarebbero state parti diverse di un sistema distinto e ordinato”.
Interessantissima analisi, cui noi tutti possiamo dar seguito chiedendoci a chi compete lavorare per ricostruire i legami che dànno struttura alla società pluralistica; ne fanno parte i partiti, ma certo senza averne l’esclusiva. Mi pare di capire che molte associazioni e aggregazioni di giovani si interroghino in quella stessa direzione. È un impegno per tutti, anche per i meno giovani.
Affranchiamoci dagli egoismi con This land is your land
Sempre con l’aiuto del nostro segreto maestro, riascoltiamo[6] Woody Guthrie con This land is your land del 1940 [7] , con in mente le divisioni che dobbiamo superare e i legami da ricostruire:
Nelle piazze della città, all'ombra del campanile
all'ufficio di collocamento, ho visto la mia gente.
Mentre stavano là affamati, io mi domandavo
se questo paese fosse fatto per te e per me
Mentre camminavo vidi un cartello laggiù;
E il cartello, diceva, "Non oltrepassare"
Ma dall'altro lato [del cartello], non c'era scritto nulla
Quel lato è stato fatto per te e per me.
Note
[1]https://ilmanifesto.it/enrica-morlicchio-tagliano-ancora-il-reddito-di-cittadinanza-per-sfruttare-di-piu-il-lavoro/r/kECQt0E5S5oZLWo58nsY7, Enrica Morlicchio, docente di sociologia economica alla Federico II di Napoli e autrice de «La povertà in Italia» con Chiara Saraceno e David Benassi (Il Mulino). [2] Un lettore, in relazione all’ultimo spillo indicato nella nota qui sotto, mi ha affettuosamente rimproverato di dar troppo retta ai titoli dei giornali. Lo faccio perché da sempre penso che, nel bene e nel male, siano uno specchio, magari un po’ deformato, della realtà economica e sociale. Nel caso specifico, Repubblica riportava con enfasi le dichiarazioni di Meloni sugli errori del suo predecessore nella gestione del PNRR. Non era una forzatura, ma il resoconto di una intervista a quel giornale, poi ripresa virgolettata, citando la fonte, anche dal Sole24Ore: https://www.ilsole24ore.com/art/pnrr-meloni-55-obiettivi-centrare-governo-draghi-ne-ha-lasciati-30-AEXoDVMC?refresh_ce=1 [3] https://www.laportadivetro.com/post/punture-di-spillo-nuove-intelligenze-artificiali-viste-da-vicino-il-chatgpt [4]https://www.editorialedomani.it/idee/commenti/dare-forma-agli-ultimi-questa-e-la-vera-missione-della-sinistra-y6e525f9 [5] http://www.segrefoundation.org [6] https://www.youtube.com/watch?v=AePCvFrggZM&t=42s
[7] This Land Is Your Land (Questa terra è la tua terra), la sua canzone più conosciuta, ha ispirato il film Questa terra è la mia terra, tratto dalla sua autobiografia, Bound for Glory.[8] Altre due delle sue composizioni (Don't Kill My Baby and My Son del 1966[9] e High Balladree[10]) sono dedicate alla memoria del Linciaggio di Laura e Lawrence Nelson in https://it.wikipedia.org/wiki/woody_guthrie
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