Punture di spillo. Ma chi deruba davvero gli States? Quello che Trump non sa spiegare...
- a cura di Pietro Terna
- 3 giorni fa
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a cura di Pietro Terna

Prima una piccola panoramica sui dati della tempesta Trump sui mercati mondiali, poi una analisi dei suoi numeri dati a caso e infine un’annotazione elementare sul fatto che chi importa più di quanto esporta, almeno temporaneamente campa bene usando il risparmio degli altri. Bonus: una goccia di veleno alla fine, prima della chiusa musicale.
Prima di tutto un’osservazione, che mi pare non sia comparsa in altre analisi: l’andamento del saldo tra export e import USA, per merci e servizi, mese per mese, è riportata nel primo grafico, la cui fonte è autorevolissima, la Fed, che offre a tutti l’archivio dati FRED.[1] Il grafico sprofonda da novembre 2024 con i valori, da novembre a febbraio: -78.2, -98.0, -130.7, -122.7. Sono miliardi e c’è da spaventarsi!
Leggiamo con freddezza i dati
Che cosa è successo in quei mesi? Altro grafico, generato direttamente da Google scrivendo «quotazione dollaro euro»: al 27 settembre il dollaro valeva 0,911 euro, poi 0,915 il 5 novembre quando vince Trump e via via sale a sino a 0,98 per poi ricadere con marzo. Un’impennata del 7% con all’improvviso le merci del mondo meno care, e di molto, per gli americani e viceversa quelle americane più care per tutti gli altri.

C’è da stupirsi del buco della bilancia commerciale? L’impennata del dollaro, a leggere le cronache, è tutta su base psicologica, con titoli dei giornali e siti web[2] che enfatizzavano il fatto che, oltre a Trump, era proprio il dollaro il grande vincitore. Inoltre, l’attesa di maggiori dazi, di cui Trump straparlava da tempo, può avere accelerato gli acquisti, che erano pure più convenienti.

Mia congettura: leggendo i dati della Fed, la banda governativa improvvisata di Trump ha iniziato a stonare, si è fatta prendere dal panico e il gran trombone ha cercato in fretta un gran colpevole. Avessero chiesto all’arcinemico Powell, il presidente della Fed, forse li avrebbe aiutati; invece, hanno preferito attuare quel che avevano minacciato, all’inizio, forse, senza tanta convinzione. Probabilmente i calcoli non erano neanche pronti e hanno dovuto ricorrere a una formuletta un po’ improvvisata. Sulla formuletta e sui risultati offro al lettore una mia analisi con analisi e calcoli, reperibile online.[3]
La retorica di Peter Navarro
A far crescere in Trump la convinzione[4] che deve salvare l’America – certo, non tutta, solo i suoi Stati Uniti – dai cattivi del mondo che la derubano, probabilmente è stato un mediocre studioso entrato nella sua squadra di fanatici quasi per caso.[5] Si tratta di Peter Navarro che Elon Musk ha definito un vero cretino.[6] Il Financial Times gli ha dato lo spazio per firmare un articolo che inizia con le parole:
«Il sistema commerciale internazionale è rotto - e la dottrina delle tariffe reciproche di Donald Trump lo aggiusterà. Questa ristrutturazione, attesa da tempo, renderà l'economia statunitense e quella globale più resistenti e prospere, ristabilendo l'equità e l'equilibrio in un sistema che va contro l'America».[7] Siamo alla peggior retorica! Certo non supera quella del suo capo che, secondo vari quotidiani di questi giorni, alla domanda se volesse zero tariffe con l'Europa come sostenuto da Elon Musk, ha risposto: «L'Europa ha fatto una fortuna con noi. L'Europa ci ha trattato molto molto male; stanno venendo al tavolo, vogliono parlare, ma non si parla se non ci pagano un sacco di soldi su base annuale». Chissà che cosa vuol dire con «su base annuale»!
Hanno fatto dei calcoli, quelli che spiego e discuto nella nota online, ma poi non li hanno usati. La grande tabella[8] che Trump mostrava il 7 aprile nel corso della conferenza del liberation day riporta dei dazi di pura fantasia che sarebbero imposti ai prodotti americani, con la generosa controproposta di dazi della metà introdotti dagli Stati Uniti. Per l’Europa, accusata di applicare dazi del 39%, la punizione è l’introduzione di dazi al 20%.
I consigli "disinteressati" di Mr. President
A Trump è impossibile spiegare che chi esporta più di quanto importa sta impiegando il risparmio dei propri cittadini, che è astensione dal consumo privato, non per consumi pubblici o investimenti privati o pubblici, ma a favore dei cittadini dei paesi che importano più di quanto esportano. Come hanno fatto gli Stati Uniti a trarre vantaggio da questa situazione per tre quarti di secolo? Inondando il mondo di dollari che tutti accettavano e custodivano, quindi non merci in cambio di merci, ma merci in cambio di biglietti verdi.
È impossibile spiegarglielo anche perché segue ben altri pensieri. Sto concludendo lo spillo. al volgere di mercoledì 9 aprile e da poco si è saputo che Trump sospende per 90 giorni l’applicazione delle tariffe, tranne quelle alla Cina. Ma poche ore prima aveva consigliato ai seguaci di accorrere in borsa a fare acquisti. Poi la borsa si è impennata… La sua famiglia di acquisti non ne ha fatti, certamente no! Mr. President però osserva compiaciuto il titolo di famiglia che cresce rapidissimamente[9] e che, del tutto per caso, aveva lui stesso consigliato in un messaggio sul sito di social media di sua proprietà[10] poche ore prima della sospensione dei dazi.
Anni Sessanta, il coraggio dei musicisti brasiliani
Meglio rifugiarsi nella musica e seguire il nostro baccelliere, che conclude da par suo gli spilli: quando si tratta di numeri – annota – è meglio essere attenti e obiettivi. Anche se qualcuno crede che basti mostrare una lavagna durante una conferenza stampa, le cose stanno in termini più complessi ed articolati. Serve una visione globale che tenga conto di più variabili. Anche la musica ha bisogno di essere guardata da più angolazioni. A volte viene capìta meglio se la si osserva da lontano, nello spazio e nel tempo. Così avviene per i Beatles visti dal Brasile.

Il Brasile degli anni ‘60 era una dittatura militare e lo sarebbe stata per vent'anni. Esisteva un movimento musicale chiamato tropicalismo[11] del quale facevano parte Gilberto Gil e Caetano Veloso. Il tropicalismo era inviso al regime, che temeva la creazione artistica più delle canzoni apertamente di protesta. La mattina del 27 dicembre 1968 Caetano Veloso fu arrestato insieme ad altri musicisti ed intellettuali. Rimase in carcere per due mesi. Da questa esperienza nel 2020 è stato ricavato un documentario, Narciso em férias, presentato alla Biennale di Venezia. Racconta Veloso che ascoltare Hey Jude dei Beatles[12] dalla radiolina di uno dei carcerieri fu una strana esperienza. E non solo perché la canzone conteneva il senso della libertà negata. I Beatles, infatti, erano stati la molla della stessa creatività per cui Veloso, Gil e tutti i tropicalisti facevano tanta paura. Sono passati tanti anni da allora. Il Brasile ha vissuto vicende alterne e altrettante ne sta conoscendo il resto del mondo. Resto del mondo che, da più o meno lontano, continua a guardare ai Beatles. In un recente disco[13] Milton Nascimiento, maestro della musica brasiliana, e Esperanza Spalding, contrabbassista e cantante di un paio di generazioni più giovane, hanno interpretato A day in the life.[14] Bringing it all back home, direbbe Dylan.
Note
[1] La figura si trova a https://fred.stlouisfed.org/series/BOPGSTB
[2] Un bell’esempio a https://it.investing.com/news/forex-news/elezioni-usa-ecco-perche-il-dollaro-e-il-grande-vincitore-con-trump-presidente-2571274
[4] Convinzione, non recitazione: si ascoltino modi, toni e parole usati in occasione dell’annuncio delle tariffe – brandendo la ridicola tabella dei cattivi – a https://www.c-span.org/program/white-house-event/president-trump-delivers-remarks-on-new-tariffs/658000?utm_source=substack&utm_medium=email; anche l’inno presidenziale USA, «Hail to the chief», in quel contesto suona come una ridicola marcetta.
[5] https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/consigliere-per-caso-il-caos-dazi-e-la-folle-storia-di-peter-navarro_2tF40659aW6o4cT7S9arOO
[6] https://www.ilsole24ore.com/art/musk-navarro-consulente-il-commercio-trump-un-vero-cretino-AHPxkpB
[7] Per leggere tutto lo sproloquio inserire in un motore di ricerca, es. Google, il titolo «Trump’s tariffs will fix a broken system» e il Financial Times offrirà un link usabile una volta sola per leggere il testo.
[8] La tabella di Trump è in bella vista a https://www.key4biz.it/i-dazi-usciti-dagli-esercizi-di-trumponomics-costeranno-fino-a-500-miliardi-di-dollari-di-pil-globale/526724/
[9] https://www.wsj.com/livecoverage/stock-market-trump-tariffs-trade-war-04-09-25/card/djt-stock-surges-following-trump-s-tariff-announcement-DZEHQGa8hdJwoyNaQu34
[11] Ecco il brano di Caetano Veloso che diede il nome al movimento in un’esecuzione più recente https://youtu.be/WwfwRULbSA8?si=9claHV6YV0hflXgx
[13] Milton + Esperanza Concord Records 2024
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