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Punture di spillo. La spinta dal basso: Rivoli ha un nuovo Comitato spontaneo di quartiere

a cura di Pietro Terna

Aggiornamento: 2 giorni fa

a cura di Pietro Terna


Oggi vi parlerò di un'esperienza personale, soltanto in apparenza di corto raggio. Chi vive nel quartiere Borgo Nuovo a Rivoli (comune della Città metropolitana di Torino) ogni primo martedì sera di ogni mese può incontrare i componenti del Comitato spontaneo di Quartiere. Chi sono e che cosa fanno? Quale utilità ha partecipare a quelle riunioni? Riporto la mia esperienza personale di cittadino rivolese da 14 anni, proveniente da Torino, sempre attento all’attività dell’amministrazione locale, anche se percepita – nella grande città – molto lontana.

Inquadramento: esiste a Rivoli un Regolamento comunale dei comitati di quartiere[1] approvato nel 2013. Per mia conoscenza diretta posso riferirne gli effetti solo dall’autunno 2024, quando sono stato invitato come abitante della zona detta Borgo Nuovo alla prima riunione con il pubblico indetta dal nuovo gruppo direttivo eletto il 10 febbraio dello scorso anno. I sette eletti hanno nominato al loro interno un presidente e un vicepresidente e hanno definito le loro modalità operative.[2] Annoto che l’evento è stato del tutto disgiunto dalle elezioni amministrative che hanno interessato Rivoli con votazione in due turni a giugno del 2024. I Comitati di quartiere di Rivoli dispongono ciascuno di una sede messa a disposizione dal Comune e quella che conosco, destinata alla mia zona,[3] è molto ampia e molto ben tenuta.

Il regolamento è molto preciso sull’uso. Oltre che per l’attività del Comitato:

«La sede potrà (…) essere utilizzata, previa autorizzazione del Comune e compatibilmente con le attività del Comitato di quartiere, per riunioni di altri Comitati, di associazioni sportive, culturali, di volontariato, con priorità per quelle esistenti nel territorio. (…)

La sede non potrà essere utilizzata come sede di attività di partiti politici; eventuali riunioni di tipo partitico con la popolazione del quartiere potranno svolgersi unicamente dietro autorizzazione della Giunta Comunale e, compatibilmente con le esigenze di servizio, previo accordo con il Comitato di quartiere.

Eventuali richieste di diverso utilizzo (es.: feste, ricorrenze, ecc.) da parte di terzi, dovranno essere di volta in volta preventivamente autorizzate dall’Amministrazione comunale previo parere del Comitato di quartiere».

I Comitati di quartiere sono indicati nel regolamento come organismi spontanei e la loro elezione, con seggio elettorale e data definita, è soprattutto un momento per raccogliere le disponibilità per la partecipazione attiva. Mia opinione: con l’attività ora in corso le disponibilità cresceranno certamente nel tempo. Tutto è svolto su base volontaria, in modo totalmente gratuito. La prima riunione con i cittadini si è svolta all’inizio di ottobre 2024, annunciata con avvisi nelle bacheche del quartiere e con un po’ di passa parola. Da quel momento, con la raccolta via via dei numeri di telefono e un gruppo WhatsApp cui inviare avvisi e convocazioni, la partecipazione sta crescendo con un raggio sempre più ampio.

Come si opera: in un modo semplicissimo e complesso insieme. I componenti eletti del Comitato e i cittadini che partecipano sono portatori di proposte e di segnalazioni, positive o negative. Se ne discute e si procede alla messa a fuoco di problemi e possibili soluzioni. I componenti del Comitato e in particolare il presidente e il vicepresidente, si rendono interpreti verso il sindaco, gli assessori e i dirigenti del Comune, di quanto emerge.

Nelle quattro riunioni dopo quella di avvio di ottobre sono stati presenti, insieme o separatamente, due volte il sindaco Alessandro Errigo e due volte l’assessore all’urbanistica Emanuele Bugnone. Sono intervenuti ben conoscendo le questioni emerse nelle nostre riunioni, preparati a discutere i problemi e le soluzioni. Certo, un po’ di rivalsa da parte di chi partecipa, con “devono essere qui, non negli uffici!” o “perché non sono qui sempre?” non manca e anche qualche atteggiamento da talk show, ma del tutto nella norma. Intanto alcuni dei problemi segnalati sono stati risolti o è iniziato il cammino per risolverli. Qual è la chiave di tutto? Le persone del Comitato, che operano volontariamente e con grande interesse ed empatia verso gli altri.

La chiave, certo, sta anche nei numeri. A Rivoli abitano 46mila persone e i quartieri sono 11, come dire cittadine di 4mila abitanti o poco più. A Torino, dove la lamentela verso lo scarso funzionamento del decentramento amministrativo è imperante, gli abitanti sono 850mila e le Circoscrizioni 8, ciascuna con in media più del doppio dei cittadini di Rivoli.[4] Alcune hanno anche un territorio gigantesco. Gli amministratori sono eletti tramite liste di partito o di formazione civiche. In entrambi i casi, questo non è in linea di principio un difetto, ma certo non va verso il puro volontariato gratuito. Hanno del personale amministrativo e tecnico, ma cronicamente carente.

In passato i Quartieri a Torino erano un po’ più di venti e le radici derivavano da movimenti spontanei degli anni ’60 e ’70. Una interessantissima ricerca dell’IRES, l’Istituto regionale di ricerche economiche e sociali, ne documenta vicende e funzionamento.[5]

Perché ho scritto questa noterella; anzi, questo spillo buonista? Perché credo che occorra avviare un profondo rinnovamento del decentramento a Torino. Guardiamo anche a Lyon,[6] con le esperienze di vita pratica e di azioni e progetti molto concreti. Molti anni fa mi ero occupato con altri del confronto Lyon-Torino, ricevendo anche qualche velata minaccia del tipo “… ma la smetta di fare confronti”. Non confronti, ma buone pratiche. Avevo anche avuto l’esperienza di un sopralluogo a una zona in rinnovamento di quella città, accompagnato da un funzionario della municipalità che conosceva ogni cortile, ogni tombino, ogni problema aperto. Lo stesso grado di conoscenza e partecipazione l’ho ritrovato ora a Rivoli e vorrei che fosse possibile suscitarlo a Torino.

Il piccolo baccelliere di musica[7] che conclude gli spilli, vista la piega degli avvenimenti delle ultime settimane, sostiene che urge concedersi un momento di pausa. Ora, chi volesse farlo, dovrebbe considerare il vibrafono. Il vibrafono potrebbe essere scambiato per uno strumento marginale.

Ma si tratterebbe di una semplificazione eccessiva. La sua storia è piuttosto recente. Fu inventato nel 1921 dall’ingegnere di origine tedesca Henry Schluter[8] come un’evoluzione del glockenspiel.

Il suono è ottenuto percuotendo con bacchette di legno barre metalliche intonate montate su un telaio dotato di un meccanismo di amplificazione. Fin dalla sua nascita ebbe una buona diffusione, lontana però da quella di sax e trombe. Aveva e ha oggettive difficoltà di trasporto. Non si può tirare fuori da un taschino come un’armonica a bocca. Richiede tecnica e disciplina. Ma ha un fascino liquido, un suono meraviglioso fatto di colori pastello e un’eleganza che si trasmette a tutta la musica in cui è coinvolto. Queste caratteristiche hanno consentito al vibrafono e ai vibrafonisti di attraversare la storia del ‘900 fino ai giorni nostri, come una sorta di classico moderno. Il vibrafono di Milt Jackson ha innervato la musica del Modern Jazz Quartet, mirabile esempio di equilibrio, un incontro di Bach con il jazz moderno, dai tratti ancora insuperati.[9] Quello di Mike Mainieri ha umanizzato la fusion degli Steps Ahead.[10]


Note

[1] A https://urbanistica.comune.rivoli.to.it/download/regolamento-comunale-comitati-di-quartiere/ con clic sul bottone Download. Altre informazioni, in particolare per Borgo Nuovo, a https://www.comune.rivoli.to.it/Amministrazione/Organi-di-governo/Circoscrizioni/Comitato-spontaneo-di-Quartiere-Borgo-Nuovo dove si sottolinea che «Il Comitato spontaneo di Quartiere "Borgo Nuovo" è un organismo spontaneo al quale hanno accesso tutti i cittadini».

[2] Presidente Marco Galizia, vicepresidente Giorgio Zanchetta; gli altri componenti, in ordine alfabetico, sono Lorella Abbà, Ilaria Catania, Fabio Di Maggio, Marco Ortu, Fulvio Passini.

[5] A https://www.byterfly.eu/islandora/object/librib:362455/datastream/PDF/content/librib_362455.pdf, Enrico Allasino, Marinella Belluati, Simone Landini, Tra partecipazione, protesta e antipolitica: i comitati spontanei di Torino, n.170, 2003.

[7] L’anonimo coautore musicale cita, nel suo pseudonimo, un verso di Guccini (in Addio). Anche Paul Krugman, il premio Nobel per l’economia, da quando ha lasciato il New York Times conclude i suoi pezzi con una coda musicale: povero lui, deve fare tutto da solo!

[8] Segno che anche gli ingegneri hanno fatto cose buone.

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1 Comment


marchetto.gianni
2 giorni fa

molto interessante la nota sui Comitati Spontanei a Rivoli - Dove abito io (a Venaria) una volta c'erano, ora non più (anche se nel 2024 c'è stato un tentativo della attuale amministrazione di Centro Destra nel riesumarli, molto affrettato e finito male per mancanza di partecipazione) - sono dell'avviso che se si vuole avvicinare alla partecipazione i cittadini questa è la via. Per questo nella giornata di Giovedì 20 ho proposto al sindaco Errigo la produzione del Piano Regolatore Sociale a Rivoli

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