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a cura di Pietro Terna

Punture di spillo. Inquinamento web: divagazioni su fake-news e dintorni

Aggiornamento: 2 ore fa

a cura di Pietro Terna


A chi denuncia l’inquinamento luminoso si può dire che la soluzione esiste: spegnere le luci. Invece l’inquinamento del web, il mondo dell’internet in cui tutti navighiamo, subisce effetti non reversibili. Le false notizie, le notizie maligne, si diffondono e si moltiplicano. In modo più o meno convinto i giganti del web si erano impegnati a combatterlo e l’Europa ha proclamato divieti e gride.[1] Poi tutto o quasi si è dissolto come neve al Musk (muschio). Degno di una nuova insegna con il motto flexar, non frangar,[2] Mr.Zuckerberg ha smantellato tutti i controlli sulle fake news dei suoi sistemi, prima di tutto il contagiosissimo Facebook. Sullo slancio, ha anche smobilitato la struttura aziendale che si occupava di minoranze e di inclusione. Dove sta la radice di tutto? Nel nuovo imperatore, detto The Donald. Ma intanto il mondo può cambiare e anche rapidamente, a dispetto dei lacchè dei potenti di turno.

The Guardian, nell’edizione domenicale dell’11 gennaio, titola nientemeno «Come lo spostamento a destra di Mark Zuckerberg potrebbe rimodellare il mondo»[3] e riporta (mia traduzione):

(…) l'annuncio sorprendente (…) da parte di Mark Zuckerberg di Meta, secondo il quale la sua azienda si sbarazzerà dei factchecker, «ridurrà drasticamente la quantità di censura» e raccomanderà più contenuti politici sulle sue piattaforme, che comprendono Facebook, Instagram e Threads. Frances Haugen,[4] che ha più volte denunciato l’operato di Facebook, ha dichiarato ai nostri giornalisti (…) che l'annuncio significa che Meta ha chiaramente “ascoltato il messaggio di Trump”.


L'allarme di Maria Ressa, premio Nobel per la pace

Ancora dal Guardian: le piattaforme di Meta sono utilizzate quotidianamente da circa 3,3 miliardi di persone in tutto il mondo e per molti, soprattutto nel Sud del mondo, Facebook è l’internet. (…) La giornalista Maria Ressa, filippina naturalizzata statunitense, premio Nobel per la pace 2021, ha dichiarato che [Facebook] “permetterà alle bugie, alla rabbia, alla paura e all'odio di infettare ogni singola persona sulla piattaforma” e porterà a un “mondo senza fatti”.

Non per nulla The Guardian, proponendo gli abbonamenti, scrive: sostenete il giornalismo indipendente e senza paura. Non siamo di proprietà di un miliardario o di azionisti: sono i nostri lettori a sostenerci.

Non è sufficiente affrancare le fake-news: Meta, l’aziendina di Zuckerberg, che corre ad allinearsi con il vincitore – dopo il Musk della prima ora e il sollecito Bezos[5]  (il signor Amazon), con The Washington Post – lo fa con lo zelo dell’ultimo arrivato e si spinge a cancellare i programmi aziendali di tutela delle minoranze e di rispetto delle diversità, considerati non più attuali. Le Monde ci fa sapere a pieno titolo che “Mark Zuckerberg veut plus d’« énergie masculine » et moins de politique de diversité ».[6]

In questo bel clima di serenità e progresso, John Elkann – per chi non lo sapesse, si tratta del sig. Stellantis – è entrato a far parte del consiglio di amministrazione di Meta. Non ho resistito e ho chiesto a Microsoft Copilot[7] che cosa avrebbe pensato Gianni Agnelli di suo nipote che dall’auto passa al web commerciale. Il programma si è sperticato di lodi sulla visione imprenditoriale dell’uno e dell’altro. Uffa: ho fatto il provocatore, chiedendo quale avrebbe potuto essere una tipica battuta dell’Avvocato in un caso simile: «Beh, John, non male per uno che fino a ieri cercava di capire come funzionano i social media! Ora, solo non dimenticare che siamo Agnelli: anche online, l'eleganza e la classe prima di tutto». Non male, per una macchina che concatena le parole usando la probabilità condizionale di ciascuna considerate tutte quelle inanellate prima!

Le speculazione di Musk su Twitter

Forse però non è esattamente il momento di scherzare. Aggiungo allora due notizie a modo loro positive, essendo segnali di cambiamenti possibili.

La SEC (la U.S. Securities and Exchange Commission, autorità di regolazione della Borsa americana) ha messo sotto accusa Musk[8] per avere ritardato le comunicazioni dovute al mercato mentre rastrellava azioni di Twitter nel 2022, traendo profitto dall’aver tenuto gli altri investitori all’oscuro di quel che stava succedendo. Negli States la Borsa rappresenta la forma principale di accumulazione del risparmio per le pensioni e le malversazioni sono punite severamente.

La seconda, completamente diversa, riguarda la recentissima presentazione alla fiera-spettacolo mondiale dell’elettronica di consumo – Consumer Electronic Show, CES – di un super computer personale da 3000 dollari, chiamato Digits[9] (cifre), prodotto da Nvidia. Perché è importante? È la prima seria crepa nel binomio IA-costi astronomici di calcolo,

Sono notizie false inventate da me in stile Zuckerberg e soci? Assolutamente no, leggete quel che compare cliccando i link contenuti nelle note.

Lo sostiene anche il nostro piccolo baccelliere di musica.[10] Nell’era del fake, l’autenticità va ricercata e preservata. Si può sempre sperare negli artisti, almeno quelli che nel mondo non vedono un mercato ma un insieme di fermenti per andare avanti. A proposito di speranza. In questi giorni è in edicola il numero di gennaio della rivista Musica Jazz, dedicato, come è consuetudine dal 1982, al Top Jazz, cioè a un sondaggio/riflessione sulle musiche, i musicisti e i dischi usciti nell’anno appena concluso. Musica Jazz è nata nel 1945, a guerra appena finita. È una delle realtà editoriali più longeve non solo nel nostro paese ma a livello globale.[12] Si potrebbe essere tentati di archiviare la rivista e la musica di cui si occupa come roba da museo. Invece i risultati del sondaggio non si specchiano nei tempi andati, pur gloriosi, ma guardano al rinnovamento e ai nuovi protagonisti di questo linguaggio.

Musicista internazionale dell’anno è stato votato Immanuel Wilkins, spettacolare saxofonista ventisettenne originario di Philadelphia. Dal suo disco più recente, Blues Blood,[11] proponiamo di ascoltare Matte Glaze,[13] ballad ipnotica introdotta dalla voce fascinosa di June McDoom e sviluppata su un assolo angolare del leader. Immanuel Wilkins e, come lui, molti altri musicisti (non solo americani), rinnova l’idioma del jazz, lo contamina e lo rende attuale. Per non credere alle bufale servono sincerità e libertà.




Note

[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Frances_Haugen; nell’articolo è indicata come whistleblower, https://it.wikipedia.org/wiki/Whistleblower, colui che fa le “soffiate”.

[7] ChatGPT “vestito” da Microsoft e accessibile via WhatsApp; per iniziare, clic su https://wa.me 

[10] A chi si complimenta con me per i finali musicali delle punture di spillo: grazie, ma non sono io il baccelliere; lo pseudonimo è scelto da un personaggio che, richiamando un verso da Addio di Guccini, preferisce non comparire in palcoscenico. Uscirà dalle quinte, prima o poi?

[11] Il termine, oltre all’immediato riferimento musicale, richiama i lividi bluastri e sanguinanti dei  ragazzi neri brutalmente pestati dalla polizia.

[12] Cogliamo l'occasione per ricordare l'improvvisa scomparsa avvenuta ieri l'altro, 14 gennaio, di Emilio Soana, trombettista di caratura internazionale, una delle migliori prime trombe nella scena internazionale del jazz, oltre che solista. Nella sua lunga carriera Soana ha collaborato con notissimi jazzmen come Gerry Mulligan, Art Farmer, Francis Boland, Harry Edison, Kenny Barron, Curtis Fuller, Ray Brown, Kay Winding e Clark Terry tra gli altri, oltre che con i principali musicisti italiani.

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