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Giorgio Ardito

Presidio di Pace n.101 a Torino

Aggiornamento: 2 feb


Stessa ora, stesso luogo, piazza Carignano a Torino, domani 3 febbraio, per la 101° mobilitazione contro la guerra e per dare sostegno alla pace, a venti giorni dai due anni di conflitto in Ucraina (24 febbraio 2022) in seguito all'invasione della Russia e a quasi quattro mesi dall'inizio della terribile ecatombe nella Striscia di Gaza, dopo l'omicida incursione di Hamas contro lo Stato di Israele. In entrambi i casi, si è dinanzi a tragedie immani che si riversano scavano brutalmente la vita delle popolazioni civili e inquinano in forma selvaggia l'ambiente; distruzioni di cose materiali che corrono in parallelo all'annichilimento del senso della convivenza civile. L'impegno per la Pace, la richiesta di un immediato cessate il fuoco senza più distinguo pelosi sulla situazione che si registra sul campo di battaglia, insieme con l'apertura di seri canali diplomatici sono la condizione indispensabile per ristabilire un nuovo quadro di rapporti tra gli Stati e favorire l'incontro tra le Grandi Potenze nelle sedi preposte, in primis l'Onu, con cui restituire loro credibilità e autorevolezza per garantire un clima di collaborazione reciproca. Su questi temi riceviamo e pubblichiamo un intervento di Giorgio Ardito.

È in corso un'infame e criminale campagna mediatica che ha l'obbiettivo di convincere dell'inevitabilità della guerra in una fase storica in cui è invece necessaria una forte pedagogia sull'inevitabilità della pace se si vuole garantire un futuro all'umanità a fronte delle minacce nucleari.

Gli industriali e i finanzieri della morte e dell'odio stanno lavorando sodo per convincere l'opinione pubblica che occorre spendere molto di più per la guerra chiamata eufemisticamente "difesa", che bisogno ricreare ovunque i riservisti, qua e la si riparla di servizio militare obbligatorio, si costruisce un rapporto tra strutture militari e sistema formativo.

La retorica nazionalistica viene diffusa senza ritegno e memoria storica sui disastri provocati in passato.

I mezzi d'informazione, non si comprende quanto consapevolmente (l'odierno BUONGIORNO di Mattia Feltri è un esempio) alimentano e/o assecondano l'impegno mortifero degli apparati industriali militari (per citare una fonte non sospetta, il discorso di commiato di Eisenhower del 1961), a livello politico ben rappresentati dai vari Crosetto. Occorre una forte risposta culturale politica che inverta questo andamento prima che questi signori ci portino al disastro definitivo di una Terza guerra mondiale.


Giorgio Ardito



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