Polemiche, multe e vaccini, ma la scienza che posto ha?
di Emanuele Davide Ruffino e Germana Zollesi
La nobile lotta sostenuta per contrastare la pandemia, oggi si riduce ad una schermaglia legale sulla pretesa di far pagare la multa a chi non aveva ottemperato agli obblighi prescritti in quel periodo e che, come tutte le dispute a forte impatto polemico, appassiona gli azzeccagarbugli del nostro Bel Paese.
Demagogia economica
Non si tratta di un problema economico, per il modesto impatto che gli introiti rappresenterebbero per le finanze pubbliche, anzi il meccanismo di riscossione, rischia di essere quasi più oneroso. Del resto, non sarebbe la prima volta che il sistema rinuncia ad imporre una tassa perché antieconomico, ma discorso concettualmente diverso è quando un provvedimento è già stato assolto da una parte consistente della popolazione e lo si condona per un'altra parte della coorte creando disparità. Principio ineccepibile, che però negli ultimi decenni è stato abbondantemente disapplicato per la riscossione delle multe stradali dove in certe zone d’Italia sfiora il 50% e una sua rigida applicazione rischierebbe di provocare problemi di ordine pubblico, contro altre dove invece si ravvisano percentuali del tutto fisiologiche. Discorso analogo per i ticket non pagati in ambito sanitario dove si aggiunge il rischio di richiedere il pagamento a chi è già deceduto o a chi non ha potuto fruire della visita prenotata perché alla data in oggetto si trovava ricoverata ed impossibilitata nel muoversi.
Le multe sui vaccini, grazie al loro impatto mediatico, potrebbero sollevare il problema reale di un sistema che nei dibattiti e nelle espressioni legislative si incentra su dottrinali discussioni ma non ha la forza o la volontà di dare attuazione a quanto deciso. Le parti ottengono così il massimo risultato col guadagnare consenso tra chi vuole massima severità nel perseguire l’inosservanza delle norme e non scontentare troppo i trasgressori per l’impossibilità oggettiva o la non convenienza nell’applicare la norma stessa (anche l’economia serve per fare un po’ di demagogia).
Il gioco rischia però di contribuire a far crescere il livello di sfiducia generalizzata nel sistema, per cui si rinuncia ad andare a votare perché si ha la sensazione che quanto deciso dal legislatore non trovi poi corrispondente applicazione pratica (d'altronde è sempre minore la percentuale della popolazione che ha giurato fedeltà alla Costituzione e alle Leggi e, forse anche da ciò, deriva la sensazione di poterle non rispettare, anziché ragionare su come poterle migliorare).
Problema sanitario
Il simbolo "Caduceo", raffigurato sulla coppa del governatore di Giudea del XXII a.C. con i due serpenti intrecciati, ammonisce da millenni la bivalenza medica sulla sua capacità di ridare la vita o indurre la morte (nella tradizione, "il serpente guaritore", ha sempre aiutato a rappresentare l’immagine di rigenerazione continua per la proprietà di mutare pelle o di morte per le proprietà insite nel veleno). Nessun uomo di scienza s’illude che vi sia una sostanza che non produca controindicazioni e, proprio per questo, vi è un obbligo morale, oltre che scientifico, a monitorare ogni possibile danno che, dagli alimenti ai farmaci, dalle sostanze inquinanti ai vaccini, possono produrre sul corpo umano (scarso effetto mediatico riscuotono i 12.000 morti annui per la resistenza agli antibiotici segnalata dall’OMS[1], così come dei 56 conflitti in corso nel mondo si parli solo di due).
Se non si può negare che alcune sostanze somministrate per anni (solo per citarne uno, il Lipobay, un farmaco anticolesterolo a base di cerivastatina, ritirato dal commercio in agosto) sono poi state ritirate dal mercato, con ancora maggior forza, bisognerebbe ricordare che la vita media è passata da 20 anni in epoca preistorica, ai 40 anni durante l’Impero Romano, agli oltre 80 dei giorni nostri. Questo progresso, come insegnava Galileo Galilei, è stato possibile grazie alla capacità di riconoscere gli errori e alla predisposizione dell’uomo di studiare tutti gli eventi che lo riguardano, rifuggendo da qualsiasi dogma (i “malpancisti”, sempre più aggressivi nei confronti dell’attuale sistema, dovrebbero ricordarsi che l’alternativa potrebbe essere il ritorno ad un passato molto meno roseo per la maggioranza della popolazione, specie in termini di condizioni di salute).
Le polemiche attuali non sembrano ricercare gli effetti reali che i vaccini o qualsivoglia altra sostanza può produrre, ma una ricerca manichea di spunti per criticare una o l’altra parte politica. Per nostra grande fortuna viviamo in una parte del mondo dove esiste la totale libertà di espressione, ma la ricerca scientifica si muove su altri piani e rientra nella lenta, ma costante capacità di analisi e di approfondimento.
Note
Comments