top of page

Più punti interrogativi che certezze sul teatro ucraino

di Michele Corrado*

Poco si scrive, ancora meno si comprende. Questa è la situazione delle operazioni militari che si conducono nel Teatro ucraino.

Ricapitolando:

- la lenta spinta offensiva ad est dei russi per, presumibilmente, occupare tutti i territori del Donbass

continua;

- l’azione offensiva ucraina per occupare territori russi nella regione di Kursk è in atto. Sembra che i due settori di operazione abbiamo poco in comune e molti non ne vedono le possibili risultanze. La confusione sembra la vera protagonista della operazione speciale voluta da Putin. Gli ucraini sembra che vogliano espandersi nel Kursk e mantenere il controllo di quei territori occupati. I russi non hanno le capacità di contenere e respingere la progressione ucraina con truppe sottratte al Donbass. In questa stessa area, gli ucraini subiscono la spinta delle Forze russe che contrastano in maniera continuativa senza riuscire ad arginarne la progressione.

I russi hanno preferito non distogliere Forze dal Donbass, dove, molto faticosamente, stanno ottenendo risultati, accettando, temporaneamente, l’occupazione di territori nel Kursk. Nella pratica, gli ucraini stanno cercando di contrastare la spinta offensiva russa nelle zone occupate, esprimendo una azione offensiva in territorio russo che “sottragga” Forze russe, provocando in tal modo l’arresto della progressione nemica in atto.

Questo, al fine di consentire il guadagno di tempo necessario a potenziare le risorse ucraine da dedicare al territorio violato dai russi.

Il tempo è un fattore che gioca sempre a favore di chi è in difensiva e nel Donbass gli ucraini ne hanno un disperato bisogno. Hanno quindi accettato il rischio di rovesciare la situazione, attaccando per difendersi. Ora, accertato che i russi non hanno la capacità operare in entrambi i settori, pare abbiano deciso di continuare lo sforzo offensivo nel Donbass senza cadere nel tranello ucraino. Ovviamente, molto dipenderà da quanto territorio gli ucraini occuperanno nella regione di Kursk (perché se la progressione dovesse arrestarsi o regredire, l’ipotesi di un alleggerimento della condotta offensiva di Mosca non troverebbe reale riscontro), mettendo alla prova la pazienza del Cremlino nel rimanere passivi di fronte ad un proprio territorio occupato.

Le dinamiche delle Operazioni Militari esulano dalla semplicistica differenziazione fra Offensiva e Difensiva. Tutto si utilizza a seconda delle circostanze e della Missione assegnata ad ogni singolo Comandante (indipendentemente dal livello di comando).

Se a questo Comandante si impongono delle limitazioni d’impiego (caveat, in linguaggio operativo), i possibili risultati da conseguire saranno sempre anche molto al di sotto delle sue potenzialità. Esemplificando: se si impone agli ucraini di non svolgere operazioni di qualsiasi tipo al di là del confine ucraino/russo è un po’ come imporre ad una squadra di calcio di non superare la linea di metà campo del terreno di gioco.

Queste limitazioni, aggiunte alla difficoltà di utilizzare assetti occidentali avanzati (tipo gli F16 donati dalla Danimarca, che però hanno già 40 anni di volo, almeno in quella versione), che se si vuole abbiano un impatto significativo sulla situazione generale delle operazioni dovrebbero essere nel numero di almeno cento, a differenza dei sei attualmente consegnati. Considerando poi che, anche se immediatamente disponibili, si avrebbe bisogno di anni (almeno 6?), per addestrare e rendere davvero operativi i piloti.

Le Operazioni di Guerra sono attività oltremodo complesse e costose ed hanno bisogno di decisori notevolmente formati in quell’ambito, che al momento non sembrano essere presenti in questo conflitto.


*Col. (Aus.) Esercito Italiano

39 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comentários


L'associazione

Montagne

Approfondisci la 

nostra storia

#laportadivetro

Posts Archive

ISCRIVITI
ALLA
NEWSLETTER

Thanks for submitting!

bottom of page