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“Petrolieri coraggiosi”, il conto corrente in rubli dell’Eni

di Menandro|

La guerra del gas si è arricchita di un nuovo capitolo: l’Europa pagherà in rubli come richiesto dal presidente della Federazione russa Vladimir Putin che, com’è noto, quando si tratta di fare il bullo di periferia, non è inferiore a nessuno. Infatti, con l’operazione speciale all’Ucraina, una guerra atroce dalla semantica questurina, Putin ha spinto una grande nazione alla periferia del mondo, provocando una stupida russofobia con l’ostracismo di artisti, intellettuali, sportivi. Un colpo da maestro non c’è che dire per chi soltanto una decina di anni fa, assicurava il mondo della sua vocazione liberalista. Ma non divaghiamo, lo spazio è breve e ritorniamo rapidamente al titolo: “Petrolieri coraggiosi”, ovvero la divertente saga dell’Eni (nata dall’idea “folle” di un uomo coraggioso, ovvero Enrico Mattei). Il gigante petrolifero, l’unica vera grande azienda del Paese, che quest’anno ha distribuito dividendi milionari ai suoi principali azionisti, ha annunciato di aver aperto un conto corrente in rubli per remunerare la Russia delle forniture di gas come desidera lo Czar del Terzo millennio. Un provvedimento che è in aperta contraddizione con le sanzioni finanziarie decise contro Mosca. Quindi, è una decisione politica grave. Ma questa è soltanto una delle due facce, perché l’altra assume un profilo antitetico, diverso, non appena si legge che l’Eni ha sì aperto il conto corrente in rubli, ma non intende usarlo… E allora, come si definisce quest’altra faccia: bizzarra, accomodante, furbaiola? Di sicuro, non coraggiosa.

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