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Permessi di soggiorno: il caso di Corso Verona approda in Senato

La Porta di Vetro


L'incresciosa situazione di corso Verona a Torino, dove centinaia di migranti sono costrette a lunghe code per il rinnovo del permesso di soggiorno,[1] è approdata in Parlamento con un'interrogazione parlamentare, primo firmatario il senatore Andrea Giorgis del Pd, presentata al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Il problema, che ha ricevuto per mesi distratte attenzioni, è stato sollevato di prepotenza dai sindacati e da numerosi consiglieri comunali di Torino, e portato all'opinione pubblica con un presidio di protesta, lunedì scorso. Ed è proprio a questo che fa riferimento l'interrogazione parlamentare che denuncia come da oltre due anni, decine e decine di stranieri passano la notte in fila, con bambini e anziani, davanti all'Ufficio immigrazione della Questura di corso Verona 4; una situazione umanamente insostenibile che ha spinto alla mobilitazione e all’impegno la Croce Rossa e la Protezione Civile, insieme a volontari di diverse associazioni e ai sindacati. Nell'interrogazione, si ricorda anche il caso di "una ragazza di origine nigeriana, nata a Torino, che non può presentare la domanda per l’esame di maturità e rischia di perdere l’anno proprio se non riuscirà a ottenere il formale e ordinario rinnovo del permesso di soggiorno". I firmatari osservano inoltre che "numerosi consigli comunali, come da esempio quelli di Torino, di Napoli, di Verona, Bologna, Settimo Torinese, Ivrea, Rivalta, Grugliasco, San Mauro hanno approvato mozioni che sollecitano il Governo ad affrontare tale emergenza attraverso misure strutturali volte innanzi tutto a semplificare le procedure amministrative di richiesta e di rinnovo dei permessi di soggiorno, predisporre strutture adeguate, dotarsi di un adeguato numero di personale preposto, senza escludere, nel breve termine, l’opportunità di coinvolgere i Comuni per alleggerire l’attuale carico di lavoro. Tra l'altro, si fa ancora osservare che "presso la Camera dei deputati, il 26 novembre dello scorso anno, è stato approvato all’unanimità l'Ordine del Giorno 9/02088-AR/04, a prima firma dell’onorevole Bakkali, con il quale il Governo si è impegnato “a valutare l'opportunità di potenziare gli Uffici immigrazione della questura e lo Sportello unico, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Per la cronaca, l’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino gestisce le pratiche per tutti i cittadini stranieri residenti nei 312 comuni del comune metropolitano, "a fronte di circa 136 mila soggiornanti stranieri nel territorio, costretti come noto a costanti pratiche di rinnovo dei vari permessi, appare, al momento, in grado di garantire un monte di circa 212.500 accessi all’anno". Ma è la stessa Questura ad aver reso noto il 18 gennaio scorso, che i disagi che si registrano all’Ufficio immigrazione di Torino sono dovuti alla “riduzione della capacità ricettiva della struttura” e che si stanno “avviando le procedure per risolvere la problematica della riallocazione delle attività attualmente svolte in corso Verona alla sede della questura di via Tommaso Dorè e al commissariato di Barriera Milano” e che  una soluzione “più strutturata e funzionale è attesa entro il prossimo autunno, nelle more della realizzazione di una nuova palazzina prevista all’interno della caserma di via Tirreno”.

Sempre nella nota della Questura si argomenta che “a seguito di un rafforzamento dell’organico dell’ufficio immigrazione con ulteriori 10 unità di personale, è previsto l’ampliamento degli sportelli di ricevimento” e che per il prossimo autunno è “in programma il trasferimento dell’ufficio immigrazione al Santo Volto”- I firmatari chiedono quindi di sapere "se il Ministro, al fine di superare l’attuale situazione emergenziale, non ritenga opportuno disporre la proroga di un anno per i permessi di soggiorno in scadenza, così come già fatto nel 2024 per i rifugiati ucraini, e se non intenda disporre tempestivamente la proroga degli interinali assunti dalla Questura di Torino". Su questo binario, si interroga il Viminale "se ritenga necessario disporre, come promesso nella nota della stessa Questura, un immediato aumento del personale da destinare agli Sportelli Unici per l’immigrazione insieme con l'attivazione di misure e iniziative di semplificazione delle procedure di rilascio dei permessi di soggiorno per evitare che la burocrazia diventi un ulteriore strumento di esclusione e sofferenze.

Infine, con l'interrogazione parlamentare si invita il ministro Piantedosi a costituire un tavolo con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) con l'obiettivo "di coinvolgere le amministrazioni dei Comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti in una gestione innovativa e fattiva delle procedure proprie al rilascio dei permessi di soggiorno per motivi familiari".


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