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La Porta di Vetro

Percezione del rischio amianto a Casale Monferrato: ricerca dell'Università di Torino

Aggiornamento: 3 giorni fa

E' stata presentata oggi, 15 ottobre, nella salone del Municipio di Casale Monferrato, la ricerca del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Torino sulla percezione del rischio e preoccupazioni per la salute nella popolazione che risiede a contatto di siti contaminati.

L'iniziativa è frutto di un accordo tra Ateneo Subalpino, Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica del Dipartimento di Psicologia di Torino e il Comune di Casale Monferrato, rappresentato dall'assessore Cecilia Strozzi.

L'obiettivo è quello di misurare l'impatto che produce sulla salute pubblica, sia fisica che psichica, l'inquinamento industriale.




In Italia, come si legge nel comunicato stampa del Comune di Casale Monferrato, vi sono attualmente 42 Siti di interesse nazionale (SIN), cioè aree designate per interventi di bonifica a causa della contaminazione del suolo, dell’acqua e dell’aria, con effetti potenzialmente gravi sulla popolazione residente. Il progetto, condotto nel SIN di Casale Monferrato, ha l’obiettivo di studiare l’impatto del vivere in una comunità esposta ad amianto. In sostanza, si tratta di un progetto che si distingue per il suo approccio innovativo e multidisciplinare, in linea con la tradizione di ricerca e ricerca-intervento del gruppo di ricerca guidato dalla professoressa Antonella Granieri a Casale Monferrato, che dal 2006 studia le ripercussioni psicologiche del vivere in un sito contaminato.[1]

In particolare, la ricerca in corso integra le precedenti, con un’attenzione specifica sulle preoccupazioni per la salute che accompagnano queste comunità. Inoltre, si allinea con i principi dell’ONU per promuovere un approccio integrato e interdisciplinare, coinvolgendo una pluralità di attori istituzionali, economici e accademici.


Sviluppare nuove modalità di cura e sostegno psicologico

Peraltro, il progetto rappresenta un passo fondamentale verso una maggiore consapevolezza delle conseguenze psicologiche dell’esposizione all’amianto e della vita in un ambiente contaminato. Ne consegue che, grazie alla fattiva collaborazione tra Università, Istituzioni e comunità locali, si punta a sviluppare soluzioni concrete per migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone colpite e ad accompagnare la gestione dei rischi ambientali.

Tra gli obiettivi principali vi è la promozione di politiche innovative volte al miglioramento della salute pubblica e alla riduzione dell’inquinamento ambientale. Questo lavoro non si limita alla valutazione del rischio, ma si propone di generare un cambiamento tangibile nella comunicazione del rischio e nei servizi sanitari destinati alle comunità esposte. In altri termini, si punta a sviluppare nuove modalità di cura e supporto, con l’obiettivo di rafforzare il benessere psicologico degli abitanti dei SIN.

La partecipazione alla ricerca prevede la compilazione di alcuni questionari che potranno essere compilati online attraverso un apposito modulo o in presenza, presso i locali dell'amministrazione comunale di di Casale Monferrato.


Mesotelioma pleurico: 27mila casi dal 1993 al 2015

Tra le malattie associate a questa esposizione, il mesotelioma maligno, una forma aggressiva di cancro, è uno degli effetti più devastanti. Secondo il Registro Nazionale Mesoteliomi (ReNaM), tra il 1993 e il 2015 sono stati diagnosticati oltre 27.000 casi di mesotelioma in Italia, con un tempo medio di latenza di 48 anni tra l'esposizione e l'insorgenza della malattia.

Nel ricordare i tratti salienti della ricerca, Antonella Granieri, insieme con  la dottoressa Isabella Giulia Franzoi del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e la dottoressa Federica Lupano, che collabora sul piano locale, ha sottolineato che l'obiettivo centrale rimane l'esplorazione del vissuto della popolazione casalese e l'indagine sulla percezione del rischio associata alla sensazione di "tradimento" subito, a quasi 40 anni dalla chiusura dello stabilimento Eternit.

Di rimando, l’Assessore all’Ambiente di Casale, Cecilia Strozzi, nell'aderire con orgoglio all'iniziativa e a sostenerla quale elemento di cruciale importanza per la comunità, mentre prosegue la bonifica, ha rimarcato la lungimiranza di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Torino che quasi vent'anni fa già ebbero l'intuito di favorire l'incontro tra i vissuti della popolazione e le politiche indirizzate alla salvaguardia del territorio.


Note

[1] A. Granieri, Amianto, risorsa e dramma di Casale: risvolti psicologici nelle persone affette da mesotelioma e nei loro familiari, Genova, 2008

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