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Luca Rolandi

Papa Francesco: “Costruire unità, dimenticare i privilegi"

L’arcivescovo di Torino Roberto Repole tra i nuovi 21 cardinali


di Luca Rolandi

 

Il decimo Concistoro di Papa Francesco in Vaticano ha consacrato 21 nuovi cardinali nella solenne celebrazione nella Basilica di San Pietro. Tra i nomi c’è mons. Roberto Repole, l’arcivescovo di Torino e Susa da due anni, il teologo, il pastore che sta guidando in una complessa attraversata nel deserto della modernità e della post-secolarizzazione la chiesa subalpina e ora non solo più quella. L’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa Roberto Repole è Cardinale. La nomina gli è stata conferita da Papa Francesco nel Concistoro ordinario pubblico di ieri pomeriggio, sabato 7 dicembre 2024, nella basilica di San Pietro, unitamente al Titolo di Gesù Divino Maestro alla Pineta Sacchetti.

L’annuncio della decisione di elevare Repole alla dignità cardinalizia, assieme ad altri 20 vescovi di varie nazionalità, era stato dato dal Papa all’Angelus di domenica 6 ottobre 2024. Le comunità di Torino e Susa sono in festa con cuore grato per il dono e l’attenzione concessi dal Pontefice ai due territori diocesani e accompagnano nella preghiera il loro Pastore in questo nuovo tratto di cammino. Alla celebrazione in Vaticano hanno preso parte le principali autorità civili di Torino e del Piemonte, tra cui il sindaco Stefano Lo Russo, il presidente Alberto Cirio, il prefetto Donato Cafagna, il presidente della Corte d’Appello Edoardo Barelli Innocenti, i sindaci e gli assessori dei Comuni di Givoletto e Druento. Tra le autorità e le presenze religiose: il vescovo ausiliare di Torino Alessandro Giraudo e il vescovo emerito di Susa, Alfonso Badini Confalonieri, alcune rappresentanze del Consiglio episcopale e del Clero di Torino e Susa, insieme a religiose e religiosi. A questi si sono uniti oltre 250 fedeli, tra cui parenti e amici, i seminaristi, i parrocchiani di Druento, Givoletto e SS. Nome di Maria (Torino), dipendenti e direttori della Curia metropolitana.

Fino a qui la cronaca di una giornata memorabile anche per Torino che ha nuovamente un cardinale al vertice della sua Chiesa. Il giuramento, la zucchetta, il titolo e gli onori. Poi c’è soprattutto l’omelia di papa Francesco, che si è presentato con un vistoso ematoma all’altezza del mento per una caduta accidentale. Parole molto nette e senza scorciatoie con citazioni di Sant’Agostino, Alessandro Manzoni, don Primo Mazzolari e Paolo VI. Il nostro cuore è un "guazzabuglio", ricorda il Papa citando Manzoni nei Promessi sposi. Lo riferisce, a commento del brano al capitolo 10 del Vangelo di Marco, all'atteggiamento dei discepoli, non immuni da cedimenti, fragilità, disorientamenti, infedeltà, incomprensioni. Mentre infatti Gesù sta facendo una strada faticosa e in salita che lo porterà al Calvario, rammenta Francesco, loro pensano alla strada spianata e in discesa del Messia vincitore. È uno dei grandi fraintendimenti della sequela di Cristo, di cui bisogna prendere "umilmente coscienza". 

"Può succedere anche a noi: che il nostro cuore perda la strada, lasciandosi abbagliare dal fascino del prestigio, dalla seduzione del potere, da un entusiasmo troppo umano per il nostro Signore. Per questo è importante guardarci dentro, metterci con umiltà davanti a Dio e con onestà davanti a noi stessi, e chiederci: dove sta andando il mio cuore? In quale direzione si muove? Forse sto sbagliando strada?". La strada e il servizio, il mistero vita e della sofferenza, vissuto alla sequela di Cristo, che salva il mondo. Ventuno uomini di Dio, dal 99enne Angelo Acerbi che nel saluto ha evocato la pace al 57 enne Repole, con i teologi Castillo e il domenicano Timothy Radcliffe. Con la creazione delle nuove 21 porpore, la cui provenienza geografica introduce cinque nuovi Paesi (Algeria, Australia, Ecuador, Iran, Serbia), il Collegio cardinalizio si compone di 253 cardinali, di cui 140 elettori e 113 non elettori. 


Le foto sono dell'autore dell'articolo.

 

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