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Rocco Palombella

Palombella: "Da Stellantis e governo piani concreti, basta cassa integrazione"

Riceviamo e pubblichiamo.


Stellantis e Governo italiano sono i responsabili di questa crisi senza precedenti del settore auto. Da una parte l’azienda non ha rispettato nessun impegno preso, con stabilimenti fermi, produzione al minimo storico e la produzione all’estero di iconici marchi italiani. Dall’altra, il Governo, prima ha fatto annunci sensazionali sull’obiettivo di un milione di autovetture e sulla possibilità dell’investimento in Italia di tre produttori esteri, poi ha tagliato 4,6 miliardi dal fondo automotive, di fatto cancellandolo. Non sono sufficienti pannicelli caldi come i 700 milioni annunciati dal Ministro Urso. Il Governo a oggi non è stato in grado di gestire né la transizione all’elettrico né tante altre vertenze industriali. Ora basta.

Siamo stati i primi a denunciare una situazione che stava diventando sempre più grave, siamo arrivati a dichiarare uno sciopero generale dell’auto che il 18 ottobre scorso ha portato a Roma oltre 20mila lavoratori per chiedere interventi seri e urgenti al Governo e a Stellantis. 

Nell’incontro del prossimo 12 dicembre a Torino ci aspettiamo che Stellantis dia continuità alle commesse tutelando al massimo le aziende dell’appalto altrimenti a fine mese ci saranno altri 500 licenziamenti nelle aziende della logistica, come Trasnova, Logitech e Teknoservice. Non vogliamo cassa integrazione, ma un piano di dettaglio di tutti modelli e risposte concrete. I lavoratori hanno già pagato un prezzo altissimo, abbiamo perso 15mila posti di lavoro negli ultimi anni. Stellantis deve rilanciare gli stabilimenti per evitare lo stop a inizio 2025 a causa delle nuove regole europee sulle emissioni.

Nell’incontro del 17 dicembre al MIMIT ci aspettiamo misure urgenti e concrete, a partire dal ripristino totale del fondo automotive. Ogni euro dei finanziamenti pubblici che verranno investiti dovrà essere vincolato alla garanzia occupazionale e al mantenimento della produzione in Italia. L’obiettivo centrale deve essere l’abbattimento delle emissioni della Co2 e per raggiungerlo si può prevedere anche il mantenimento di motori non elettrici che abbiamo il minimo impatto ambientale. Se il 17 non ci saranno queste garanzie e non avremo una convocazione a Palazzo Chigi non firmeremo intese, anzi ripartirà la nostra mobilitazione e saremo più forti e determinati.


Rocco Palombella, Segretario generale Uilm-Uil

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