ORIZZONTI D'EUROPA.
Aggiornamento: 23 lug
Di scena rider, intelligenza artificiale e case green
di Mercedes Bresso
Settimana interessante per la plenaria di Strasburgo, l’ultima prima di Pasqua. Abbiamo definitivamente approvato (dopo cioè gli accordi raggiunti al Trilogo con Commissione e Consiglio) due testi riguardanti i grandi problemi odierni: l’intelligenza artificiale e le grandi piattaforme di vendite on Line, come Amazon e tutti quelli che consegnano pasti o altre cose a domicilio. Costoro impiegano di solito dei rider che hanno contratti di lavoro autonomo, ma che di fatto sono dei dipendenti a tutti gli effetti.
Su quest’ultimo provvedimento, dopo che quattro paesi avevano costituito una minoranza di blocco sull’accordo raggiunto, alla fine sono rimaste solo Germania e Francia e sono state battute. Così abbiamo potuto ratificare l’accordo che tutela, solo nel nostro paese, i 35.000 lavoratori di queste piattaforme, rovesciando l’onere della prova per dimostrare che sono dei lavoratori dipendenti e non degli autonomi. Spetterà alla direzione delle piattaforme dimostrare che i rider non sono dei dipendenti e non ai lavoratori stessi come avviene oggi. È un grande passo avanti nella tutela di tanti ragazzi e ragazze che vengono pagati poco e hanno poche o nulle garanzie e tutele.
La seconda, importantissima norma approvata, è la regolamentazione dell’intelligenza artificiale: come molti hanno scritto è la prima al mondo e farà da guida per tutte le altre. L’Europa è considerata il migliore regolatore mondiale sulle tecnologie innovative e questo testo farà scuola per molti altri paesi. Tra i risultati più importanti vi è il divieto di usare sistemi biometrici di identificazione in tempo reale delle persone, come quelli che spesso vediamo nelle serie televisive, con poche eccezioni riguardanti i casi di terrorismo. C’è anche il divieto di usare questi sistemi per comprendere gli stati emotivi delle persone ( utilizzati spesso dai datori di lavoro per valutare i propri dipendenti o nei processi di selezione del personale) e di quelli che consentono attraverso l’immagine la profilazione etnica, religiosa o dell’orientamento sessuale delle persone. Gli operatori saranno anche obbligati a pagare i copyright per i testi utilizzati nell’addestramento dell’intelligenza artificiale e ad effettuare una valutazione d’impatto del sistema per verificare che non siano violati i diritti fondamentali degli utenti.
Un terzo testo di grande rilievo approvato definitivamente, dopo l’accordo col Consiglio è quello, molto discusso, sulle case Green, che regolamenta le prestazioni energetiche degli edifici. Si pone l’obiettivo di isolare gli edifici più vetusti e di dotarli di pannelli solari per l’auto produzione di energia.
Gli obiettivi da raggiungere per gli Stati sono una riduzione del 16% nel 2030 e del 20/22% per gli edifici privati nel 2023 e del 26% per quelli non residenziali nel 2033, rapportati ai consumi del 2020. Si consideri che già in questi 4 anni molti investimenti sono stati fatti sfruttando le facilitazioni fiscali sugli infissi e sull’installazione di pannelli solari o di caldaie a condensazione o di pompe di calore.
Si sono fatte molte polemiche sulla nuova norma che, ricordiamolo, spingerà un paese come il nostro che acquista dall’estero quasi tutta l’energia di cui ha bisogno, a risparmiarne una grande quantità, riducendo i consumi e i costi per riscaldare o raffrescare. Immaginate di avere una casa di 100 mq e di doverla scaldare: se ha una classe energetica molto bassa, pensate di consumare ogni giorno per ogni mq di superficie, due bottiglie di carburante per ottenere la giusta temperatura, cioè 200 bottiglie. Con una casa alla massima efficienza energetica ne basterebbero due o tre! Con un evidente risparmio per l’utente, per il paese e benefici indubbi per l’ambiente (il 36% delle emissioni che alterano il clima provengono dai riscaldamenti e raffreddamenti degli edifici!)
Molti dicono: però occorrono molti investimenti e noi non abbiamo i soldi .
Per questo le modifiche apportate alla norma che abbiamo approvato pongono non un vincolo sulle famiglie ma degli obiettivi per i paesi membri, che dovranno decidere come raggiungerli (partendo ad esempio dagli edifici pubblici, dai capannoni industriali, dalle strutture commerciali). E che dovranno usare i fondi europei delle politiche regionali per intervenire in aiuto dei privati, in particolare di quelli a più basso reddito e per le case popolari.
Nessuno però può negare che per l’Italia non ci sono che vantaggi a sostituire energia importata con risparmio e energia auto prodotta, creando lavoro e reddito per le tantissime imprese italiane che realizzeranno i lavori.
Naturalmente spetterà ai governi organizzare questa importante transizione in modo efficiente e non troppo gravoso per cittadini e imprese. Ma questo è il compito che nel sistema europeo tocca loro e a cui non vorrebbero certo rinunciare: quando qualcuno protesta contro l’invasività dell’Europa spesso dimentica che essa decide solo quali sono gli obiettivi comuni da raggiungere e che poi spetta agli Stati, per loro stessa scelta, di autonomamente trovare il modo di realizzarli. Inutile quindi poi piangersi addosso quando tocca a noi fare le cose: questo è il modello quasi federale che abbiamo scelto e disegnato.
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