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Non è più soltanto un'idea: parte il progetto del Museo regionale della Resistenza

Aggiornamento: 14 mar


Il progetto di un Museo regionale della Resistenza ora è ufficialmente sui binari di partenza. L'emiciclo del Consiglio Regionale del Piemonte lo ha approvato all'unanimità. E ieri, 28 febbraio, l'impegno è stato ribadito da Domenico Ravetti (primo firmatario dell'ordine del giorno con cui si dà l'avvio all'iniziativa), davanti all'assemblea del Comitato Resistenza e Costituzione di cui è presidente.

Annuncio accolto positivamente per le implicazioni politiche che il voto unanime prospetta, anche se sarà presto chiaro che la "regionalizzazione" del Museo Diffuso della Resistenza di Torino avrà altre implicazioni di carattere gestionale finora mai contemplate nel rapporto tra centro destra e centro sinistra. Comunque, dietro l'unanimità c'è lo stanziamento di 220 mila euro a favore del Museo per costruire quel lavoro di ricognizione dei luoghi della Resistenza piemontese, che potranno poi diventare i nodi di una rete museale regionale.

Dunque in passo importante nella direzione giusta, secondo Ravetti, per realizzare con il museo anche una cabina di regia e di coordinamento regionale dei tanti luoghi della Memoria esistenti in regione, valorizzandoli sul piano culturale e turistico.

Ma per attuare il progetto, è stato sottolineato da più interventi nella plenaria del Comitato Resistenza e Costituzione (di cui fa parte la Porta di Vetro, rappresentata da Michele Ruggiero) è necessario definire priorità, ruoli, competenze che si muovano di concerto e in parallelo all'individuazione di un percorso amministrativo e di un percorso sul territorio che veda protagoniste tutte le realtà interessate. Operazione ambiziosa in cui il Comitato Resistenza e Costituzione potrà, dovrà, avere una parte rilevante se riuscirà a trascinare tutte le associazioni, non solo quelle grandi e di prestigio nazionale, verso una partecipazione corale e propositiva per tutelare in qualunque circostanza il primato dei valori resistenziali nella storia del nostro Paese e del Piemonte, prima delle regioni italiane, in cui la lotta si è immediatamente sviluppata contro i nazisti, dall'8 settembre 1943, e i sodali fascisti repubblichini, dopo la liberazione di Mussolini da Campo Imperatore, il 12 settembre 1943.



Ravetti ha altresì ricordato la decisione della Giunta Cirio di fare retromarcia rispetto ai propositi iniziali, ripristinando i fondi destinati agli Istituti Storici della Resistenza. Rimane la delusione, e non soltanto personale, ha aggiunto, per la scelta della maggioranza di centro destra di bocciare due specifiche proposte: quella per il finanziamento della legge regionale 41/1985 sui monumenti partigiani, che avrebbe reso possibile interventi di restauro, e quella per il rifinanziamento dalla legge regionale 14/2009 sulle vittime del terrorismo, così da poter installare nuove lapidi e targhe a loro memoria. Due occasioni perse. Cui ha fatto eco, sulla questione terrorismo, l'intervento del consigliere dell'Aiviter (Associazione vittime terrorismo) Giuliano Giampaolo (foto a sinistra).

Chiosa finale di Domenico Ravetti: "Nell’anno in cui si celebrano gli 80 anni della Liberazione si poteva certamente fare uno sforzo in più». 

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