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Movimento Europeo Italia: "il Paese si mobiliti contro le dichiarazioni di Giorgia Meloni"

La Porta di Vetro

"Chiediamo alla società civile, al mondo del lavoro, delle imprese e alle forze politiche di scendere in piazza per una pacifica insurrezione già domenica 23 marzo per manifestare davanti alla lapide dedicata a Altiero Spinelli alla Camera dei Deputati in Via Uffici del Vicario e davanti alla tomba di Altiero Spinelli sull’isola di Ventotene". Si conclude così, con un appello alla mobilitazione nel nome di uno dei padri fondatori dello spirito europeo e, indirettamente, di tutti coloro che dal secondo dopoguerra hanno contribuito a far crescere il primato dell'europeismo sui nazionalismi, la lettera di Pier Virgilio Dastoli, avvocato, presidente del Movimento Europeo Italia, già assistente parlamentare di Altiero Spinelli alla Camera dei deputati (1977-1983) e al Parlamento europeo (1977-1986).

"Il Manifesto di Ventotene, scritto al confino nel 1941, quando quasi tutta l’Europa era stata violentemente occupata dall’esercito nazista con il sostegno di Mussolini - sottolinea Dastoli - e quindi storicamente collocato in quel momento buio della storia europea, è il testo più elevato durante la seconda guerra mondiale e nel quadro della Resistenza europea dell’analisi delle cause delle guerre legate ai nazionalismi e alle sovranità assolute e dell’urgenza e della necessità di fondare dopo le guerre una democrazia solida destinata a durare nel tempo per la libertà, la giustizia e la pace.

Dastoli ricorda inoltre che per raggiungere quei valori, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e coloro costretti dal fascismo al confino "erano convinti che la strada da percorrere fosse quella del superamento degli Stati nazionali con una organizzazione capace di difendere e costruire nel tempo un progetto politico e non ideologico di società aperta".

Nel merito delle considerazioni espresse dalla Presidente del Consiglio ieri, 19 marzo, alla Camera, Dastoli fa emergere nella lettera il contrasto che oppose Spinelli al vertice del Partito comunista italiano, da cui fu espulso nel 1937, "dopo essere stato condannato dal regime di Benito Mussolini a sedici anni di carcere duro", e le visioni di Ernesto Rossi, che fondava la sua cultura sui principi del cosmopolitismo liberale, e di Eugenio Colorni sensibile alla cultura dell’internazionalismo socialista.

Infine, Dastoli stigmatizza le dichiarazioni di Giorgia Meloni che a suo avviso confermano una formazione culturale "legata all’idea dello Stato nazione di Giorgio Almirante che fu redattore della rivista La difesa della razza, ricordando ancora che Fratelli d’Italia non ha mai cancellato dal suo simbolo la fiamma tricolore".

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