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Missili russi sull'Ucraina, ritorna il terrore a Kiev e a Leopoli

di Vice


Aggiornamento, vedi i video.

L'escalation della guerra sul suolo ucraino, prevista da più osservatori, l'ultimo Ian Bremmer, presidente di Eurasia, è arrivata stamane, puntuale, con il suo fragore di vendetta dopo gli eventi militari delle settimane scorse. Le forze armate russe hanno portato un pesante attacco missilistico sulla capitale Kiev, che da settimane era risparmiata dall'azione militare di Mosca, e su altre città dell'Ucraina, da Leopoli a Dnepr e a Kharkiv e sulle regioni corrispondenti. Il prezzo per la popolazione civile è pesante: si calcola in almeno una trentina di persone rimaste o uccise o ferite per strada e nelle abitazioni distrutte soltanto a Kiev.

Il nutrito bombardamento ha costretto anche il personale dei soccorsi ad entrare nei rifugi, mentre è seguito il blocco dell'erogazione di elettricità, acqua, servizi mobili e l'interruzione di Internet. Il presidente ucraino Zelensky ha lanciato il suo appello all'Occidente, denunciando che nel 229° giorno di guerra, i russi cercano di distruggere l'Ucraina e di "spazzarci via dalla faccia della terra".

In una nota, il Ministero della Difesa Ucraina ha affermato che sono stati lanciati 83 missili e droni suicida; 45 missili e 9 droni iraniani Shahed-136 sono stati abbattuti. Tra l'altro, la trasmissione di elettricità dalla Svezia alla Polonia è stata interrotta a causa di un incidente nella stazione svedese a terra.

L'offensiva missilistica era stata annunciata ieri dallo stesso presidente della Federazioni russa Vladimir Putin, dopo l'attentato terroristico di sabato 8 ottobre con un "camion-bomba" che ha provocato danni al ponte di Crimea. Operazione inizialmente rivendicato dai servizi segreti ucraini e definita da Putin “un attacco terroristico volto a distruggere le infrastrutture civili critiche della Federazione Russa”. Un'accusa sostenuta dal presidente del Comitato investigativo russo Alexander Bastrykin, che ha ricostruito il lungo percorso del pesante automezzo arrivato sul ponte attraverso Bulgaria, Georgia, Armenia, Ossezia del Nord e la regione russa di Krasnodor.








La pista ucraina è stata validata anche negli Stati Uniti dal New York Times, che di recente ha realizzato uno "scoop", indicando come mandante ed esecutore dell'omicidio di Darya Dugina, figlia dell'ideologo nazionalista Alexander Dugin, avvenuto il 20 agosto scorso, l'intelligence ucraina.

A indicare la pista ucraina, infatti, è il prestigioso quotidiano americano che ha citato come informatore un alto funzionario ucraino. Il che, secondo alcuni osservatori americani e non, porta a concludere che il vero regista della "fuga" di notizie sia l'intelligence americana, all'interno della quale sarebbe in atto in duro scontro non proprio tra "falchi" e "colombe", ma tra chi si contrappone, seriamente preoccupato, all'autonomia di Kiev nel preparare e gestire una "guerra sporca" dalle connotazioni sempre più terroristiche anche sul suolo russo. Metodi che potrebbero, si può ipotizzare, gettare una luce sinistra sulla Casa Bianca che combatte il terrorismo a qualunque latitudine e, indirettamente, offrire una sponda giustificazionista a Putin nell'incremento - come di fatto sta accadendo - delle azioni missilistiche. Azioni tradotte anche come una risposta ai sempre più numerosi attacchi dell'artiglieria ucraina al confine con la Federazione Russa.


Putin, che è apparso su canali televisivi prima della riunione con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza, è stato esplicito nel giustificare i raid missilistici sulle città ucraine una risposta al terrorismo di Stato di Kiev sul territorio russo. Un discorso che svela le intenzioni del Cremlino di condurre la guerra in modo totale e brutale sulla popolazione civile che non potrà non avere riverberi sulla strategia dello Stato maggiore dell'esercito ucraino.

Un problema in più per l'amministrazione americana di Joe Biden che si interroga se concedere i missili Atacms (acronimo di Army Tactical Missile System) da mesi richiesti dal presidente Zelensky. I missili di lunga gittata possono colpire obiettivi a 300 chilometri di distanza (quattro volte il raggio dei missili Himars forniti dalla Casa Bianca) con cui portare la guerra nel cuore della Russia europea.

Intanto, a Minsk in Bielorussia, il presidente Alexander Lukashenko ha aperto un incontro di emergenza con l'esercito e le forze di sicurezza.


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