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Miracolo Carlos Tavares: mette d'accordo governo e opposizioni

Aggiornamento: 11 ott

Deludente audizione in Parlamento dell'AD di Stellantis


di Vice


Carlos Tavares, portoghese, che si trascina dietro con quell'esotico cognome un'aura da eroe salgariano (Yanez, il portoghese amico di Sandokan è stato uno dei personaggi principi partoriti della fantasia di Emilio Salgari) non è riuscito nell'impresa di sedurre le Commissioni Attività produttive di Camera e di Senato, che tanto avrebbero desiderato scoprire di avere - anche se non ha fatto nulla per meritarselo - un'industria automobilistica. Invece, nel pomeriggio di oggi, 11 ottobre, delusione maggiore non poteva circolare tra i banchi del governo e dell'opposizione. Del resto, Carlo Tavares, a dispetto della realtà, di ciò che succede, o meglio di ciò che non succede negli stabilimenti italiani del Gruppo, ha rifilato la solita rassicurazione in stile Sergio Marchionne, ma senza avere il carisma che accompagnava il manager italo-canadese nei rapporti con i sindacati e la politica più in generale. Così, nonostante il suo incipit battuto dalle agenzie - "Non è vero che non abbiamo strategia per l'Italia", nessuno ha creduto alle sue successive dichiarazioni. Neppure quando, con un temerario "cambio" in corsa di scrittore, si è lasciato andare ad una affermazione da libro Cuore: "molti modelli sono disegnati in questo Paese, vi farò stringere le mani dei nostri dipendenti", creando più di un panico tra gli astanti, tendenzialmente riottosi ad affrontare l'elettorale su questioni economiche. Infine, ha cercato di recuperare una credibile vis pugnandi, aggiungendo che il Gruppo Stellantis, che non ha alcuna intenzione di abbandonare l'Italia e vendere i siti produttivi, ha la capacità per sostenere un milione di clienti - a dispetto della regressione di vendite - e la forza di lottare come "dannati" per mantenere la sua posizione commerciale e industriale.

Nessuno gli ha creduto. Anzi. Dal governo sono emerse preoccupazioni e dubbi, mentre le opposizioni piazzavano i cannoni ad alzo zero. Elly Schlein e Giuseppe Conte per Dem e Movimento Cinque Stelle hanno detto senza mezzi termini che si aspettavano "molto di più". Un modo elegante per dire di non avere ascoltato nulla di nuovo e di rassicurante per la sorte dei lavoratori dell'auto e dell'indotto.

Sulla stessa linea critica anche i sindacati di categoria. In una nota, il numero uno della Uilm-Uil Rocco Palombella ha accusato Tavares del solito refrain: "richieste di incentivi per l’acquisto delle auto elettriche e aiuti fiscali per ridurre il costo dell’energia". Per poi sottolineare: "Tavares dice di non voler andare via dall'Italia, ma in tre anni abbiamo perso oltre 12 mila posti di lavoro, non ci sono impegni vincolanti e chiarezza su investimenti e nuovi modelli, non solo elettrici, che abbiano mercato, per garantire il futuro di tutti i siti".

Il prossimo venerdì, 18 ottobre, è previsto lo sciopero del settore auto con manifestazione a Roma. Sarà un messaggio, ha detto Palombella, forte e chiaro rivolto a Stellantis e al Governo: "il tempo è scaduto, il settore auto sta morendo, si rischia un dramma sociale senza precedenti. Vogliamo un incontro a Palazzo Chigi con Meloni e Tavares ma senza risposte siamo pronti a una mobilitazione a oltranza”.

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