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Clara Bertolo

Metro 1: spiragli per uscire dal "budello" di corso Francia

Aggiornamento: 9 minuti fa

di Clara Bertolo*


Giovedì scorso, 16 gennaio, Matteo Cavallone sindaco di Collegno e Alessandro Errigo, omologo di Rivoli, hanno indetto nel Centro Congressi di Rivoli un Consiglio Comunale congiunto e aperto alla popolazione per chiedere alle istituzioni competenti i finanziamenti necessari per completare la Linea metropolitana 1. Completamento necessario per tornare finalmente alla normalità e mettere la parola fine al "tormentone" che pesa su automobilisti e cittadini che percorrono e vivono su corso Francia, il più lungo rettilineo d'Europa con i suoi 12 chilometri circa che unisce il capoluogo piemontese a Rivoli, all'area metropolitana ovest.

Il "tormentone", che ha poche note di allegria, è noto, perché dal 2019 compromette con il suo eterno cantiere la viabilità, diventata caotica con le sue rotonde improvvisate, cambi e restrizioni di carreggiate, fulminei rallentamenti e code, con ai lati un paesaggio di metallo e cemento che sa di trasandato e abbandonato. Un budello da incubo ad occhi aperti in attesa non di Godot, ma delle nuove quattro fermate che da stazione Fermi Collegno raggiungeranno la zona periferica Cascine Vica della città di Rivoli. Una situazione insostenibile per chi vive a Rivoli e Collegno, città quest’ultima che convive con i cantieri metro da più lustri.

Con queste premesse, la "chiamata" ha raggiunto le comunità a lungo raggio: cittadini comuni insieme con i sindaci della zona ovest, amministratori locali, consiglieri regionali di ogni appartenenza politica, Città metropolitana e città di Torino, oltre ai tecnici di Infrato, la società pubblica che ha in mano la gestione e la progettazione di infrastrutture per il trasporto veloce, e al Patto territoriale Zona Ovest, che segue da anni i progetti rifacimento di corso Francia.

Una pax istituzionale che ha visto unanime l’impegno a chiudere questa storia infinita, al di là del colore politico. Tutti concordi nell’affermare che la Metropolitana è un servizio di cui beneficia tutta la Zona Ovest, alleggerendo il traffico, riducendo l’utilizzo dell’automobile e velocizzando i tempi di spostamento, oltre a creare occasioni di sviluppo per le attività locali, sia economiche sia culturali.

Tutti altrettanto d'accordo, però, nel denunciare un cantiere che congestiona il traffico dell'arteria, concentra gas di scarico e costringe chi si sposta a percorsi complicati, oltre a disincentivare il trasporto pubblico di superficie. Ma, ed è stato ripetutamente detto nella discussione, a essere penalizzato non sono soltanto il trasporto privato e quello pubblico: soffrono gli esercizi commerciali che si affacciano su corso Francia, oscurati da reti e pannelli, e restringimenti, che hanno drasticamente ridotto la loro visibilità, oltre che la loro fruibilità. Risultato: se i negozi non li vedi o se li vedi e non hai possibilità di lasciare l’auto, e se la fermata del mezzo pubblico comoda è stata spostata, la "fidelizzazione" uno se la può scordare e si corre il rischio della chiusura.

Eppure il cronoprogramma comunicato da Infrato, parlava della messa in funzione della linea nella primavera 2024, ma la pandemia prima, con il conseguente arresto dei cantieri, e il rincaro pesante dei materiali poi, ha determinato questo ritardo significativo. Mancano all’appello almeno 24 milioni di euro per la chiusura del cantiere, a cui andrà aggiunta una cifra consistente per aumentare la flotta di treni.


Come se ne esce? Dalla parlamentare della Lega, Elena Maccanti, già assessore regionale, sono arrivate le prime rassicurazioni che si sono tradotte in uno stanziamento del governo pari a 8,5 milioni di euro per il proseguimento del cantiere, mentre l'amministrazione comunale di Torino, come ha spiegato l’assessora alla viabilità Chiara Foglietta, dirotterà sui lavori 24milioni di euro, derivati da un avanzo degli interventi in superficie sulla tratta Lingotto Bengasi, per assicurare la chiusura del cantiere entro la prima metà del 2026. Ora si attende che il Ministero dia l’assenso della variazione. La Regione Piemonte si è poi impegnata a erogare ristori per le attività commerciali per la prossima annualità pari a 400 mila euro.

Si tratta nel vero senso della parola di una luce in fondo al tunnel per la Zona Ovest, area ricca di imprenditoria e di cultura, che ha bisogno di reti di comunicazioni agili e sostenibili, una zona ovest che si è dimostrata come sempre compatta, con visione di insieme e progettazioni condivise, ne è la prova il Patto territoriale Zona Ovest, presieduto da Umberto D’Ottavio, esperienza che oggi resta unica nel suo genere.

Affermare che la stagione di alibi e di scusanti sia al tramonto è doveroso, anche se i precedenti non autorizzano a facili ottimismi. Tuttavia la società che ha in appalto i cantieri può rimettersi all’opera e far ripartire i mezzi fermi da tempo, per ripristinare la superficie di corso Francia, per il quale sono in atto studi e progettazioni per un restyling degno di un corso europeo, che diventerà tale di nome e di fatto.


*Assessore alla Cultura e al Commercio città di Collegno

 

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