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Messaggio dal Sinodo: "furto alla democrazia" l'autonomia differenziata

di Piera Egidi Bouchard


Come ogni anno, la serata pubblica del lunedì affronta un dibattito su temi di attualità. Quest’anno, in un tempio gremito, si sono confrontati sul tema scottante dell’”Autonomia differenziata” Rosy Bindi, già parlamentare e ministra della salute, il costituzionalista e senatore Andrea Giorgis, la moderatora che è anche avvocata, Alessandra Trotta, coordinati da Claudio Paravati, direttore della rivista ecumenica “Confronti”. Sul palco anche due musicisti d’eccezione: il pianista Luigi Bonafede e Massimo Baldioli, che hanno intervallato la serata.


Dibattito con Bindi, Trotta e Giorgis

Andrea Giorgis ha ricordato che l’art. 116, comma 3 della Costituzione, prevede che le Regioni possano chiedere la competenza legislativa in alcune precise materie. Ma alcune di esse (dalla produzione e distribuzione nazionale dell’energia alla tutela e alla sicurezza sul lavoro e della salute, e all’istruzione) rischiano di produrre profonde disuguaglianze: “Se dovessimo arrivare ad avere, ad esempio, sistemi di istruzione con programmi e reclutamento del personale docente differenti da una regione all’altra, verrebbe meno uno degli aspetti fondanti dell’unità nazionale, che passa proprio anche attraverso la condivisione di essenziali aspetti culturali.”

Paravati ha notato che con la riforma del titolo V della Costituzione nel 2001 sono nati i problemi che ora si evidenziano. “Se potessi tornare indietro – ha confermato Rosy Bindi con l’abituale schiettezza, intervenendo da remoto su un grande schermo – non voterei come allora. L’Italia è una e indivisibile, e la nostra visione dell’autonomia sia allora che adesso è una visione solidale e cooperativa, non competitiva. In Italia ci sono aree più forti e più fragili, e il nostro paese non ha certo bisogno di una legge con questa impostazione, di fatto secessionista, che è un furto alla democrazia. L’Italia ha bisogno di essere unita, e non in modo formale, ma sostanziale. Una unità fatta di diritti e opportunità per tutti, che applichi pienamente l’articolo 3 della nostra Costituzione. E alcune materie come l’energia, le grandi reti di comunicazione dovrebbero anzi essere gestite in una direzione sovranazionale, almeno europea. E’ una legge antistorica, che frantuma il paese in tanti staterelli. Questa legge in realtà moltiplicherebbe la burocrazia e ostacolerebbe il commercio e la circolazione. E’ importante guardare ora alla battaglia referendaria, e io sono ottimista sull’esito.”


Necessario trovare soluzioni inclusive

La moderatora Alessandra Trotta ha ricordato come la nostra Costituzione sia “meravigliosa, perché ha realizzato il miracolo di essere il frutto di diverse culture politiche che hanno saputo realizzare una sintesi, dei ‘compromessi nobili’ tra diverse culture. Ora ci troviamo ad affrontare gli esiti possibili della modifica della riforma del titolo V della Costituzione, ma attenzione, le modifiche non dovrebbero avvenire a colpi di maggioranza: la democrazia è trovare delle soluzioni inclusive in cui tutti si sentano rappresentati".

E ha sottolineato il fatto che il rischio di questa legge riguarda l’uguaglianza: "Alcune regioni hanno ottenuto la possibilità di acquisire in via esclusiva alcune competenze sui diritti fondamentali delle persone. Da anni ci troviamo a dover contrastare il fatto che alcune regioni italiane, pianificando il loro territorio, hanno toccato alcuni diritti fondamentali, come in Lombardia e Veneto, dove si sono introdotte limitazioni ai luoghi di culto, ad esempio magari favorendo cambi di destinazione d’uso in modo indiscriminato, mentre quando si chiede di modificare la destinazione di un locale per farne un luogo di culto, la cosa diviene impossibile. Queste materie incidono nei diritti fondamentali delle persone e della libertà. In alcune materie se ne avverte oggi chiaramente il rischio, come ad esempio sul tema della sanità. La democrazia è un sistema esigente - ha concluso - che richiede cittadini attenti a capire fino in fondo le cose su cui saranno chiamati a scegliere".


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