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LO SCIOPERO IN PIEMONTE. Landini: "La precettazione del governo ci ha dato più forza"

Aggiornamento: 24 nov 2023


"Adesso basta". Lo slogan scandito dai lavoratori ha riempito piazza Castello, a Torino. Almeno diecimila persone hanno partecipato alla manifestazione di oggi, 24 novembre, giorno dello sciopero regionale proclamato da Cgil e Uil che ha avuto epicentri anche in altre città del Piemonte, a Novi Ligure, Cuneo, Novara, Asti.

Dal palco, gli interventi di più rappresentanti sindacali di categoria, dai pensionati agli edili e alla sanità, passando per le appassionate parole di una dipendente del Goethe Institut a rischio chiusura e di una delegata che ha ricordato la lotta alla violenza alle donne, hanno punteggiato e dato una visione dal basso delle ragioni della mobilitazione.

Infine, a mezzogiorno, le conclusioni del Segretario generale della Cgil Maurizio Landini che ha aperto proprio sul dramma che vivono oggi migliaia di donne, costrette a subire minacce, soprusi, violenze, fino a morire per mano di maschi ammalati di prepotenza e incapaci di distinguere tra amore e "proprietà", benessere della coppia ed egoismo personale.

Sulla scia del dramma delle donne, quello dei lavoratori nella loro globalità, cui questo governo non ha riservato che parole, ha affermato Landini, con una politica penalizzante che va dalla perdita del potere d'acquisto, al depotenziamento della sanità pubblica e della scuola, fino all'inazione nella lotta all'evasione ed elusione fiscale. Un governo, ha aggiunto il segretario della Cgil, che ha cercato di imbavagliare il diritto di sciopero. Un'azione che si è rivelata controproducente, un boomerang, perché ha dato ai lavoratori una ulteriore scossa per ribellarsi alla politica di palazzo Chigi.




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