Libertà conquistate: i Valdesi, gli italiani e le Lettere Patenti del 17 febbraio 1848
di Vice
Ieri notte, nelle valli valdesi sono stati accesi i falò che celebrano le "Lettere patenti" con il cui il 17 febbraio del 1848 re Carlo Alberto di Savoia concesse la libertà di culto e “i diritti civili e politici" anche alle popolazioni valdesi, per secoli perseguitate, massacrate, discriminate. Ma se per i Valdesi il 17 febbraio 1848 rappresentò una giornata di libertà, per Casa Savoia l'atto politico rientrò a pieno titolo nel clima di ideali risorgimentali che attraversava la penisola e infiammava gli italiani i quali vedevano nel Regno di Sardegna una possibile guida militare per conquistare l'unità nazionale. Di lì a poco, infatti, il '48 dell'Ottocento avrebbe mosso le coscienze rivoluzionarie in Italia e in Europa contro le autocrazie e gli imperi che opprimevano l'indipendenza dei popoli. E su quella scia rivoluzionaria, Carlo Alberto avrebbe mosso una guerra tanto coraggiosa, quanto sfortunata all'Impero Austro-Ungarico. Un gesto con cui il monarca cercava di scrollarsi di dosso quella nomea, una vulgata, che lo voleva "re tentenna", un indeciso a vita, incapace di trasformare il suo pensiero in azione. Il 1848 segnò così la I guerra d'Indipendenza per l'Unità d'Italia.
Tuttavia, le "Lettere patenti" non tracciarono una netta inversione rispetto alla "storica" prudenza di Carlo Alberto. Come ha rilevato Giorgio Spini "A ben guardare, anche le Patenti del 17 febbraio recan traccia della profonda riluttanza di Carlo Alberto a quel passo: vi si afferma infatti che "nulla è innovato" quanto all'eservizio del culto od alle scuole dei valdesi". "Ma ciò - prosegue Spini - sfugge alla commozione del momento: a Torino gli studenti guidano la folla ad acclamare ed intonano l'inno "Fratelli d'Italia!...; alle Valli, la gente si abbraccia piangendo per le strade, mentre pastori valdesi e parroci cattolici fraternizzano e le montagne si illuminano a notte di falò di gioia. La poesia del primo momento cederà poi alla grigia prosa degli anni successivi, allorché interminabili controversie giuridiche saranno necessarie ai valdesi per tradurre in pratica i principi di libertà religiosa. genericamente affermati".[1]
Altrettanto, non si può disconoscere, prima della promulgazione delle Lettere patenti, l'effetto di trascinamento che ebbero le iniziative, le manifestazioni, le petizioni valdesi e non sulle politiche di culto in altri staterelli italiani, dalla Lombardia al Granducato di Toscana allo stesso Stato Pontificio. Fu un vento di libertà che non spirò sempre con eguale intensità, comunque con una continuità che oggi porta le Chiese cristiane a dialogare in nome della Pace e della Tolleranza.[2]
Note
[1] Giorgio Spini, Risorgimento e protestanti, Claudiana, 2008, pagg. 215-216
[2] Ricordiamo, l'appuntamento radiofonico per Protestantesimo in alle 7,00 su RaiTre (repliche martedì 21 e mercoledì 22 febbraio all’1,10 e lunedì 27 febbraio all’1,45).
Oggi 17 febbraio, alle ore 21, nel Tempio Valdese del Torre Pellice, “Precious Lord, Take my Hand. Gospel e Spiritual sui bus in Alabama.” I no di Claudette Colvin e Rosa Parks che cambiarono la storia dei diritti degli afroamericani, con il Quintetto di Ottoni "Val Pellice Brass Ensemble", Monia Boaglio (Voce), Gilberto Bonetto (Pianoforte); voce narrante Paola Grand (Circolo LaAv - Letture ad alta voce).
Si ringrazia per le fotografie Libero Ciuffreda
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